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Banca Ifis vs Unicredit.

Pubblicato 09.02.2017, 16:27
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Oggi nella rubrica titoli a confronto: Banca IFIS SpA (MI:IF) e Unicredit (MI:CRDI).

  1. PERFORMANCE TITOLO.

UniCredit: -40% in 3 mesi, -41% in 6, -59% in 1 anno, -79% in 3 anni e -70% in 5, dal 2000 ad oggi ha ceduto oltre il 93% nonostante più di un aumento di capitale.
Banca Ifis: +9% in 3 mesi, +28% in 6, +7% in 1 anno, +101% in 3 anni e +466% in 5, dal 2001 +221%.

Dividendi:
Bca Ifis: 0.37 euro del 2012, 0.57 euro del 2013, 0.66 del 2014, 0.76 euro del 2015
Unicredit: 0.09 euro del 2012, 0.10 euro del 2013, del 2014 e 2015 0.12 euro, non distribuirà NESSUN DIVIDENDO nel 2017.4. Risultati economico finanziari 2016:

BCA IFIS:
Bca Ifis ha chiuso il 2016 con un utile record di circa 687,9 milioni di euro rispetto ai 162,0 milioni di dicembre 2015 con un incremento del 324,7%.
“Il 2016 è stato caratterizzato dall’acquisizione dell’ex Gruppo Interbanca, perfezionata a fine novembre” ha detto Giovanni Bossi, Amministratore Delegato di Banca IFIS. “Quest’acquisizione ci permette di completare l’offerta dei servizi a supporto delle PMI, e già dalle prime settimane abbiamo iniziato a lavorare su fronti comuni, cogliendo, tra le altre, diverse opportunità di cross-selling.

Portiamo così nel Gruppo – e nel mercato – competenza, dimensione e coefficienti patrimoniali di valore che ci permetteranno di costruire ulteriore crescita nei settori di presenza. A questo – sottolinea Bossi – si aggiunge la sempre crescente attenzione nel settore dei non-performing loans, nel quale la Banca conferma la volontà di crescita”.

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Il 16 marzo a Milano si terrà la presentazione dei risultati d’esercizio e delle linee guida del piano strategico 2017-2019.

Il conto economico consolidato 2016 del nuovo Gruppo Banca IFIS chiude con un utile record di circa 687,9 milioni di euro. Il risultato è significativamente influenzato (per 623,6 milioni di euro) dagli effetti dell’acquisizione dell’ex Gruppo Interbanca.

Tale provento rappresenta il c.d. “Gain on bargain purchase” che, a valle del processo di Purchase Price Allocation, come previsto dai principi contabili di riferimento, è stato iscritto a conto economico.

Esso risulta dalla differenza positiva tra il fair value delle attività e passività acquisite (742,8 milioni di euro) e il loro prezzo di acquisto (119,2 milioni di euro, ancora al lordo di eventuali ulteriori riduzioni).

Si prevede inoltre che le attività iscritte a fair value in sede di acquisizione contribuiranno positivamente alla formazione del risultato della gestione finanziaria anche nel corso degli esercizi futuri per effetto dell’avvenuto allineamento della loro redditività ai tassi di mercato di riferimento.

Le principali voci economiche, che includono per il mese di dicembre 2016 anche il perimetro dell’ex Gruppo Interbanca, sono:  Margine di intermediazione1 consolidato pari a 326,0 milioni di euro, -19,4% rispetto all’esercizio 2015. Si segnala che il dato complessivo del 2016 include 11,0 milioni di euro di costo addizionale del funding connesso all’acquisizione dell’ex Gruppo Interbanca.

Parimenti, si segnala che il dato 2015 era positivamente influenzato dall’operazione di riassetto del portafoglio titoli di Stato perfezionata ad aprile 2015, che aveva portato ad una plusvalenza di 124,5 milioni di euro.

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Al netto di tali proventi la crescita si attesta a 53,6 milioni di euro (+18,9%). Significativo l’incremento registrato dall’Area NPL (154,7 milioni di euro, +193,7%). Durante l’anno sono stati realizzati utili da cessioni di portafogli residuali per 44,5 milioni di euro (14,9 milioni a dicembre 2015).

