Per dirla con Nanni Moretti nel celebre “Palombella Rossa” del 1989: “Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!” E la governatrice della FED Janet Yellen, che nell’anno di uscita del film era professore alla Haas School of Business dell’Università di Berkeley in California – incarico che ricopre tutt’ora –, di Nanni Moretti non ha probabilmente mai sentito parlare. Tuttavia, arrivati al punto cruciale in cui siamo le sue parole saranno macigni che potrebbero pesare, come sostengono la maggior parte dei commentatori, dai 25 ai 50 basis point sui rendimenti dei treasuries decennali americani. Perchè qualora nel suo intervento a margine di una decisione sui tassi d’interesse quasi scontata, mancasse quella locuzione “considerable time” (per un tempo prolungato ndr) riferita al mantenimento dei tassi a livelli bassi anche oltre il termine del quantitative easing, si aprirebbero le porte a possibili interpretazioni. Della serie “le parole sono importanti”: tutti i banchieri centrali lo sanno, ad eccezione forse del governatore della Bank of England Mark Carney famoso per le sue uscite quantomeno azzardate, ma per la Yellen, che ha fatto della prevedibilità un cavallo di battaglia, ogni singola parola è fondamentale e determinante soprattutto per la più grande economia del pianeta ad un passo dall’uscita storica dal quantitative easing che si ritrova gli occhi del mondo puntati addosso.
Market Movers
Alle 10:30 in Gran Bretagna il dato sulla variazione delle richieste di sussidi attese in calo di 30.0 mila unità dal -33.6 mila della rilevazione precedente per un tasso di disoccupazione che scende da 6.4% a 6.3%. Alla stessa ora la pubblicazione delle dichiarazioni di voto della Bank of England sulla politica monetaria che dovrebbero mostrare che 7 membri su 9 hanno votato per il mantenimento ai livelli attuali, mentre 2 su 9 per un rialzo.
Alle 11:00 inflazione in Europa attesa stabile a 0.3% per il dato generale, mentre un lieve aumento da 0.8% a 0.9% per la componente core.
Alle 14:30 negli Stati Uniti il dato sull’inflazione attesa in rialzo a 0.2% dal 0.1% precedente per la componente core, mentre il dato aggregato dovrebbe rimanere invariato allo 0.1%. Alla stessa ora i dati sulla spesa corrente attesa a -114.0 miliardi dal -111.2 miliardi della rilevazione precedente.
Alle 20:00 il FOMC con la decisione sui tassi d’interesse attesi invariati a 0.25% e lo statement di politica monetaria. Alle 20:30 la conferenza stampa del governatore Yellen.
In Giappone alle 1:50 la bilancia commerciale attesa a -1029 miliardi contro i -964 miliardi della lettura precedente. Lo stesso dato aggiustato mostra un risultato di -990 miliardi contro il precedente a -1020 miliardi. I dati scorporati su importazioni dovrebbero far registrare una diminuzione a -1.2% dal 2.3% precedente, mentre per le importazioni il calo dovrebbe essere più marcato a -2.6% dal 3.9% precedente.
Alle 8:45 conferenza stampa del governatore della Bank of Japan Kuroda.
EURUSD
Solitamentele ore di contrattazione in Europa nei mercoledì che precedono il FOMC sono piuttosto tranquille, ma con la densità di dati macroeconomici in uscita oggi tra cui inflazione in Europa e USA, c’è da scommetterci che la volatilità andrà aumentando già da inizio seduta che si apre con la moneta unica a 1.2950 contro biglietto verde. I supporti grafici forniti fino ad ora lasceranno con buona probabilità il passo agli effetti sicuramente più determinanti dell’uscita dei dati macro e con l’attesa per la protagonista di oggi, Janet Yellen. In caso di atteggiamento percepito come più aggressivo e il sentore che il rialzo dei tassi possa avvenire in tempi ragionevolmente rapidi, il biglietto verde potrebbe apprezzarsi notevolmente fin sotto quota 1.2850; in caso contrario, a seconda dell’uscita dei dati inflazionistici la prospettiva è per un mantenimento dello status quo scremato dell’aumento di volatilità tradizionalmente legata a questi eventi, in vista dell’appuntamento di domani con la prima tranche in Europa del programma TLTRO.
GBPUSD
Resa dei conti anche in terra d’Albione che apre oggi quello che potrebbe diventare l’ultimo giorno del Regno Unito per come lo conosciamo. Anche se il mercato ha espresso il suo parere pareggiando la chiusura di domenica scorsa a 1.6300, l’esito del referendum è ancora in bilico. Tuttavia, i dati macro sull’occupazione tendenzialmente potrebbero favorire la moneta di Sua Maestà dando ulteriore spinta al cable che è rientrato nel canale tecnico rialzista (grafico) e ha stazionato nella notte in area 1.63 in attesa di notizie su cui basare ulteriori rialzi. La preoccupazione maggiore proviene dalla pubblicazione delle votazioni nell’ultima riunione di politica monetaria della Bank of England in cui 7 a 2, il consiglio direttivo si è espresso a favore di un mantenimento dei tassi invariati. Scostamenti da questo livello soprattutto qualora anche solo uno dei 9 avesse votato a favore di un rialzo potrebbero spingere il cable oltre 1.63, in caso contrario, qualora fosse stata raggiunta l’unanimità o la quasi unanimità in favore di un mantenimento invariato, il cable perderebbe nuovamente terreno tornando verso area 1.61. E come se non bastasse, ci si metterà pure la FED a far traballare il cable con la riunione di questa sera: si parte quindi da quota 1.6270 nelle prime ore di oggi, e con la quantità di variabili che influenzeranno il cable oggi, è proprio il caso di dirlo “rien ne va plus”!
USDJPY
Recupero lento quello dello yen giapponese che nella giornata di ieri ha ritestato il canale tecnico rialzista (grafico) portando USDJPY verso area 107 dai livelli massimi di inizio settimana salvo poi risalire a 107.20 nelle prime ore di contrattazione di oggi anche sulla performance non brillante del mercato azionario nipponico con l’indice Nikkei della borsa di Tokyo che cede lo 0.06%. L’attesa per il FOMC di stasera e per i dati sulla bilancia commerciale della notte faranno aumentare la volatilità e con buona probabilità la moneta del Sol Levante sarà interessata da ulteriori pressioni. L’attesa per gli importanti dati della notte invece potrebbe favorire lo yen abbattendone il rapporto con il dollaro americano qualora ci fossero sorprese in meglio sul fronte degli scambi commerciali.