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Analisi FX del 15 settembre 2014

Pubblicato 15.09.2014, 10:05
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Inizia oggi una settimana che potrebbe passare alla storia. Senza dubbio un Settembre caldissimo quello che si appresta a virare alla boa di metà mese. Tra tre giorni il Regno Unito potrebbe non esistere più e solo chi non conosce la tempra degli Scozzesi, riflessa anche nel motto “nemo me impune lacessit” (nessuno può provocarmi impunemente ndr), potrebbe sottovalutare ciò che si sta muovendo a nord di York.

Esattamente una settimana fa a Edimburgo, il nazionalista scozzese Alex Salmond leader del fronte del Si all’indipendenza stava festeggiando la sua prima volta in testa nei sondaggi, sondaggi ridimensionati solo 24 ore dopo a causa anche del fuoco incrociato di Londra, buttata giù di soprassalto dalla metaforica branda su cui sonnecchiava da almeno due decenni.
Nel frattempo sulle rive del Tamigi, il primo ministro Cameron si è cautamente defilato mandando avanti il cancelliere dello scacchiere e braccio destro Osborne a fare avances fiscali alla Scozia, nell’attesa dell’atto finale. A Threadneedle Street, che affaccia sull’antico Royal Exchange, il governatore della Bank of England Carney, reclutato dallo stesso Osborne nel 2012 nei lontani Territori di Nord-Ovest, e non certo famoso per la cautela nel fare dichiarazioni, ha sottolineato come la sterlina inglese sia un asset che Londra non ha intenzione di condividere con Edimburgo nel caso si riporti l’unione a prima del 1707.
Il controbluff di Londra è stato palese quando, paradossalmente, proprio il leader dell’UKIP Nigel Farage si è premurato di esprimere la propria nettissima posizione contro il fronte indipendentista, sottolineando come il populismo scozzese rappresentato da Salmond porterà la Scozia a una profonda crisi economica.

È difficile fare un’analisi obiettiva a Edimburgo proprio perchè il populismo viscerale cui si rifanno gli indipendentisti è difficilmente contrastabile e gli oppositori pavidi e decisamente silenziosi: ma come ci insegnano la storia recente sui sondaggi, nel segreto dell’urna la pancia lascia spazio alla ragione. Ragione surrogata da dati schiaccianti: un milione di posti di lavoro che dipendono dall’integrazione delle due Nazioni, un sistema sanitario al collasso per cui non esistono coperture nemmeno dal petrolio del mare del Nord, il ritorno forzato ad una moneta che subirà fortissime pressioni dagli speculatori esteri e un paese di cinque milioni di abitanti lasciato da solo in un mondo in cui solo l’unione fa la forza.

Tuttavia a Londra si prepara il gabinetto di guerra: il primo ministro inglese, che si era risparmiato per l’atto finale, sarà in prima linea oggi con un viaggio in Scozia nella settimana decisiva e lasciando a Westminster il cancelliere dello scacchiere Osborne, che nel frattempo ha cancellato tutti i viaggi internazionali, e Carney che rientrerà dall’Australia in tempo per il voto.

Market Movers della Settimana

Lunedì 15 alle 9:15 il dato svizzero sull’indice dei prezzi alla produzione attesi in recupero a 0.2% dalla parità. Alle 14:30 negli Stati Uniti l’indice NY Empire State manifatturiero atteso in rialzo a 16.0 contro il precedente a 14.7 e alle 15:15 la produzione industriale attesa il lieve flessione a 0.3% dal precedente a 0.4%.

Martedì 16 alle 2:00 il vicegovernatore della RBA Kent terrà una conferenza stampa e alle 3:30 sempre in Australia verranno pubblicati i verbali dell’ultima riunione di politica monetaria. Alle 7:30 discorso del governatore della Bank of Japan Kuroda e alle 10:30 nel Regno Unito verranno pubblicati i dati sull’inflazione attesa in diminuzione a 1.5% dal 1.6% precedente per la rilevazione annualizzata, mentre la variazione mese su mese dovrebbe mostrare un recupero a 0.4% dal -0.3% scorso. Alle 11:00 l’indice ZEW tedesco sulla fiducia dei consumatori atteso a 4.8 rispetto al 8.6 precedente, mentre la rilevazione ZEW riferita all’area euro dovrebbe mostrare un rallentamento meno marcato a 40.0 dal 44.3 precedente. Alle 14:30 negli Stati Uniti l’indice dei prezzi alla produzione atteso stabile a 0.1%. Alle 18:45 in Canada la conferenza stampa del governatore della BOC Poloz.

Mercoledì 17 alle 10:30 nel Regno Unito la variazione delle richieste di sussidi che sono attesi in diminuzione di 30.0 mila unità dal precedente in diminuzione di 33.6 mila unità per un tasso di disoccupazione che dovrebbe scendere a 6.3% dal 6.4% scorso. Alle 11:00 l’inflazione annualizzata in Europa attesa stabile allo 0.3%, mentre lo stesso dato mese su mese negli Stati Uniti dovrebbe mostrare una stabilizzazione a 0.1% per il dato aggregato e un recupero a 0.2% da 0.1% per la component core. Alle 20:00 lo statement del FOMC sulla politica monetaria e a margine la conferenza stampa del governatore della FED Janet Yellen alle 20:30.

