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Alla ricerca del rendimento oltre l'Eurozona: il caso del Marocco

Pubblicato 18.07.2014, 17:17


Con i titoli europei ormai giunti su livelli di rendimento molto bassi, occorre uscire dal continente per trovare tassi che siano ancora interessanti anche su scadenze non particolarmente lunghe, con emittenti che abbiano rating comunque soddisfacenti e, in questo specifico caso, contenuto rischio valutario. In questo scritto ci occupiamo di approfondire alcune variabili economiche e finanziarie del Marocco, paese che gode di un merito di credito sulla soglia dell’Investment Grade e che ha emesso diversi bond internazionali denominati in valuta forte, Eur o Usd, appetibili per gli investitori internazionali.
A livello economico il Marocco ha risentito in misura comunque contenuta della crisi che ha colpito l’Eurozona, soprattutto nel 2012, anno in cui il tasso di crescita del PIL si è quasi dimezzato (2,6%) rispetto alla media degli anni precedenti (4,5%-5%), ma è riuscito a rimettersi già in carreggiata nel 2013 con una crescita del 4,4% e anche per quest’anno vanta stime per un rialzo del Pil superiore al 3,5%. La tenuta dell’economia è avvenuta grazie al fatto che la regione è meno esposta a fattori internazionale, anche se il forte peso del settore primario sulla sua economia non rappresenta di se un elemento di forza, tutt’altro. Inoltre negli scorsi anni un utilizzo espansivo della politica fiscale ha contribuito a contenere la flessione economica anche se nel prossimo biennio questo potrebbe mutare, dato l’impegno assunto dal governo a ridurre il deficit sotto il 5% già nell’anno in corso ed arrivare addirittura al 3% entro il 2016.


Fonte: TradingEconomics

I punti deboli del paese risiedono sostanzialmente nell’arretratezza del settore industriale, specializzato spesso in prodotti di bassa qualità, nell’elevato tasso di disoccupazione che colpisce soprattutto le fasce giovani e altamente scolarizzate (laureati) del paese. Le riforme intraprese da alcuni anni sono focalizzate sia ad incrementare la competitività che ad investire in settori ad alto valore aggiunto (aeronautica, elettronica, auto e food processing) e stanno comunque lentamente portando frutti grazie anche ad una stabilità politica ben più elevata degli altri paesi dell’area. Un altro elemento di possibile fragilità è rappresentato dalla dipendenza dall’estero del settore energico, che rappresenta oltre un quarto del totale delle importazioni.
Il Marocco inoltre gode di una linea di credito biennale concessa dal FMI nell’agosto del 2012 nota come PLL (Precautionary and Liquidity Line) concessa in contropartita degli impegni assunti dal governo sulla stabilizzazione dei parametri fiscali e l’implementazione di una serie di riforme economiche, fiscali e finanziarie.
Ciò detto dunque ci sembra che il paese presenti un profilo di rischio moderato, rispetto ai rendimenti offerti dai suoi titoli espressi in valuta forte.
Come accennavamo all’inizio di questo scritto i rendimenti dei titoli dei paesi della periferia europea sono giunti ormai a livelli estremamente bassi e questo vale non solo per i paesi Investment Grade ma anche ad esempio per il Portogallo, che al momento ha un rating BB+, inferiore dunque a quello del Marocco.
Guardiamo dunque nella tabella sottostante i livelli dei tassi delle emissioni sovrane di alcuni paesi europei:



I rendimenti con scadenze fino a 2 anni sono tutti inferiori all’1% e se la scadenza sale fino a 5 anni si arriva appena sopra il 2% solo per le emissioni di Lisbona.
Osserviamo ora invece quali sono i rendimenti offerti dai titoli marocchini espressi in Euro: tali titoli dunque non presentano alcun rischio valutario, mentre rimane ovviamente presente l’esposizione all’emittente che è il Governo del Marocco.
Titoli in Euro:


Come si evince al primo sguardo il rendimento a 6 anni ad esempio è circa doppio rispetto alla media dei paesi con rating BBB, mentre sulla scadenza decennale ci sono circa 100 punti base di extrarendimento. Se paragoniamo poi il decennale africano al corrispondente portoghese vediamo che quest’ultimo rende addirittura 30 punti base meno, pur avendo un rating peggiore dello stato marocchino.

Passando invece ai titoli in dollari, per i quali dunque esiste un rischio cambio che può anche essere un’opportunità nel momento in cui il risparmiatore fosse alla ricerca di titoli denominati in divisa americana poiché crede in uno scenario di futuro rafforzamento del biglietto verde, i loro rendimenti si possono vedere nella tabella qui sotto apposta.

Titoli in Dollari Usa


Le scadenze delle obbligazioni in Usd sono molto più estese di quelle in Eur e questo dunque è uno degli elementi che occorre valutare. I rendimenti però sono di tutto rispetto, soprattutto nostro avviso sulla scadenza a 8 anni.

Tutti i dati di rendimento che abbiamo oggi evidenziato sono relativi a titoli di stato emessi sul mercato internazionale ed attualmente negoziabili sul mercato.

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