L’USD ha continuato a cedere terreno contro gran parte delle altre valute, perché si va attenuando la propulsione generata dai commenti da falco di Fischer. I rendimenti dei titoli di Stato USA sono scesi bruscamente; quelli dei titoli a due anni, sensibili alla politica monetaria, stamattina hanno toccato lo 0,74%, in calo rispetto allo 0,78% registrato in avvio di seduta lunedì. Fatta eccezione per la corona norvegese, che si è mossa lateralmente a Tokio, le valute legate alle materie prime hanno fatto registrare i guadagni più marcati contro il biglietto verde, nonostante la nuova ondata di vendite che ha interessato il greggio. Martedì il greggio West Texas Intermediate ha ceduto un altro 1%, attestandosi a 47 USD, dopo aver perso più del 3% durante la seduta precedente, perché gli investitori non sono riusciti a trovare ragioni valide per far salire di più i prezzi. Dal punto di vista tecnico, la media mobile a 50 giorni – attualmente pari a 45,47 USD – fungerà da supporto. Quello successivo giace intorno a 40 USD (minimo d’inizio agosto).
Nelle negoziazioni notturne, il dollaro neozelandese ha fatto registrare l’andamento migliore, lievitando dello 0,78% contro il biglietto verde e portandosi a 0,7325, massimo dal 10 agosto. Per la quarta volta da metà agosto, la coppia di valute tenta di sfondare, senza riuscirci, l’area di resistenza compresa fra 0,7335 e 0,7350. Nell’ultima settimana, infatti, le rinnovate attese di un rialzo del tasso dalla Fed avevano impedito al kiwi di apprezzarsi ulteriormente.
In Giappone, lo yen ha esteso i guadagni contro il dollaro, la coppia USD/JPY ha ceduto lo 0,30%, scendendo a 100,08. La valuta testa l’area di supporto a 100 da sette giorni, perché il mercato prevede che la BoJ non permetterà allo yen di rafforzarsi ulteriormente. Sul fronte dei dati, la stima flash sul PMI manifatturiero giapponese di agosto è salita a 49,6 punti dai 49,3 e rispetto ai 51,7 di un anno fa. Nonostante la tendenza positiva che si registra da maggio, si tratta del sesto mese consecutivo di contrazione. Il mercato inizia già a scontare un nuovo allentamento monetario dalla BoJ, come segnala il brusco aumento dell’indice sull’inversione del rischio. Infatti, l’inversione del rischio delta 25 a un mese per l’USD/JPY è balzata al -0,98% rispetto a circa il -2% della scorsa settimana. La volatilità ATM implicita a un mese ha raggiunto il 14,40% rispetto al valore, inferiore al 10%, registrato a metà agosto.
Oggi gli operatori monitoreranno la fiducia dei consumatori in Danimarca; il PMI manifatturiero, servizi e composito in Francia, Germania ed Eurozona; la decisione sul tasso d’interesse in Turchia (il mercato prevede un taglio di 25 punti base, all’8,50%, del tasso d’interesse di riferimento); il PMI manifatturiero, l’indice sul manifatturiero di Richmond e le vendite di case nuove negli USA.