Giovedì 18 a mezzanotte e 45 il dato neozelandese sul PIL trimestrale atteso in discesa a 0.6% rispetto al precedente a 1.0%. Alle 1:50 in Giappone la bilancia commerciale dovrebbe uscire a -1.03 trilioni dal -0.96 trilioni della rilevazione precedente. Alle 10:30 il dato sulle vendite al dettaglio nel Regno Unito attese in recupero a 0.4% dal precedente a 0.1%. Nel pomeriggio alle 14:30 negli Stati Uniti i nuovi permessi edilizi dovrebbero far registrar un rallentamento a 1.045 milioni di unità rispetto al 1.057 milioni precedente. Alle 14:45 conferenza stampa del governatore della FED Yellen e alle 16:00 negli Stati Uniti l’indice Philly FED manifatturiero atteso a 23.0 dal 28.0 precedente.

Venerdì 19:00 alle 14:30 l’inflazione in Canada dovrebbe mostrare un recupero a 0.2% dal -0.1% precedente.

EURUSD
20140915 EURUSD
Una settimana cruciale anche sul fronte banche centrali con la FED che rilascerà la decisione sui tassi d’interesse (Mercoledì 17 alle 20:00) con una prevedibile ulteriore riduzione del quantitative easing, appena la sera prima del d-day di Mario Draghi che inaugural l’inzio del TLTRO con una tranche da 400 miliardi di Euro. La moneta unica, risollevatasi la scorsa settimana da minimi relativi a 1.2860 che non vedeva da Luglio, è pronta per affrontare una settimana difficile con i dati sull’inflazione che potrebbero mostrare una stabilizzazione: una vera boccata d’aria fresca per la BCE e fondamentale per il piano di Draghi, che finalmente sarebbe sollevato nel vedere che le manovre e gli effetti degli annunci delle manovre, iniziano a dare qualche frutto. Effetti più che auspicati, dopo che nell’ultimo bollettino mensile della BCE pubblicato lo scorso giovedì, l’istituto di Francoforte passa sostanzialmente la palla ai governi nazionali sottolineando in sostanza “di aver fatto tutto ciò che poteva fare” lasciando trapelare che il quantitative easing in senso stretto è una strada estrema che la BCE è disposta a percorrere solo ed esclusivamente qualora si fosse in presenza di “gravi” rischi.
Tecnicamente la formazione dei due canali di breve periodo opposti ribassista e rialzista (grafico) sottolineano l’interlocutorietà di EURUSD anche in vista dei due importantissimi appuntamenti di questa settimana. Il mercato ha scontato quanto sopra e un discostamento dalle attese, soprattutto in caso di dati sull’inflazione inferiori alle attese, potrebbe riportare la moneta unica sotto 1.29 nel rapporto con il biglietto verde.

GBPUSD
20140915 GBPUSD
Rifacendoci all’editoriale, l’opinione più diffusa ormai tra i bookmakers inglesi è per la vittoria dello status quo. Tuttavia, la sterlina inglese ha visto una settimana di forti oscillazioni toccando minimi in area 1.6050 salvo poi tornare su livelli nel range laterale tra 1.62 e 1.63. Mercoledì tutti gli occhi saranno puntati sulla Scozia e i sondaggi la faranno da padroni in questo inizio di settimana. Graficamente l’instaurazione di un canale ralzista di breve periodo, come nel caso di EURUSD, indica una certa interlocutorietà del cable in aperture con la possibilità di una nuova spinta verso area 1.664 nel caso della vittoria dei No. Di converso, l’incognita lasciata dal destino del pound in caso di Si all’indipendenza ha costretto il cancelliere dello scacchiere Osborne e il governatore della Bank of England Carney al piantonamento a Londra e lo studio e sviluppo di un piano salvagente, ma che quasi sicuramente, dovrà anche riportare verso l’alto una sterlina che scenderebbe sotto quota 1.60, anche per scontare la perdita di una parte consistente di economia costituita dalla Scozia.

USDJPY
20140915 USDJPY
“La dinamica dei prezzi va nella giusta direzione, possiamo stabilizzare il livello di liquidità che immettiamo nel sistema”. È questa la sostanza delle parole pronunciate la scorsa settimana dal governatore della Bank of Japan Kuroda: un chiaro segnale di forza dello yen giapponese che tuttavia ha raggiunto livelli prossimi a 107.50 e posizionandosi in un’area di forte e prolungato ipercomprato contro biglietto verde. Una situazione sostenuta da un mercato delle commodities fortemente sotto pressione con l’indicatore aggregato che ha raggiunto i minimi da 17 mesi. L’appuntamento è per la notte tra martedì e mercoledì con il discorso di Kuroda e con i dati sulla bilancia commerciale che potrebbero fornire un po’ di spinta ad un recupero, anche tecnico dello yen.

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