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I mercati valutari sono attendisti in vista dei dati sul lavoro USA. L’indice DXY è rimbalzato dalla media mobile a 21 giorni, i rendimenti dei decennali USA trovano supporto sopra l’1,80%. La spesa moderata delle famiglie e il calo delle previsioni d’inflazione fanno aumentare le speculazioni su un possibile rinvio del primo rialzo del tasso sui fondi federali della Fed alla seconda metà dell’anno, quindi un dato NFP solido non dovrebbe far salire significativamente la curva dei rendimenti USA, ma comunque spianare la strada a un incurvamento più ripido per le scadenze brevi. I rendimenti per le scadenze più lunghe rimangono, infatti, sotto pressione in scia alle politiche monetarie espansive dell’Eurozona e del Giappone.
Evento del giorno: dati sul lavoro USA
I dati sull’occupazione USA rappresentano l’evento chiave della giornata. Le buste paga non agricole di gennaio dovrebbero attestarsi a 230K (rispetto alle 252K precedenti), il tasso di disoccupazione si è probabilmente stabilizzato al 5,6% con un leggero miglioramento dei salari medi. Detto questo, le spese delle famiglie americane arrancano, nonostante il calo dei prezzi al consumo. Ecco perché le retribuzioni medie vengono monitorate sempre più attentamente dagli economisti, in primo luogo per prevedere la velocità del calo della fiacchezza del mercato del lavoro USA. In secondo luogo, per capire quando potrebbe esserci una ripresa dell’inflazione. La flessione dell’inflazione di fondo non è sicuramente dovuta solo al calo dei prezzi del petrolio, in parte si spiega anche con la riluttanza delle famiglie a spendere. E qui i timori disinflazionistici potrebbero estendersi al mercato USA. Finora gli USA non sembrano preoccupati per il calo globale dei prezzi al consumo. Ciò ci porta alla conclusione che anche un dato NFP solido oggi non dovrebbe far aumentare significativamente la curva dei rendimenti dei titoli di Stato USA. Questa settimana, la curva dei rendimenti è diventata leggermente più ripida, i rendimenti dei decennali sono di nuovo superiori all’1,80%, ma comunque molto lontani dai livelli intorno al 3,00-3,50% previsti quando inizierà davvero il restringimento della Fed.
Le riserve in valuta svizzere sono cresciute dello 0,7% a gennaio rispetto al 7% di un mese fa
A gennaio, le riserve in valuta svizzere sono aumentate solo dello 0,7%, da 495,1 a 498,4 miliardi di franchi. I dati confermano che le pressioni sul bilancio della BNS sono calate significativamente dopo la rimozione del cambio minimo per l’EUR/CHF; nel frattempo il franco svizzero continua a normalizzarsi nei confronti di USD ed EUR. La BNS è intervenuta sicuramente sui mercati valutari a gennaio, ma la dimensione degli interventi sul forex ora è a livelli accettabili e dovrebbe mettere a tacere le voci secondo cui la BNS non starebbe agendo solo per aiutare il franco a stabilizzarsi, ma per approfittare di movimenti rialzisti di breve termine e far dunque apprezzare gradualmente l’euro (senza tuttavia un esplicito impegno politico). L’aumento dei depositi a vista da metà gennaio conferma che la BNS si sta sposando su strumenti monetari non legati al forex per sostenere l’economia svizzera, dopo il forte shock valutario del 15 gennaio. La BNS ha ripetuto che è pronta a intervenire in caso di necessità; non percepiamo tensioni sul mercato dei future sul tasso d’interesse euro-svizzero, quindi al momento gli operatori non si sentono sotto pressione, nonostante le tensioni greche che pesano sull’euro.
L’EUR/CHF testa la media mobile a 21 giorni (1,05738), ma il rialzo rimane instabile fra 1,05/1,10 perché investitori istituzionali, imprenditori e commercianti cercano di vendere euro a “buon” prezzo visto che i rischi al ribasso per l’EUR continuano a essere elevati.
The Risk Today
Luc Luyet
EURUSD L’EUR/USD è in cerca di una direzione a breve termine. Sono previsti per oggi i dati Usa sul mercato del lavoro che imposteranno la tendenza a breve termine. Le resistenze si attestano a 1,1534 e a 1,1679. Supporti si trovano a 1,1262 (vedasi anche il ritracciamento a 61,8%), e a 1,1098. In una prospettiva di lungo termine, il triangolo simmetrico favorisce un’ulteriore debolezza verso la parità. Di conseguenza, si prevede che la recente resistenza sia temporanea. Una resistenza si trova a 1,1679 (massimo 21/01/2015), mentre una resistenza chiave si trova a 1,1871 (massimo 12/01/2015). Supporti chiave si trovano a 1,1000 (supporto psicologico) e a 1,0765 (minimo 03/09/2003).
GBPUSD La coppia GBP/USD ha infranto la resistenza chiave a 1,5274 (massimo 06/01/2015). Sebbene la linea di tendenza permanga finora intatta, viene favorito un ulteriore punto di forza verso la resistenza a 1,5486. Supporti orari si attestano a 1,5251 (massimo 04/02/2015) e a 1,5139 (minimo 04/02/2015). A più lungo termine, la rottura della resistenza chiave a 1,5274 (massimo 06/01/2015) lascia intravedere un rinnovato interesse all'acquisto. È auspicabile un potenziale di rialzo dato dalle resistenze a 1,5620 (massimo 31/12/2014) e a 1,5826 (massimo 27/11/2014). Il supporto robusto a 1,4814 dovrebbe coprire i rischi al ribasso a medio termine.
USDJPY L’USD/JPY non è riuscito finora a muoversi verso il massimo del canale discendente, il che lascia presagire pressioni di vendita persistenti. Una resistenza oraria si attesta ora sulla linea di tendenza discendente a breve termine (attorno a 118,09), mentre una resistenza chiave si trova a 118,87. Supporti possono essere trovati a 116,66 e a 115,86 (minimo 16/01/2015). Favoriamo un’impostazione rialzista di lungo termine finché terrà il supporto chiave a 110,09 (massimo 01/10/2014). Sebbene sia probabilmente in corso un consolidamento a medio termine, non vi è alcun segnale che suggerisca la fine del trend rialzista di lungo termine. Un’importante resistenza si attesta a 124,14 (massimo 22/06/2007). Un supporto chiave si trova a 115,46 (minimo 17/11/2014).
USDCHF L’USD/CHF si consolida al di sotto della resistenza a 0,9368 (minimo 15/10/2014, vedasi anche la media mobile a 200 giorni). Supporti orari si attestano a 0,9170 (minimo 30/01/2015) e a 0,8936 (minimo 27/01/2015). Un'altra resistenza si trova a 0,9554 (minimo 16/12/2014). Dopo la rimozione del floor EUR/CHF, si è formato un importante top a 1,0240. La rottura della resistenza implicata dal ritracciamento al 61,8% della vendita suggerisce uno spiccato interesse all'acquisto. Un'altra resistenza chiave si trova a 0,9554 (minimo 16/12/2014), mentre un forte supporto può essere trovato a 0,8353 (minimo intragiornaliero).