I Crediti Commerciali realizzano 174,4 milioni di euro (158,7 milioni di euro a dicembre 2015, +9,9%); tale voce contiene per 15,8 milioni di euro l’effetto derivante dall’applicazione di un nuovo modello di stima dei flussi di cassa per i crediti ATD (Acquisto a Titolo Definitivo) vantati nei confronti del Sistema Sanitario Nazionale.

L’ex Gruppo Interbanca per il solo mese di dicembre 2016 contribuisce al margine di intermediazione per 1,9 milioni di euro ripartiti tra i settori Crediti Commerciali, Corporate Banking e Leasing.  Rettifiche di valore nette1 , relative al solo settore dei Crediti Commerciali, pari a 26,6 milioni di euro, riferibili per 22,2 milioni di euro a crediti verso la clientela (rispetto ai 21,7 milioni al 31 dicembre 2015, +2,7%) e per 4,4 milioni di euro a titoli di capitale non quotati (8,9 milioni di euro a dicembre 2015). Le rettifiche dell’ex Gruppo Interbanca riferite a dicembre 2016 sono pari a 1,6 milioni di euro.  Costi operativi pari a 202,5 milioni di euro (128,1 milioni nel 2015) ed includono i costi relativi all’acquisizione dell’ex Gruppo Interbanca per 16,5 milioni di euro.

I costi operativi relativi al solo ex Gruppo Interbanca sono pari a 13,8 milioni di euro. Al netto dell’ex Gruppo Interbanca e degli oneri imputabili all’operazione di acquisizione sopra citata, i costi relativi al vecchio perimetro del Gruppo Banca IFIS sono pari a 172,2 milioni di euro.  Gain on bargain purchase relativo all’acquisizione dell’ex Gruppo Interbanca, è pari a 623,6 milioni di euro. L’utile netto del Gruppo al 31 dicembre 2016 si attesta a 687,9 milioni di euro rispetto ai 162,0 milioni di dicembre 2015 con un incremento del 324,7%.

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L’utile normalizzato del solo Gruppo Banca IFIS, al netto della bargain (623,6 milioni di Euro) e dei costi connessi all’acquisizione dell’ex Gruppo Interbanca (complessivamente pari a 27,5 milioni di Euro) si attesta a 89,7 milioni di euro, con una crescita sul normalizzato 2015 del 12,2%. L’utile per azione al 31 dicembre 2016 è pari a 12,94€, l’utile normalizzato per azione è pari all’1,69€. Il dividendo proposto è di 0,82 euro/azione. Il totale attivo al 31 dicembre 2016 è pari a 8,7 miliardi verso 7,0 miliardi nel 2015 (+25%).

Gli impieghi consolidati al 31 dicembre 2016 sono pari a 5,9 miliardi di euro (3,4 miliardi al 31 dicembre 2015, +72,5%). I crediti deteriorati lordi relativi alsettore Crediti commerciali sono pari a 476,3 milioni di euro a fronte di rettifiche di valore pari a 275,3 milioni di euro con un coverage ratio del 57,8%.

Le sole sofferenze lorde sono pari a 276,7 milioni con rettifiche pari a 245,0 milioni e un coverage ratio dell’88,5%. I crediti deteriorati lordi relativi ai settori Corporate Banking e Leasing (riconducibili all’ex Gruppo Interbanca) sono pari a 889,9 milioni di euro a fronte di rettifiche di valore pari a 681,1 milioni di euro con un coverage ratio del 76,5%.

Le sole sofferenze lorde sono pari a 534,9 milioni di euro con rettifiche pari a 501,5 milioni e un coverage ratio del 93,7%. Il patrimonio netto a fine esercizio si attesta a 1,2 miliardi di euro rispetto ai 573,5 milioni del 31 dicembre 2015.

I fondi propri beneficiano integralmente degli effetti dell’acquisizione dell’ex Gruppo Interbanca, non essendo state applicate misure prudenziali al gain on bargain purchase iscritto a conto economico. Il CET1 e il Total Own Fund ratio consolidati del solo Gruppo Banca IFIS, senza considerare gli effetti del consolidamento della controllante La Scogliera2 , a fine 2016 si attestano entrambi al 15,7% rispetto al 15,8% di fine 2015.

