È l’ora dei conti, almeno di alcuni di quelli in sospeso: le proccupazioni per il rallentamento globale, incubo e spauracchio del governatore della FED Janet Yellen, si stanno concretizzando e partono proprio dal Pacifico. Con la mossa a sorpresa della Reserve Bank of Australia (la banca centrale australiana ndr) che ieri notte ha tagliato il tasso di riferimento di 25 bps a 2.25% si fanno più insistenti le speculazioni circa il possibile ingresso anche delle economie dell’estremo oriente nella fase di easing globale che ha interessato Stati Uniti, Giappone, Regno Unito e Eurozona. È in particolar modo la Cina che desta il maggiore interesse dopo le voci che si fanno sempre più insistenti circa un possibile easing; oltre ovviamente all’Australia, che dal canto suo ha ancora diverse cartucce nella canna del taglio dei tassi partendo da livelli di riferimento relativamente elevati rispetto agli altri Paesi. Alcuni analisti reputano ragionevole pensare che la RBA possa intervenire ancora durante l’anno fino ad un massimo di due tagli.
Market Movers
Alle 10:30 nel Regno Unito il dato PMI costruzioni atteso a 57.0 rispetto al precedente a 57.6.
Alle 16:00 negli Stati Uniti il dato sugli ordinativi industriali atteso a -2.2% dal -0.7% della lettura scorsa. Alla stessa ora conferenza stampa del membro del FOMC Bullard seguito da Kocherlakota alle 17:45.
Alle 22:45 in Nuova Zelanda il dato trimestrale sulla variazione del numero di occupati atteso stabile allo 0.8% per un tasso di disoccupazione che scende al 5.3% dal 5.4% della rilevazione precedente.
A mezzanotte conferenza stampa del governatore della Reserve Bank of New Zealand Wheeler.
Alle 2:45 in Cina il dato PMI servizi elaborato da HSBC è atteso a 52.8 in ribasso dal 53.4 della rilevazione precedente.
EURUSD
Moneta unica praticamente invariata rispetto al dollaro continua a scambiare poco sotto area 1.1350 in un movimento laterale che sta accumulando in un range sempre più ristretto. La forza del biglietto verde che sta interessando i cambi con tutte le divise principali non sembra interessare la moneta unica che sembra aver trovato in quest’area un livello di equilibrio in cui, seppure temporaneamente, il mercato sconta l’attuale situazione congiunturale. L’attesa è per i dati statunitensi del pomeriggio che potrebbero fornire spunti per un movimento e soprattutto in caso di risultati inferiori alle attese, potrebbero sostenere la moneta unica sopra il livello di 1.1350.
GBPUSD
Il cable sta affrontando una fase di ritracciamento importante dopo i rialzi della scorsa settimana che ha riportato il cambio GBPUSD sui minimi relativi in area 1.50, ben sotto quella soglia di equilibrio che ha interessato gli scambi delle ultime settimane. L’attesa anche in questo caso è per i dati americani del pomeriggio anche se l’impostazione tecnica rimane ribassista: la sterlina infatti è stata fortemente interessata dal recupero del dollaro che potrebbe estendere i rialzi anche sotto area 1.50 forte del recupero dei prezzi del greggio oltre i 50 USD/barile.
USDJPY
Nonostante per la prima volta da diversi anni i rendimenti dei titoli di stato giapponesi siano saliti, lo yen continua a mantenersi nella fascia di equilibrio con uno spostamento verso il basso del corridoio di oscillazione tra 117.0 e 118.0 anche sull’onda del recupero del mercato azionario nipponico dove l’indice Nikkei della borsa di Tokyo guadagna il 1.67%. Se lo yen torni ad essere interessante in termini di rendimenti o l’effetto sia legato all’avversione al rischio che permea tutti i principali mercati è ancora difficile da stabilire: il quadro tecnico infatti non descrive ancora una fase di recupero che deve attendere almeno la rottura del livello di 117.0 ed eventuale estensione verso 116.0.