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A bocce ferme: UNICREDIT, anche questa è andata...

Pubblicato 21.01.2012, 21:38

E’ stata una settimana intensa dominata dall’aumento di capitale UNICREDIT, grazie al quale per un pò ci siamo dimenticati l’altro incubo degli utlimi tempi, il famigerato  ”spread BUND/BTP”. In maniera decisamente impropria ed inconsueta ne riportiamo in grafica i valori di chiusura (spread)  e l’andamento grafico delle quotazioni dell’ultima settimana (diritti Unicredit), sperando che questa settimana di forte recupero su ambedue i “fronti” sia di buon auspicio per il futuro. In particolare rileviamo una chiusura settimanale dello spread in area 430.82 basis point,  con un recupero davvero notevole se confrontato ai 500 punti circa da cui eravamo partiti lunedì, seguita da una altrettanto ottima performance dei diritti Unicredit che chiudono le contrattazioni in area 2.71!!! Il tutto conferma quanto scrivevamo nel nostro ultimo approfondimento sul BUND: “…una “SELL ZONE” ideale quindi, con spostamento di operatori e capitale verso il rischio, ma perchè ciò avvenga dovrebbe essere violata con decisione area 138.50, stiamo a vedere. Comunque ad andare LONG sul BUND si fa una gran fatica…”.
Un’analisi indovinata a quanto pare, soprattutto perchè come visibile sul grafico a seguire, il BUND ha decisamente violato al ribasso i supporti indicati, confermando il tanto auspicato spostamento degli operatori/investitori  da asset sicuri ma non remunerativi come le obbligazioni tedesche, ai più rischiosi – ma decisamente più appetibili – mercati azionari, divenuti decisamente interessanti dopo  gli irrazionali e rovinosi ribassi degli ultimi tempi. Quanto ad UNICREDIT e all’andamento dei relativi diritti ci sarebbero da scrivere fiumi di parole, ma forse è meglio soffermarsi su due aspetti in particolare: 1) l’irrazionalità dell’andamento delle quotazioni; 2) l’assurdo comportamento di alcune banche nel gestire l’adesione all’aumento di capitale da parte dei clienti. Quanto al punto primo, se parliamo di irrazionalità e imprevedibilità dei mercati, l’andamento del titolo UNICREDIT nelle ultime due settimane è esemplare: se non con colpevole ritardo non ci ha capito niente nessuno!!! A previsioni allarmistiche che vedevano i diriti crollare a zero, ne sono seguite di iper ottimistiche legate ad una eventuale scalabilità del titolo. Il tutto si è tradotto in una “svendita” dei diritti nel primo giorno di quotazione (vedi grafico allegato su cui domina l’impressionante candela rossa relativa alla prima seduta di quotazione) seguita da una “corsa agli acquisti” che si è tradotta in un recupero praticamente ininterrotto dal minimo segnato il primo giorno di quotazione in area 0.500 al massimo di 2.934. Un recupero impressionante con variazioni quotidiane del +30% circa mentre il titolo ordinario “arrancava” fra i +5/+10%! In pratica la cosa migliore da fare sarebbe stata quella di liquidare sin dal primo giorno le azioni UNICREDIT in portafoglio e contestualmente acquistare con il netto ricavato i relativi diritti: abbiamo segnalato questa tattica/strategia un pò tardivamente, purtoppo, ma con il senno del poi è tutto più semplice… Quanto al secondo punto, riferiamo le segnalazioni di diversi utenti che si sono visti “liquidare” i diritti in portafoglio al prezzo di apertura di venerdì, ultimo giorno di quotazione degli stessi. Noi stessi siamo stati vittima dello stesso “scherzetto” da parte della nostra banca, e l’assurdo è che dopo aver ben guadagnato sia mercoledì che giovedì grazie alla tattica di liquidazione delle azioni e di acquisto dei diritti  di cui sopra, avevamo deciso di investire/rischiare il guadagno stesso partecipando all’aumento di capitale. Purtroppo però non avevamo fatto i conti con la nostra banca, che pretendeva decidessimo 24 ore prima, e che venerdì in prima battuta ha “azzerato” la nostra posizioni in diritti su UNICREDIT, ma perchè? Perchè privare un risparmiatore di seguire fino in fondo una procedura di adesione ad un aumento di capitale? E se i diritti fossero saliti anche venerdì di un 20/30% come sarebbe andata a finire? Chissà perchè gli operatori in titoli dei borsini bancari sono sempre “solerti” nel farci tagliare i profitti, mentre quando si tratta di liquidare perdite o titoli da loro suggeriti “non è mai il momento giusto…”. A conferma dell’anomalia tutta “bancaria” evidenziamo che la nostra posizione in essere su un conto di trading online presso primaria SIM italiana non è stata minimamente intaccata: nessuno si è permesso di privarci del diritto di decidere fino all’ultimo scambio possibile se aderire o meno all’aumento di capitale. Ancora una conferma quindi dell’inefficienza del sistema bancario e della bontà delle sempre più evolute piattaforme di trading online. Come visibile sui grafici allineati dei diritti e del titolo Unicredit, anche la nostra tattica operativa descritta sia in un report ( 10/01/12: UNICREDIT: COME “DIFENDERSI” DALL’AUMENTO DI CAPITALE? ) che esemplificata in video pochi giorni fa ha avuto successo: il nostro indicatore di tendenza/tenuta della posizione non è mai stato violato durante l’ultima settimana, permettendo a chi avesse seguito questa intuizione/strategia operativa di rimanere in posizione fino all’ultimo. UNICREDIT: come “difendersi attivamente” dall’aumento di capitale
Autore: Pietro Paciello
Data: 11-01-2012
Durata: 21:36 Da lunedì mattina, quindi, UNICREDIT sarà un titolo “normale”, con buona pace per l’indice azionario italiano più rappresentativo, il FTSE MIB 40, che dovrebbe finalmente ritornare ad esprimere un valore più razionale e non condizionato dai +10%/-10% che il settore bancario negli ultimi mesi metteva a segno con estrema disinvoltura. Dovremmo quindi avere davanti a noi un periodo tutto sommato positivo, con un deciso recupero da parte dei mercati azionari, ipotesi  che trova fondamento in diversi fattori fra i quali la decisa inversione ribassista del BUND e la altrettanto decisa perforazione al rialzo di importanti resistenze dinamiche sui principali indici azionari europei. Ci saranno ancora “scosse di assestamento” ma, come mostreremo più ampiamente nel nostro prossimo appuntamento settimanale, ossia il consueto report dedicato all’analisi intermarket, ci sono tutti gli elementi per ricominciare a valutare con attenzione e fiducia eventuali investimenti sui mercati azionari. Pietro Paciello Ufficio Studi Uptrend Advisory www.uptrend.it

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