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UNICREDIT:
PERDITA NETTA CONTABILE PARI A €11,8 MLD – PROFITTO NETTO PARI A €1,3 MLD ESCLUDENDO €13,1 MLD DI POSTE (MI:PST) NON RICORRENTI NEL FY16  RICAVI STABILI A €18,8 MLD (-0,3 PER CENTO FY/FY)  COSTI OPERATIVI PARI A €12,5 MLD – COSTI OPERATIVI RIDOTTI DEL 4 PER CENTO FY/FY A €11,8 MLD ESCLUDENDO €626 MLN DI POSTE NON RICORRENTI RELATIVE AL PIANO TRANSFORM 2019

“Il 2016 è stato un anno cruciale per UniCredit. Abbiamo intrapreso numerose azioni incisive per superare le eredità negative del passato e le criticità operative in modo da assicurare il successo futuro del Gruppo.

Continueremo a rafforzare il nostro semplice modello di business di banca commerciale paneuropea che beneficia di una Divisione CIB interamente integrata, al contempo continuando a fornire l’accesso alla nostra rete senza eguali nell’Europa Occidentale e Centro Orientale ai nostri 25 milioni di clienti. Il piano strategico Transform 2019 sta già progredendo.

Da inizio febbraio, abbiamo lanciato l’aumento di capitale interamente garantito da un consorzio di banche per 13 miliardi di euro, abbiamo firmato accordi con i sindacati per un piano di 14.000 esuberi da completare a partire da adesso ed entro la fine del 2019, ed è iniziata l’implementazione del progetto FINO.

L’intero Gruppo è totalmente impegnato ad implementare con successo il nostro piano strategico. Tutti i business hanno retto bene nel 2016, supportati da attive misure di riduzione dei costi e flussi in entrata positivi che sottolineano la forza del marchio UniCredit.”

L’implementazione di Transform 2019 è in corso, con particolare attenzione al rafforzamento patrimoniale del Gruppo, alla riduzione del profilo di rischio, al miglioramento della redditività, a una continua evoluzione delle attività per consentire un’ulteriore riduzione dei costi e il cross-selling fra le diverse entità del Gruppo, mantenendo al contempo la flessibilità necessaria per cogliere tutte le opportunità di generazione di valore e migliorare ulteriormente la disciplina di gestione del rischio. Transform 2019 sta già mostrando i primi risultati:  Rafforzare e ottimizzare il capitale: lo scorso 6 febbraio 2017 è stato lanciato l'aumento di capitale da €13 mld che è stato interamente garantito, a condizioni in linea con la prassi di mercato per operazioni analoghe, da un consorzio di primari istituti di credito internazionali.

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L’aumento di capitale si concluderà prima del 10 marzo 2017.

Quest’operazione rappresenta il primo elemento tangibile in termini di rafforzamento e ottimizzazione della posizione patrimoniale di UniCredit, che porta il CET1 fully loaded post aumento di capitale a 11,15 per cento1 nel 4trim16; il CET 1 ratio supera nettamente il 12% per cento se si includono le cessioni di Pioneer e Bank Pekao (c. 1,5p.p.). L’obiettivo del CET1 ratio è confermato al di sopra del 12,5 per cento alla fine del 2019, secondo quanto previsto nel piano Transform 2019 e in linea con i coefficienti patrimoniali delle migliori Global Systemically Important Financial Institutions (G-SIFI).

È stata confermata la politica di distribuzione dei dividendi cash con un payout del 20-50 per cento a partire dal 2017, come annunciato nel piano Transform 2019. Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di non proporre alcun pagamento di dividendi per l’esercizio 2016.  Migliorare la qualità dell’attivo: sono state messe in atto misure decisive per il superamento delle eredità del passato, relative principalmente al portafoglio italiano, con €8,1 mld di rettifiche non ricorrenti su crediti nel 4trim16 che hanno portato ad un’attiva riduzione del rischio.

