Putin è alla canna del gas. È un’immagine quasi dantesca il tragicomico contrappasso che vede protagonista il presidente russo. Prezzo del petrolio (WTI) sotto i 65 dollari al barile che sancisce un disastro finanziario per le casse del Cremlino, la debolezza del Rublo che ha costretto Mosca a dichiarazioni contro la speculazione molto grossolane a metà tra la minaccia e la supplica, i ranghi degli oligarchi ormai estenuati dall’emoraggia finanziaria che stanno subendo e l’opinione pubblica che non sembra più subire il fascino nazionalista delle arringhe presidenziali: l’esecutivo guidato da Putin è in fortissima difficoltà. A nulla è servita la parziale marcia indietro dell’Unione Europea sulle sanzioni, gli accordi sul gas con la Turchia e le minacce all’UE sugli approvvigionamenti di lungo periodo dall’Ucraina.
Mentre l’Europa dal canto suo trema per le incertezze politiche in Grecia dove sono state indette presidenziali anticipate con tutte le principali borse europee che cedono terreno con in testa proprio il paese ellenico dove l’indice di riferimento perde il 13%. Situazione spinosa per le istituzioni europee e per la BCE in primis che si ritrova oggi, alla vigilia della pubblicazione dei dati sulla seconda tranche di TLTRO, quella più rilevante ai fini della valutazione dell’efficacia, in una empasse da fiato sospeso.
Market Movers
Alle 10:30 in Gran Bretagna il dato sulla bilancia commerciale atteso a -9.53 miliardi rispetto ai -9.82 miliardi della rilevazione precedente, mentre il dato non-UE è atteso a -3.89 miliardi contro i -4.05 miliardi della lettura precedente.
Alle 19:00 l’asta del T-Note decennale negli Stati Uniti il cui rendimento parte dal 2.365% e alle 20:00 il budget federale atteso a -75.1 miliardi contro i -121.7 miliardi della lettura precedente.
Alle 21:00 la decisione sui tassi d’interesse in Nuova Zelanda attesi invariati al 3.50% e a segure la conferenza stampa del governatore Wheeler.
Alle 1:30 in Australia i dati sul mercato del lavoro con la variazione del numero di occupati atteso in rialzo di 12.4 mila unità rispetto alle 24.1 mila della rilevazione precedente per un tasso di disoccupazione atteso in lieve rialzo al 6.3% dal 6.2% della lettura scorsa.
EURUSD
Dopo un avvio di settimana all’insegna dei rialzi guidati anche dai mercati in flessione sulle tensioni sul rinnovo del presidente della Repubblica greco, la moneta unica subisce una battuta d’arresto questa mattina dopo aver stornato nella notte dai massimi a 1.2450 fin sotto la soglia di 1.24 e scambiando in queste prime ore di contrattazione in Europa intorno a 1.2385 sopra la trendline ribassista e limite superiore del canale di medio periodo (grafico). Il quadro tecnico per la giornata di oggi è atteso laterale in assenza di dati determinanti in Europa e negli Stati Uniti e in attesa della giornata di domani di cruciale importanza per la valutazione dei prossimi passi della BCE.
GBPUSD
Più volatile in attesa della bilancia commerciale la sterlina inglese che mantiene comunque una certa forza contro biglietto verde e portandosi in queste ore verso 1.57, livello che oppone una certa resistenza a ulteriori rialzi. I dati in uscita questa mattina però potrebbero fornire ulteriore sprint alla moneta di Sua Maestà soprattutto in caso si sorprese verso l’alto. Il quadro tecnico presenta una forte lateralizzazione nell’intervallo tra 1.5650 e 1.57 con conseguente fase di accumulo che potrebbe confermare un ulteriore movimento rialzista sopra 1.57.
USDJPY
Inversione di mercato per lo yen che recupera terreno fino a 117.90 nella giornata di ieri e dopo una sessione asiatica all’insegna di uno storno più tecnico che fondamentale, il rapporto tra bilgietto verde e divisa nipponica si riporta a 119.05 soprattutto sulle tensioni in Europa che spingono le valute cosiddette safe-heaven (rifugio ndr) tra cui uno yen estremamente debole che risulta anche molto appetibile per gli investitori in vista di un prossimo target in area 118.50.