Difficile dire chi l’ha spuntata ieri nel primo duello a distanza che ha visto coinvolti i governatori di FED e BCE: ma sicuramente le notizie più incisive sono state fornite dalla pubblicazione dei verbali dell’ultimo FOMC che hanno delineato la exit strategy della FED con una riduzione progressiva del programma di acquisti fino ad ottobre con l’ultima tranche da 15 miliardi di dollari e un possibile rialzo dei tassi già nella prima parte del 2015. Promesse mantenute verrebbe da pensare: ma non è così scontato, perchè l’exit strategy è stata vincolata ai progressi dell’economia reale e quindi all’uscita dei dati macro. Un po’ un’arma a doppio taglio o un paracadute: a seconda di come si vuole vederla che contrasta con l’approccio della BCE che sottolinea come verranno valutate tutte le opzioni per scongiurare il rischio di bassa inflazione prolungata, ma che le armi non convenzionali che la BCE è disposta ad usare, saranno solo l’ultima spiaggia e che verranno prima valutati gli effetti delle misure annunciate negli ultimi due meeting di Giugno e Luglio.
Market Movers
Alle 10:00 verrà pubblicato il bollettino mensile della BCE in Europa mentre alle 10:30 nel Regno Unito il dato sulla bilancia commerciale atteso a -8.75 miliardi rispetto al precedente a -8.92 miliardi. Alle 13:00 la decisione sui tassi d’interesse della Bank of England che dovrebbe lasciare i tassi di riferimento a 0.50% e l’importo del quantitative easing a 375 miliardi.
Alle 14:30 negli Stati Uniti il dato sulle nuove richieste di sussidi di disoccupazione attesi stabili a 315 mila unità.
Nella notte alle 3:30 il dato australiano sui mutui per l’acquisto di abitazioni attesi in flessione a -1.0% rispetto allo 0.0% del dato
precedente.
EUR/USD
Aumenta la volatilità almeno leggermente, ma la sostanza rimane invariata: con pochi volumi i movimenti sono isterici e viziati e hanno pesato poco le parole di Janet Yellen e troppo quelle di Mario Draghi. La moneta unica scende dal livello 1.3650, dove era andata a finire nella notte, fino a 1.3630 dove sta scambiando in apertura dei mercati europei. Sarà da valutare l’uscita del dato sulle richieste di sussidi in america nel pomeriggio di oggi, anche se i dati sull’occupazione sono scontati e seguono un trend ben definito: salvo sorprese.
GBP/USD
Grande attesa per la riunione di oggi della Bank of England dopo le dichiarazioni delle scorse settimane vedremo se Carney fa sul serio oppure no. C’è sempre da dire che dal direttivo della BOE hanno già messo le mani avanti per salvare la faccia anche se il cable rimane molto tonico scambiando in queste ore a 1.7130. Ad ogni modo l’attesa è per un nulla di fatto sia in termini di tassi che sono attesi invariati allo 0.50% né in termini di quantitative easing atteso stabile a 375 miliardi: ciò dovrebbe riflettersi anche sul cambio atteso stabile o poco mosso. Ciò che inciderà veramente sul cable nei prossimi giorni saranno i dati sullo stato dell’economia domestica che, anche nel caso della BOE, sono il vero indicatore e driver per le future scelte di politica monetaria.
USD/JPY
Con dati negativi usciti ieri notte in Giappone lo yen non ha fatto registrare un indebolimento, almeno, non permanente. Dopo aver fatto registrare 101.80 come minimo contro dollaro la moneta del Sol Levante si è ripresa tornando a 101.50 anche e nonostante la performance non positiva dell’azionario con un Nikkei che lascia sul terreno oltre mezzo punto percentuale a -0.56%. Attenzione comunque all’aspetto tecnico legato al movimento laterale che potrebbe far ripartire USDJPY da questo livello di supporto almeno fino alla parte alta del canale ribassista (grafico).