Oggi inizia il calvario a tappe del presidente della BCE Mario Draghi che prevede un tour de force di due settimane fino al rinnovo del parlamento greco il prossimo 25 Gennaio. È attesa infatti per la giornata odierna il pronunciamento della Corte di Giustizia Europea (ECJ o European Court of Justice ndr) sul programma OMT (Outright Monetary Transactions ndr), annunciato dalla BCE come arma da usare per mantenere sotto controllo lo spread tra i titoli di stato dei paesi core e quelli periferici: uno strumento mai utilizzato, ma il cui annuncio è stato sufficiente a servire allo scopo, e anche a tormentare i sonni di alcuni esponenti politici conservatori tedeschi, promotori della presentazione del caso davanti all’istituto di Lussemburgo.
Il pronunciamento di oggi circa la legalità del programma OMT, decisione che potrebbe inficiare o mettere una seria ipoteca su molti aspetti del nascituro Quantitative Easing, rientra in un programma politico di opposizione della Germania ad ogni misura capace di creare o aumentare inflazione proprio per ragioni storiche legate alle scottature teutoniche sull’argomento che ancora tormentano popolazione e politici, questi ultimi terrorizzati dagli effetti che quest’eventualità potrebbe avere sui loro risultati alle urne. Tuttavia, nonostante le preoccupazioni siano comprensibili, l’impianto accusatorio dei tedeschi è debole e vagamente pretestuoso già largamente smontato dalle azioni e dichiarazioni di un Draghi maestro di politica. Rimane solo l’ultimo scoglio rappresentato dal la sentenza, ma con la ECJ che ha sempre svolto le proprie funzioni nella prospettiva dell’ottenimento di maggiore integrazione all’interno dell’Unione Europea (quindi potenzialmente a favore di OMT e QE ndr) e con la politica del presidente BCE Draghi dentro e fuori i corridoi dell’eurotower, che sembra avergli assicurato il sostegno del consiglio direttivo e buona parte dei governi nazionali, la strada verso il 22 Gennaio è spianata.
Rimane solo l’ostacolo Grecia, ma i mercati sembrano preoccuparsene molto poco: come a dire che qualorai greci scegliessero la via di Syriza, il resto dell’Europa lascerà crollare la Grecia sotto il peso delle sue pulsioni indipendentiste. Se nel 2011 la penisola ellenica era l’ago della bilancia, a distanza di quasi 4 anni può essere tranquillamente sacrificata: anzi, la devastazione di uno scenario apocalittico di questo tipo potrebbe essere usato da monito per tutti gli altri.
Market Movers
Alle 11:00 il dato sulla produzione industriale in eurozona attesa in rialzo allo 0.2% dallo 0.1% della lettura scorsa.
Alle 14:30 negli Stati Uniti il dato sulle vendite al dettaglio mese su mese è atteso a -0.1% dallo 0.7% per il dato generale, mentre a 0.1% dallo 0.5% per la componente core. Alle 20:00 la pubblicazione del Beige Book.
Alle 1:30 in Australia la variazione del numero di occupati atteso in aumento di 3.8 mila unità dalle 42.7 mila della lettura scorsa per un tasso di disoccupazione stabile al 6.3%.
EURUSD
La giornata sulla moneta unica parte interlocutoria e, in attesa del pronunciamento della ECJ sul programma OMT, il rapporto con il dollaro scende in area 1.1780, sui minimi di settimana. La produzione industriale sarà il dato pivotale per l’euro mentre negli Stati Uniti le vendite al dettaglio potrebbero disegnare un’economia in piena ripresa e spingere ulteriormente il dollaro al rialzo. Tuttavia in assenza di proiezioni realistiche rimane laterale l’attesa per la giornata in un range che comprenda un aumento di volatilità tra 1.17 e 1.1850.
GBPUSD
La sterlina inglese lascia momentaneamente da sola la moneta unica nel percorso di discesa portandosi ai massimi da inizio settimana in area 1.5180, con una puntata massima a 1.52 in apertura di contrattazioni in Europa. L’assenza di dati in Gran Bretagna dopo lo scivolone sul tasso d’inflazione di ieri uscito minore delle attese, lascerà i destini del cable saldamente legati alle performance di Europa, ma soprattutto Stati Uniti.
USDJPY
Fortissima sessione di recupero dello yen giapponese ieri sera che anche a causa di un atteggiamento di risk off (avversione al rischio ndr) sui mercati con l’azionario nipponico descritto dall’indice Nikkei della borsa di Tokyo che chiude a -1.71%. Lo yen recupera infatti terreno contro dollaro portandosi, come anticipato ieri, in area 116.70 con minimi di settimana a 116.40. L’attesa è per i dati americani del pomeriggio che però non dovrebbero muovere più di tanto il mercato: potrebbe essere più un ritorno al rischio dopo il pronunciamento positivo della ECJ a spingere nuovamente USDJPY verso l’alto.