La vigilia della FED, negli ultimi tempi, non è mai così interessante. Per diversi motivi tra cui, i più quotati – in ordine sparso – sono, l’appeal non certo da copertina di Max del governatore della banca centrale americana Janet Yellen bonariamente ribattezzata “la nonna”, l’approccio “prevedibile” di cui si è fatta portatrice la medesima “nonna” dichiarandolo sin dalla sua prima comparizione pubblica davanti al Senato statunitense e la consapevolezza che il quantitative easing è una trappola diabolica da cui sarà difficilissimo uscire come dimostrano anche le ultime uscite di “nonna” Yellen. Per fortuna che ieri, forse per la solidarietà che scaturisce dal condividere lo stesso colore di capelli (valle a capire le donne), Christine Lagarde ha tagliato la sua previsione sulla crescita dell’economia a stelle e strisce sostenendo che la FED potrebbe avere la necessità di mantenere i tassi a zero per più tempo rispetto a quanto atteso dagli investitori. E così arriva man forte dal FMI con una giustificazione in più per la Yellen per continuare il gioco del quantitative easing, o almeno prolungarlo, in attesa di normalizzare la situazione di mercato “drogato” da iniziezioni di liquidità che non si sono trasferite all’economia reale.
Market Movers
Alle 10:30 il dato sull’inflazione nel Regno Unito terrà tutti con il fiato sospeso. Attesa a 1.7% in lieve flessione rispetto al dato precedente a 1.8% è tra gli indicatori chiave per la politica della Bank of England. Alle 11:00 i riflettori si spostano in Europa dove sarà pubblicato il dato ZEW tedesco sulla fiducia del settore economico atteso in recupero a 35.0 rispetto alla rilevazione precedente ferma a 33.1.
Alle 14:30 il dato sui permessi edilizi negli Stati Uniti potrebbe fornire un quadro tutto sommato stabile con 1.050 milioni di permessi rispetto al precedente a 1.059. Alla stessa ora il dato mese su mese sull’inflazione core è atteso stabile allo 0.2% rispetto al dato precedente, mentre la componente core è attesa in lieve flessione a 0.2% rispetto allo 0.3% della rilevazione scorsa.
Alle 16:00 conferenza stampa del governatore della RBA Stevens.
Nella notte la spesa corrente neozelandese alle 00:45 dovrebbe mostrare una progressione a 1.30 miliardi dal -1.43 miliardi della lettura precedente. In Giappone alle 1:50 la pubblicazione dei verbali della Bank of Japan e successivamente la bilancia commerciale attesa a -1173 miliardi rispetto ai -809 miliardi di Yen del dato precedente per un export che frena a -1.2% rispetto al 5.1% precedente e un import che si ferma a 1.7% rispetto al precedente a 3.4%.
EUR/USD
Su, giù, su e poi ancora giù. L’inflazione europea in linea con le stime a 0.7% unitamente all’uscita nel pomeriggio della Lagarde hanno dato tregua al trend ribassista di EURUSD riportandolo sopra la soglia psicologica a 1.3550 nella giornata di ieri. Le tensioni in Iraq e Ucraina hanno penalizzato il biglietto verde facendo il resto. È certo che a questo punto possiamo solo parlare di movimento laterale con una volatilità piuttosto contenuta. Tecnicamente si può parlare di un’inversione di trend nel breve periodo con la formazione di nuovi massimi relativi e i prezzi che si mantengono ancorati sopra 1.3550. Tuttavia il clima attendista in vista del FOMC di domani sera manterranno ben laterale il cambio salvo particolari sorprese sullo stato del mercato immobiliare in uscita oggi e anche domani.
GBP/USD
Dopo l’uscita shock del governatore Carney, rincara la dose l’uscente Mr Bean (è chiaramente un caso di ominimia con il nobile scozzese prestato alla commedia demenziale) sulla possibilità per la Bank of England di iniziare con il rialzo dei tassi in anticipo rispetto alle attese del mercato. Il cable ha intanto trovato la sua dimensione sopra 1.6950 accumulando in queste ore in attesa della FED di domani sera. È prevedibile quindi anche in questo caso una prosecuzione timida e moderata del trend rialzista in attesa di vedere cosa farà Janet Yellen domani.
AUD/USD
Dire “noi l’avevamo detto” sarebbe come sparare sulla croce rossa perchè un conto è l’analisi tecnica fatta ieri in cui sotenevamo che l’aussie sarebbe tornato sulla mediana del canale rialzista (grafico), un conto è l’analisi ex post del risultato della pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione della RBA in cui la sostanza è che lo stato dell’economia e dell’occupazione in Australia è ancora un po’ troppo debole. AUDUSD scende quindi come previsto da 0.9390 dove l’avevamo lasciato ieri fino a 0.9350 dove si incrociano il livello chiave corrispondente e la mediana del nostro canale tecnico rialzista. L’attesa per oggi è per un periodo di accumulazione e lateralizzazione con riduzione della volatilità in vista della FED di domani sera. Anche in questo caso però sarà importante seguire i dati in uscita in nottata e seguire il discorso del governatore della RBA Stevens.