Dove c’è un default nazionale ora c’è la Cina. Se il FMI (Fondo Monetario Internazionale ndr) ricopre da sempre il ruolo di mediatore (e prestatore) per i paesi in default in cambio di garanzie e riforme politiche atte a stabilizzare l’economia del paese, la Cina di Xi Jinping chiede molte meno garanzie e impegno e i termini si limitano “semplicemente” ad assicurare il controllo di Pechino sulle risorse naturali del paese: così il Venezuela, ma anche l’Argentina e la Russia sono già state ampiamente aiutate dalle casse cinesi. E con l’accordo tra la PBOC (People Bank of China ndr) e le banche centrali di 28 paesi del mondo per rendere lo yuan alternativo al dollaro, la Cina di Jinping si prepara a sfidare in tutto e per tutto il primato statunitense anche a livello finanziario.
Nella guerra del petrolio iniziano a farsi sentire gli spillover effects (effetti collaterali ndr) e si intensificano i giochi di potere soprattutto di Arabia Saudita e Stati Uniti tra cui ultimamente i rapporti si sono raffreddati in modo piuttosto marcato. Con il crollo delle quotazioni del greggio, la sfida non è più sui prezzi, ma sul controllo del mercato: la questione è di rilevante importanza per i sauditi che possono permettersi periodi prolungati di prezzi bassi, ma ancora di più per gli Stati Uniti dove le imprese che si occupano di shale oil dovrebbero poter sopravvivere anche a livelli di prezzi intorno ai 40 dollari/barile. L’apertura forzata al mercato e il graduale passaggio in secondo piano dell’OPEC sono fattori che stanno rivoluzionando il comparto energia che è sempre di più regolato dal libero mercato.
Sul fronte europeo fumata nera ieri al parlamento grego con 168 voti a favore del candidato presidenziale della maggioranza di governo. In previsione dell’ultima votazione il 29 Dicembre dove saranno necessari 180 voti, i mercati iniziano a tremare. Samaras, il primo ministro, sembra aver già avanzato la proposta di anticipare la data delle elezioni politiche a fine 2015 per calmare le acque e raccogliere consensi, ma il bandolo della matassa è lungi dall’essere sbrogliato.
Market Movers
Alle 14:30 negli Stati Uniti le nuove richieste di sussidi di disoccupazione attese a 287 mila unità di poco inferiori alle 289 mila della lettura precedente.
EURUSD
Lo straordinario risultato degli Stati Uniti alla prova del PIL che ha fatto registrare un 5.0% rispetto alle attese a 4.3% ha affossato letteralmente la moneta unica che per la prima volta da mesi scende sotto 1.22. Dopo un breve test in area 1.2170, l’euro è tornato in prossimità di 1.22 questa mattina rincanalandosi nel canale ribassista di medio periodo (grafico). Dopo aver digerito la performance straordinaria degli USA di ieri, non dovrebbe esserci particolare movimento durante la giornata odierna con una tendenza alla lateralizzazione intorno al livello 1.22.
GBPUSD
La sterlina inglese non è immune ai dati travolgenti sul PIL a stelle e strisce che riportano il cable in area 1.55 dove abbandona di fatto la banda di oscillazione delle scorse settimane e si porta in territorio fortemente negativo con l’indice RSI che si avvia verso l’area di ipervenduto. Dopo un primo test in area 1.5490, il cable è tornato nelle prime ore di contrattazioni in Europa in territorio positivo riportandosi in prossimità di 1.5550 dove è atteso il movimento di accumulazione di oggi.
USDJPY
I dati sul PIL statunitense hanno spinto lo yen giapponese oltre il livello di 120.0 riportandolo ai massimi visti ad inizio Dicembre. L’accelerazione che ha portato il rapportro tra biglietto verde e divisa nipponica sui massimi relativi è un derivato dei dati americani e del quadro tecnico che ha sicuramente sospinto l’avanzamento di USDJPY ben sopra i livelli tecnici della settimana. Ci ha messo lo zampino anche la festività del Compleanno dell’Imperatore (Tennou no Hi ndr) che ha tagliato fuori i giapponesi dagli scambi durante la giornata di ieri. Il cambio è comunque ritornato in area 120.40 nelle ore notturne dopo essere stato a 120.80, riproponendosi in prossimità della trendline rialzista e limite superiore del canale di medio periodo (grafico) che dovrebbe fornire un discreto supporto per le contrattazioni odierne.