Le esposizioni deteriorate2 sono diminuite a livello di Gruppo a €56,3 mld e il rapporto tra esposizioni deteriorate/totale crediti lordi è stato ridotto da 15,1 per cento a 11,8 per cento trim/trim. Le esposizioni deteriorate lorde Non-Core sono state ridotte, raggiungendo i €31,5 mld (-36,6 per cento trim/trim, -39,4 per cento a/a) accelerando la riduzione del Non-Core con un rapporto di copertura in miglioramento sia sulle sofferenze a 65,6 per cento (+5,1p.p. trim/trim) che sulle inadempienze probabili a 44,6 per cento, (+11,2p.p. trim/trim).

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In data 1 febbraio 2016, la prima fase del Progetto FINO con Pimco e Fortress è entrata nella fase esecutiva.

La conclusione di questa fase è prevista nella seconda metà del 2017, in linea con le tempistiche espresse durante il Capital Markets Day. Il Progetto FINO consiste in un’iniziativa adottata proattivamente da UniCredit al fine di accelerare la riduzione dell’ammontare delle esposizioni deteriorate lorde del Gruppo in conformità a Transform 2019. I coefficienti di qualità dell’attivo di Gruppo inclusivi del portafoglio Fino al 31 dicembre 16 corrispondono a: rapporto tra esposizioni deteriorate lorde / totale crediti lordi pari al 14,8 per cento; rapporto tra esposizioni deteriorate nette / totale crediti netti pari al 6,1 per cento; rapporto di copertura dei crediti deteriorati pari al 62,9 per cento; rapporto tra sofferenze lorde / totale crediti lordi pari al 9,9 per cento; rapporto tra sofferenze nette / totale crediti netti pari al 2,9 per cento; rapporto di copertura delle sofferenze pari al 73,1 per cento.  Trasformare il modello operativo: la spinta verso una struttura dei costi alleggerita e sostenibile è stata supportata da una riduzione dell’organico (FTE3 ) di 2.800 unità.

Oltre ad altri fattori, le spese per il personale si riducono di €362 mln nel 2016. Inoltre, in data 4 febbraio 2017, è stato siglato un accordo con i sindacati italiani relativo all’esubero dei restanti 3.900 FTE. L’obiettivo del piano Transform 2019 di complessive 14.000 uscite è stato ora garantito per tutto il Gruppo.

La trasformazione del business è anche progredita grazie alle rinegoziazioni dei contratti IT e delle sponsorizzazioni con il 28 per cento del risparmio dei costi Non HR previsti dal piano Transform 2019 già identificati e concordati contrattualmente.

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Questi risparmi saranno realizzati nel corso del piano. Il Gruppo inoltre ha proceduto alla riduzione di 273 filiali in Europa Occidentale nel 2016 pari al 29 per cento delle chiusure previste.  Massimizzare il valore di banca commerciale: la priorità di UniCredit continua ad essere quella di offrire prodotti e servizi di qualità alla sua ampia base di clienti e dare accesso alla sua esclusiva rete diffusa in Europa Occidentale e Centro Orientale.

UniCredit ha sfruttato al meglio la sua posizione di banca di riferimento per i clienti corporate facendo ottenere alla Divisione CIB il primo posto nelle classifiche “EMEA Corporate Loans Euro-denominated”4 e “Sponsor driven Acquisition Finance EMEA”5 .

Inoltre UniCredit ha ottenuto il riconoscimento di miglior operatore in Italia, Germania, Austria e CEE per l’attività di sindacazione prestiti6 . I progressi nel cross-selling sono confermati da una Divisione CIB efficiente e pienamente inserita nei processi volti a massimizzare le sinergie di cross-selling tra CIB-Commercial Banks e i clienti internazionali.

UniCredit ha ottenuto da parte dell’Euromoney Trade Finance Survey 2017 il riconoscimento come “Best Trade Finance Provider” in Europa Occidentale e in Europa Centro Orientale.

La posizione di leadership del Gruppo in CEE è stata ancor più rafforzata grazie all’acquisizione di oltre 700.000 nuovi clienti.

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