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BCE verso l’allentamento

Pubblicato 27.05.2014, 14:05
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Forex News and Events

Draghi rinvigorisce le attese di un allentamento

Scarsa volatilità e rendimenti bassi proseguono senza che s’intraveda la fine all’orizzonte. I rendimenti dei titoli USA forse si stanno preparando a un rally, ma, con la BCE intenta a comprimere i tassi europei, le operazioni sul forex guidate dai rendimenti dovrebbero continuare a far registrare buone prestazioni. Il presidente della BCE Mario Draghi ha rafforzato ulteriormente le attese di un intervento da parte delle Banca Centrale dopo aver riconosciuto che potrebbe essere necessaria un’”azione preventiva” per frenare la deflazione o un restringimento ingiustificato delle condizioni monetarie e finanziarie. Si continua a discutere se, alla riunione di giugno, l’allentamento avverrà sotto forma di un taglio dei tassi d’interesse, attraverso l’utilizzo di una linea di prestito a lungo termine (LTRO) o con l’annuncio di un programma di acquisto di bond che ricalchi in pieno l’allentamento avvenuto negli USA. Al Forum della BCE sulle banche centrali in corso in Portogallo, Draghi ha detto che “per il momento, a mio avviso, dobbiamo stare particolarmente attenti a potenziali spirali negative che potrebbero affermarsi fra bassa inflazione e calo delle attese sull’inflazione e credito, specie nei paesi stressati”. Visto che in Europa l’inflazione è scesa allo 0,5% dallo 0,7% ad aprile e che la crescita sta subendo un rallentamento nei paesi chiave, la domanda da porsi non è “se” o “quando”, ma “come”. Da quando hanno iniziato a circolare questi commenti l’EUR/USD viene venduto.

Divergenza fra i PMI di Germania e Francia

A maggio si è ampliata la divergenza fra i PMI compositi di Germania e Francia. Il divario crescente suggerisce che la ripresa economia europea non si sta ramificando, come molti avevano previsto. La mancanza di questo effetto di riverbero rinnova i timori che la seconda economia dell’Eurozona possa rallentare le prospettive economiche della regione. A maggio, il dato preliminare riferito all’indice dei direttori acquisti composito francese è sceso a 49,3 punti (dato destagionalizzato) rispetto ai 50,6 registrati ad aprile. Il PMI composito tedesco, invece, è rimasto vicino ai massimi da 3 anni, a quota 56,1. Poiché le stime preliminari sul PIL del primo trimestre si stanno già appiattendo, le previsioni di un’accelerazione della crescita economica sembrano premature. Inoltre, c’è stato un calo nella componente riferita ai prezzi alla produzione dell’UE nel settore servizi, il che indica che stanno aumentando le pressioni negative sull’inflazione. In generale, i dati incoraggeranno chiaramente le colombe della Banca Centrale Europea.

Probabile una riduzione sugli interessi pagati

I mercati stanno ancora discutendo sui possibili interventi della BCE, ma la strategia di ridurre di 10 punti base gli interessi pagati sui depositi per le riserve in eccesso ha generato molta attenzione. A rigor di logica, la riduzione dovrebbe portare a un aumento dei prestiti ma, nella pratica, ci sono scarse prove di benefici economici evidenti. Riducendo i tassi, la BCE spera di stimolare i prestiti delle banche commerciali, visto che queste preferiscono andare in cerca di rendimenti piuttosto che essere tassate sul capitale detenuto. La caccia ai rendimenti che ne deriverebbe dovrebbe far abbassare i tassi d’interesse, aumentare la propensione e generare spesa, sollevando quindi l’economia. Dati recenti hanno dimostrato che, anche se i depositi delle banche diminuiscono e i soldi in circolazione aumentano, le spese reali di imprese e famiglie rimangono contenute. Ecco perché finora la Fed non ha tentato di utilizzare una misura simile sui quasi 2,5 mila miliardi di USD che ha in deposito. Inoltre, sospettiamo che la riduzione stimolerà una maggiore propensione al rischio e che le banche andranno a speculare sui mercati finanziari, contribuendo così alla formazione di bolle sugli asset. Sebbene la BCE debba agire, non siamo sicuri che disponga degli strumenti efficaci necessari. La mancanza di una strategia astuta farà sì che gli investitori tornino a concentrarsi sull’euro.

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The Risk Today

EUR/USD L’EUR/USD ha infranto il forte supporto 1,3643 (si veda anche la media mobile a 200 giorni), ma finora non è riuscito a resistere sotto questo livello. Ciò nonostante, la struttura tecnica resterà negativa finché i prezzi rimarranno sotto la resistenza a 1,3734 (massimo 19/05/2014). S’intravede un’altra resistenza a 1,3775 (massimo 12/05/2014), mentre un altro supporto staziona a 1,3562 (minimo 12/02/2014). In un’ottica di più lungo periodo, l’EUR/USD ha infranto la linea di trend ascendente di lungo termine (si veda anche il supporto a 1,3673) e ciò indica un netto deterioramento del momentum rialzista di fondo. Sarà necessaria una violazione decisa dell'area di supporto chiave a 1,3643 (minimo 27/02/2014) per confermare un'inversione della tendenza ribassista di lungo termine (potenziale doppio massimo).

GBP/USD La coppia GBP/USD continua a muoversi all'interno del suo canale ascendente. Nel breve termine, monitorate la fascia oraria orizzontale fra il supporto a 1,6802 e la resistenza a 1,6921. Un altro supporto staziona a 1,6732 (minimo 15/05/2014), mentre un’altra resistenza si trova a 1,6996. In un’ottica di più lungo termine i prezzi continuano a muoversi in un canale ascendente. Permane una propensione rialzista finché reggerà il supporto a 1,6661 (minimo 15/04/2014). Tuttavia, a 1,7043 (massimo 05/08/2009) staziona un’importante resistenza.

USD/JPY L'USD/JPY ha testato con successo il forte supporto a 100,76. Per suggerire qualcosa di più di un semplice rimbalzo a breve termine, sarà necessaria una violazione dell’area di resistenza definita dalla linea di tendenza discendente (intorno a 102,09) e 102,36 (massimo 13/05/2014). A 101,60 (minimo 23/05/2014) e 101,35 troviamo dei supporti orari. Prevale una propensione rialzista di lungo periodo finché reggerà il supporto chiave a 99,57 (minimo 19/11/2013). Monitorate l'area di supporto compresa fra la media mobile a 200 giorni (attorno a 101,26) e 100,76 (minimo 04/02/2014). Un’importante resistenza staziona a 110,66 (massimo 15/08/2008).

USD/CHF Finora l’USD/CHF non è riuscito a far registrare una chiusura giornaliera decisa sopra la resistenza a 0,8953. Predomina comunque un’impostazione rialzista finché reggerà il supporto a 0,8883 (minimo 15/05/2014). Un'altra resistenza si trova a 0,9038 (massimo12/02/2014), mentre un supporto iniziale è collocato a 0,8924 (minimo 22/05/2014). In un’ottica di più lungo termine la struttura in atto da 0,9972 (24/07/2012) viene considerata una grande fase correttiva. Sarà necessaria una violazione decisa della resistenza chiave a 0,8953 per convalidare un pattern d’inversione rialzista (si veda la potenziale formazione di un doppio minimo).

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