Dopo una settimana dolorosa, il dollaro USA ha iniziato la settimana con il piede giusto, estendendo i guadagni contro gran parte delle altre valute.
La scorsa settimana l’indice del dollaro era crollato del 2% sull’onda del brusco apprezzamento della moneta unica (+2,07%), del loonie (2,34%) e della sterlina britannica (+2,41%).
Lo yen giapponese è stata l’unica divisa del comparto G10 a perdere terreno (-1%), perché gli investitori sono tornati ad asset più rischiosi alla ricerca di rendimenti.
Nonostante il solido andamento della scorsa settimana, stamattina anche il dollaro australiano è scivolato dello 0,22% contro il biglietto verde.
Dal 9 maggio, l’AUD si muove in un canale rialzista compatto, e il cambio AUD/USD è salito da 0,7329 a 0,7712, un rialzo del 5,20%. Sembra però che la festa stia per finire.
Le cifre sui permessi di costruzione, pubblicate stamattina, hanno deluso le attese, in calo del -19,7% a/a, o del -5,6% su base mensile; ciò dimostra che il raffreddamento del mercato immobiliare residenziale australiano è ormai una tendenza.
La contrazione dei permessi per la costruzione di case nuove ha due effetti principali.
Da un lato, il rallentamento del settore delle costruzioni, che negli ultimi anni era stato un solido catalizzatore di crescita, peserà sull’economia nella seconda metà dell’anno.
Dall’altro, dà un po’ di respiro alla banca centrale australiana (Reserve Bank of Australia, RBA), consentendole di aggiustare liberamente la sua politica monetaria, senza doversi preoccupare di alimentare la bolla immobiliare.
Una resistenza chiave giace a 0,7750 (massimo 21 marzo), cui segue 0,7849 (massimo 18 giugno 2015).
Al ribasso, il supporto più vicino si osserva a 0,7566 (38,2% di Fibonacci sul rally di maggio e giugno).
Stando ai dati della CFTC, il 27 giugno le posizioni lunghe speculative nette hanno raggiunto il 21,95% delle posizioni complessive.
La potenziale liquidazione di queste posizioni genera un importante rischio al ribasso per l’AUD/USD.