Sembrano momentaneamente sopite le tensioni internazionali tra Stati Uniti e Russia, ma è solo una pausa di riflessione momentanea. Dopo che i separatisti filorussi hanno lasciato partire il treno con i corpi delle vittime del disastro aereo del volo MH17 e riconsegnato le scatole nere, il presidente russo Putin sembra più che mai isolato e corre ai ripari per studiare le nuove mosse. Ne hanno giovato i mercati azionari ieri che hanno recuperato in buona parte le perdite della giornata precedente, ma la situazione rimane comunque critica: anche a causa delle rinnovate violenze in medio oriente che stanno catalizzando l’attenzione degli osservatori internazionali. Una situazione che favorisce un ritorno ad asset più “sicuri” e meno rischiosi, un flight to quality (propensione a scegliere qualità) che diminuisce volatilità sulle valute principali e spinge quelle considerate safe heavens (valute rifugio).
Market Movers
Alle 10:30 la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione di politica monetaria nel Regno Unito e alle 13:45 la conferenza stampa del governatore della Bank of England Carney. Alle 14:30 le vendite al dettaglio in Canada dovrebbe mostrare una flessione a 0.3% rispetto al dato precedente a 0.7% per la componente core e a 1.0% rispetto al precedente a 1.1% per il dato aggregato.
Alle 23:00 la decisione sui tassi d’interesse in Nuova Zelanda con la RBNZ che dovrebbe alzare il tasso di riferimento a 3.50% rispetto al 3.25% precedente e contestualmente la conferenza stampa del governatore Wheeler. Alle 00:45 la bilancia commerciale neozelandese dovrebbe mostrare una flessione a 1150 milioni rispetto al precedente a 1370 milioni.
Alle 3:45 l’indice PMI manifatturiero cinese elaborato da HSBC dovrebbe mostrare un recupero a 51.0 rispetto al dato precedente a 50.7, mentre alle 9:30 il dato PMI manifatturiero tedesco dovrebbe uscire invariato a 52.0 rispetto al precedente.
EUR/USD
Scende la moneta unica portandosi, nel rapporto con il biglietto verde, fino a un minimo a 1.3455 complici i dati americani usciti in linea con le attese sul fronte inflazionistico e migliori delle attese, come già avevamo annunciato, sul fronte del mercato immobiliare confermando di fatto il trend intrapreso già da inizio anno. Il rafforzamento del dollaro era quasi scontato da tutti gli analisti anche da un punto di vista tecnico dove la permanenza prolungata al di sotto della trendline ribassista di medio periodo (grafico) sottolineava la probabilità di ulteriori ribassi di EURUSD. Si aprono quindi nuovi scenari ribassisti per la moneta unica che sconta anche un effetto divide sul fronte ucraino rispetto agli Stati Uniti e riemergono le implicazioni di lungo periodo della politica monetaria della BCE sempre relazionata con la controparte a stelle e strisce.
GBP/USD
Nonostante i brutti dati CBI sui trend del settore industriale nel Regno Unito la sterlina non risente particolarmente della forza del dollaro USA portandosi a 1.7050 in concomitanza con la nostra trendline ribassista di breve periodo e il supporto chiave in quell’area. Le previsioni positive per i dati in uscita questa settimana, oltre all’appuntamento di oggi con la pubblicazione dei verbali della riunione di politica monetaria dello scorso 10 luglio e soprattutto la conferenza stampa di Carney, dovrebbero ridare spinta al cable e rincanalarlo all’interno del canale rialzista di medio periodo (grafico) ed eventualmente sopra il livello chiave a 1.71. Sempre salvo particolari sorprese.
NZD/USD
Stasera appuntamento alle 23:00 con la decisione sui tassi d’interesse che dovrebbe portare la RBNZ ad alzare di 25 bp il tasso di riferimento a 3.50%. Nonostante l’eventuale movimento rialzista momentaneo, il kiwi perde il suo appeal di carry trade currency e anche di seguito alle dichiarazioni del governatore Wheeler che vede nel cambio troppo forte uno svantaggio per l’economia, è presumibile che il mercato favorirà il dollaro americano portando il tasso del kiwi verso 0.8620 bucando quindi il supporto a 0.8680 su cui si trova in queste ore.