L’alba del giorno dopo è sempre serena. I mercati hanno accolto con favore il risultato delle elezioni in Europa in cui ha vinto il partito dei moderati di destra e sinistra, ma dove l’euroscetticismo ha raggiunto circa un terzo dei seggi. Nonostante la protesta sia aumentata in maniera vertiginosa dall’ultima tornata – e come poteva essere altrimenti in un periodo di forte crisi? – la maggioranza del nuovo parlamento sarà a favore dell’Europa e dell’Euro, con gli equilibri fortemente cambiati in cui il ruolo primario di principe reggente d’Europa, dove la regina è chiaramente Angela Merkel, è stato strappato dal primo ministro italiano Matteo Renzi che porta a Bruxelles uno dei gruppi di parlamentari provenienti dallo stesso partito più folti. Con l’inizio del semestre di presidenza a guida italiana in Luglio, il nuovo asse Roma – Berlino sarà incaricato di promuovere quelle riforme a livello europeo che il sud attende fortemente. E intanto, Sua Maestà Angela I si è già affrettata a dire che è arrivato il momento di pensare alla crescita. Ipse dixit?
Da Strasburgo il governatore della BCE Mario Draghi ha sottolineato con forza che l’istituto di Francoforte “non è rassegnato a consentire all’inflazione di rimanere troppo bassa troppo a lungo” e ancora che “serve particolare attenzione per potenziale spirale negativa di bassa inflazione” per cui le previsioni sono per una “inflazione in calo”. Si aprono praterie alle nuove misure che la BCE potrebbe adottare già nel prossimo appuntamento del 5 Giugno in cui si dice “pronta ad azione qualora emergesse un rischio di inflazione che non ritorna verso il 2%” di target di medio periodo, anche se subito dopo Draghi rassicura ancora i mercati sostenendo che l’attesa è per una bassa inflazione prolungata ma che “ritorni gradualmente vicino al 2%”. Niente di nuovo quindi, tranne un po’ di motivata apprensione, nelle parole del governatore BCE, che non muove particolarmente i mercati che hanno già scontato l’annuncio fatto in occasione del’ultima riunione della banca centrale europea.
Market Movers
La giornata inizia alle 7:45 con il prodotto interno lordo in Svizzera atteso in recupero a 0.6% rispetto al precedente a 0.2% nella lettura trimestrale e a 1.9% rispetto al precedente a 1.7% nella lettura annualizzata.
Alle 14:30 gli ordinativi di beni durevoli core sono attesi in frenata a 0.3% rispetto al 2.1% della rilevazione precedente, mentre nella componente generale la frenata è ancora più marcata con un’attesa deludente a -0.5% rispetto al 2.5% precedente.
Alle 15:30 conferenza stampa del presidente della BCE Mario Draghi.
Alle 16:00 l’indice CB sulla fiducia dei consumatori negli Stati Uniti atteso in rialzo a 83.0 rispetto al dato precedente a 82.3.
Nella notte in Asia alle 2:00 la conferenza stampa del governatore della Bank of Japan Kuroda, mentre alle 3:00 l’indice ANZ neozelandese sulla fiducia delle imprese.
EUR/USD
1.3650 sembra il livello fisiologico di EURUSD nella settimana precedente il nuovo appuntamento con la politica monetaria del prossimo 5 giugno. Dopo un minimo a 1.3610 sullo scavalco di settimana dovuto alle preoccupazioni e avversione al rischio pre elettorale, il principale cambio torna intorno al livello tecnico. In assenza di particolari notizie in mattinata, l’attesa è per un movimento laterale almeno fino ai dati sugli ordinativi di beni durevoli negli Stati Uniti alle 14:30, la seconda conferenza stampa di Mario Draghi alle 15:30 e l’indice CB sulla fiducia delle imprese atteso alle 16:00. Le attese sono per ordinativi piuttosto bassi, che potrebbero deludere ulteriormente favorendo la moneta unica, anche se a distanza di un’ora e mezza il dato di fiducia potrebbe sorprendere al rialzo, qualora seguisse il trend delle ultime settimane.
USD/JPY
Con l’apertura della sessione asiatica, il Giappone vive con favore un ritorno alla liquidità che spinge il mercato azionario del Sol Levante che chiude di un quarto di punto sopra la parità con l’indice Nikkei che fa registrare +0.23% e di conseguenza si apprezza anche lo Yen giapponese che perde circa 30 pips nella notte contro biglietto verde portandosi in queste ore in area 101.75. Andranno seguiti da vicino i dati nel pomeriggio negli Stati Uniti e la conferenza stampa del governatore della Bank of Japan Kuroda alle 2:00 che fornirà qualche indicazione sulla guidance della banca centrale nipponica.
NZD/USD
A guidare le valute pacifiche c’è sia una generalizzata forza di dollaro che ha contraddistinto le ultime settimane, sia un indebolimento dei fondamentali asiatici, con la cina in testa, che portano al ribasso sia l’aussie che il kiwi. Ma il comportamento tecnico di quest’ultimo è molto più interessante poiché dopo essere rientrato nel canale ribassista la scorsa settimana, sembra ben acorato in questo trend scambiando in queste ore a 0.8550 contro biglietto verde. Le attese per i dati del pomeriggio faranno il resto.