L’inverno è alle porte e chi sperava esso potesse dare un po’ di sollievo alle casse del Cremlino, già provate da un crollo senza pari nei mercati azionari e obbligazionari, si sbagliava di grosso. L’esecutivo di Mosca sta infatti studiando manovre restrittive per arginare l’emorragia di rubli dai confini dell’unione delle ex repubbliche sovietiche. Le indiscrezioni su un “capital control” (controllo dei capitali ndr) stanno gettando benzina sul fuoco dell’economia russa fortemente provata dalle sanzioni statunitensi ed europee, la fuga di capitali e le vendite di massa sui mercati sovietici. È sotto gli occhi di tutti che si è innescata una spirale devastante per la Russia di Putin ormai fuori controllo e che lo “zar” non è più in grado di controllare: l’apertura ai mercati internazionali e le dichiarazioni datate 2007 dello stesso Putin che celebrava il rublo come una valuta rifugio (al pari di franco svizzero e yen giapponese) sono venute meno nei fatti. L’inverno è alle porte, ma non sarà un periodo felice per la Russia, che può contare sì sulle vendite di gas e prezzi più alti, ma dovrà fare i conti con i mancati introiti derivanti da una forte discesa dei prezzi del greggio e infine con una recessione spietata e il rischio del collasso del sistema finanziario, prima che economico.
Market Movers
Alle 9:55 il dato PMI sulla fiducia del comparto manifatturiero in Germania atteso stabile a 50.3. Alle 10:00 lo stesso dato per l’eurozona anch’esso atteso a 50.5 in linea con il dato precedente.
Alle 10:30 è la volta del Regno Unito dove la fiducia delle imprese manifatturiere dovrebbe attestarsi a 52.5, anche in questo caso in linea con la rilevazione precedente.
Alle 14:15 il dato elaborato da ADP sulla variazione del numero di occupati che dovrebbe mostrare una progressione a 210 mila unità rispetto alle 204 mila del dato precedente. Alle 16:00 il dato PMI elaborato da ISM sulla fiducia del comparto manifatturiero statunitense dovrebbe mostrare un lieve rallentamento a 58.5 dal 59.0 del dato precedente.
Nella notte in Australia alle 3:30 il dato sulla bilancia commerciale dovrebbe uscire a -0.7 miliardi circa metà rispetto al dato precedente a -1.359 miliardi.
EURUSD
Il tonfo netto a 86.0 dalle attese a 92.5 per il dato americano dell’indice Consumer Board, un’istituzione nella rilevazione della fiducia dei consumatori, ripiana solo nel pomeriggio la performance poco esaltante dei dati europei usciti in mattinata in Europa su disoccupazione e inflazione che tutto sommato forniscono un quadro quanto meno stabile e non in peggioramento. Forse sono buone notizie per Mario Draghi, il governatore della BCE, in vista dell’appuntamento di giovedì 2 Ottobre. La moneta unica, dopo un tonfo di oltre una figura da 1.2680 a 1.2560 è tornata in zona 1.2620, rincanalandosi all’interno del nostro canale ribassista di medio periodo (grafico). I dati in giornata sull’indice PMI manifatturiero, insieme al dato ADP sulla variazione del numero di occupati negli Stati Uniti catalizzeranno l’attenzione con un aumento deciso della volatilità durante tutta la giornata già a partire dalle prime ore di contrattazione della seduta europea di oggi.
GBPUSD
Il cable segue il movimento di dollaro già visto anche nel rapporto tra biglietto verde e moneta unica. Inquadrato all’interno di un canale ribassista di breve periodo, la moneta di Sua Maestà subisce ugualmente i contraccolpi dei dati americani riportandosi sopra il livello a 1.62 in prossimità di una forte area di supporto (grafico). I dati sulla fiducia del comparto manifatturiero del Regno Unito insieme ai dati sul mercato del lavoro americano contribuiranno all’aumento della volatilità, e se mentre da oltreoceano è sempre maggiore il numero di membri del FOMC che enfatizza sulla (eccessiva ndr) forza del dollaro, a Londra ci si prepara alla prossima riunione della Bank of England dove, dati alla mano, potrebbero verificarsi variazioni nell’equilibrio delle votazioni in favore di un rialzo dei tassi: rumors che il mercato sta cercando di appurare.
USDJPY
L’indice Tankan ha fatto registrare nella notte di ieri un risultato contrastante: l’indice delle grandi imprese ha fatto registrare un dignitosissimo 13, superiore sia alle attese a 10, sia al dato precedente a 12. Tuttavia l’indice relativo al settore produttivo delle piccole e medie imprese ha segnato un risultato piuttosto negativo a 13, ben lontano sia dalle attese a 17, sia dal precedente a 19. Di conseguenza il rapporto tra biglietto verde e yen giapponese si è portato prima oltre 110, salvo poi ritracciare in zona 109.80, anche sulla scia dei buoni dati cinesi dove la fiducia delle imprese manifatturiere si è attestata a sorpresa a 51.1, centrando il risultato precedente. Lo yen è quindi tornato a scendere e il rapporto con il biglietto verde si è riportato su nuovi massimi cercando di violare al rialzo la parte superiore del canale rialzista (grafico).