La perdita del supporto a 50,00 dollari ad inizio marzo conseguenza della guerra dei prezzi tra Arabia Saudita e Russia ha spinto molto velocemente le quotazioni del petrolio del mare del nord fino a 15,98 dollari sui minimi visti nel 1999 e nel 2001 consentendo poi dei rimbalzi. Lo scenario si presenta tuttora di debolezza con la situazione generale sul petrolio che rimane in tensione a causa della forte offerta a fronte di una domanda praticamente dimezzata a causa del blocco della varie economie indotto dal corona virus. Da un punto di vista tecnico la formazione di un triplo minimo a 16,00 dollari è un segnale che il mercato potrebbe aver raggiunto il suo fondo e da qua organizzare un recupero.
Senza escludere un nuovo possibile tentativo di testare nuovamente i minimi recenti, sembra possibile nel corso dei prossimi mesi la formazione di una ampia fase laterale tra 16,00 e 36,00 dollari che potrebbe contenere le oscillazioni dei corsi. Segnali di forza di medio periodo verranno poi da chiusure mensili superiori a 36,00 consentendo recuperi verso 45,00 e quindi 50,00 dollari. Una perdita di quota 16,00 dollari su base settimanale invece fornirà un ulteriore forte segnale di debolezza. Nel breve segnali di ripresa verranno da una chiusura settimanale e mensile superiore a 23,00 dollari per il Brent.