Non era tutto oro ciò che luccicava sulle Alpi della Svizzera. Come anticipato venerdì nella nostra analisi, la confederazione elvetica rigetta con un sonoro “no” la proposta referendaria presentata dal partito di matrice ambientalista Ecopop, incluso il quesito sull’oro che in apertura dei mercati asiatici crolla sotto 1150 dollari/oncia trascinato al ribasso dall’intero comparto bullions (metalli preziosi ndr), metalli industriali e energia con il petrolio che scivola a 64.50 dollari/barile sulla mancata decisione dell’OPEC di tagliare la produzione. E la guerra del petrolio, la oilwar, prosegue con l’organizzazione dei paesi esportatori che diventa sempre più marginale con la crescita degli Stati Uniti e le manovre politiche che prendono il sopravvento. Se da un lato la giustificazione per un mancato intervento è nell’intenzione di mettere fuori gioco le realtà produttive meno efficienti, dall’altra nei prossimi mesi saremo testimoni di una riorganizzazione delle aziende estrattrici: è infatti fuori discussione che con prezzi così bassi, molte realtà saranno oggetto di interessi rapaci da parte dei giganti del settore.
Market Movers
Alle 9:55 l’indice PMI manifatturiero tedesco atteso stabile a 50.0, alle 10:00 il dato per l’eurozona dovrebbe far registare un 50.4 anche in questo caso stabile rispetto alla lettura precedente. Alle 10:30 nel Regno Unito lo stesso indice è atteso in lieve calo a 53.1 dal 53.2 della rilevazione scorsa.
Alle 16:00 negli Stati Uniti il dato ISM manifatturiero è atteso in rialzo a 55.0 dal 54.7 del dato precedente. Alle 18:15 il membro del FOMC Dudley terrà una conferenza stampa.
EURUSD
La settimana della moneta unica si apre debole, così come era finite il mese di Novembre, in area 1.2450 nel rapporto con il biglietto verde. Senza infamia e senza lode EURUSD aveva tentato il recupero sulle festività in chiusura della scorsa settimana, ma senza riuscire a oltrepassare 1.2530. L’attesa per l’appuntamento di politica monetaria della BCE di questa settimana infatti dovrà tenere conto del dato sull’inflazione uscito la settimana scorsa e che ha contribuito ad abbattere il rapporto tra euro e dollaro USA. I dati sul comparto manifatturiero di oggi saranno i veri driver della giornata di contrattazioni dopo il risultato alquanto deludente di Pechino. Il quadro tecnico infine è laterale con aumento di volatilità tra 1.24 e 1.25, ma con una tendenza marginale al rialzo.
GBPUSD
La sterlina inglese ha ritestato in apertura di settimana il livello 1.56 nel rapporto con il biglietto verde: il livello più basso da oltre un anno e mezzo e che tecnicamente costituisce un floor importante per gli scambi di cable. Il quadro tecnico infatti segnala un esaurimento del trend ribassista e una tendenza a lateralizzare nelle prime ore di oggi in attesa dei dati sul comparto manifatturiero inglese e americano nel pomeriggio con il prossimo target di prezzo in area 1.5650.
USDJPY
Lo yen giapponese ha ripreso il percorso di indebolimento nelle prime ore di contrattazione in Asia anche per effetto dei brutti dati cinesi sul comparto manifatturiero. Tuttavia in apertura di sessione europea, lo storno di USDJPY dai massimi è piuttosto evidente e riporta il cambio dai massimi a 118.95 fino in area 118.50. Valgono ancora ciò che scrivevamo la scorsa settimana sui massimali attesi per il rapporto tra biglietto verde e yen in area 119.0, per cui lo storno di queste ore è in linea con le attese. Il test tecnico ora, a mercati asiatici chiusi e in attesa dei dati americani del pomeriggio, è il livello 118.50 che potrebbe fornire un certo supporto ad ulteriori ribassi.