Market Brief
L’evento chiave di oggi è la pubblicazione dei dati sul lavoro negli USA. Dopo il buon dato ADP di mercoledì, per febbraio si prevede un forte incremento, pari a 235.000 unità (rispetto alle 257K del mese scorso), per il dato NFP, disoccupazione in calo (al 5,6% rispetto al 5,7% precedente) e un aumento delle retribuzioni. I decennali USA si sono stabilizzati intorno alla media mobile a 100 giorni (2,1162%), il che segnala un aumento delle attese di un rialzo anticipato del tasso della Fed (secondo noi non prima di giugno).
Ieri l’USD/JPY è salito a 120,40 a New York (appena sotto il doppio massimo dell’11-12 febbraio, pari a 120,47/48). Il giudizio rimane positivo, la propensione per l’USD è buona. I dati sul lavoro negli USA determineranno se sia giunta l’ora di spazzare via la resistenza e sfidare il massimo di dicembre 2014 (121,85). Le consistenti opzioni call standard sopra 119,80/120,00 dovrebbero limitare il ribasso prima della campanella di chiusura settimanale.
L’USD/CHF si è rafforzato fino a raggiungere quota 0,9750, l’EUR/CHF resiste sopra la media mobile a 21 giorni (1,07445), l’andamento al rialzo è ancora instabile in scia al sentiment globale negativo per l’EUR.
In linea con le attese, BoE e BCE hanno mantenuto la loro politica invariata a marzo. La decisione della BoE non ha attirato molto interesse, l’intervento del presidente della BCE Draghi ha innescato invece un movimento del prezzo sul complesso EUR. L’EUR/USD inizialmente ha compiuto un rally fino a 1,1114 in scia alle previsioni favorevoli riferite a inflazione e crescita economica, poi è crollato al nuovo minimo da un 1 anno a quota 1,1006, quando la BCE ha detto che (1) il QE potrebbe proseguire dopo settembre 2016, se sarà necessario, (2) la banca acquisterà obbligazioni con rendimento negativo, non al di sotto del tasso sui depositi e (3) le banche greche sono in buone condizioni ma sono necessari progressi sul salvataggio per evitare una situazione che non permetterebbe al paese di soddisfare le condizioni per essere idoneo e lo escluderebbe dunque dal programma di QE. Il sentiment intorno all’EUR rimane negativo, anche se la mancata incursione sotto il supporto psicologico a 1,10 probabilmente incoraggerà degli ordini correttivi prima del dato NFP, in uscita oggi a New York. Un rilevamento positivo dovrebbe innescare nuove vendite sull’EUR/USD e sfidare, per il secondo giorno consecutivo, il supporto a 1,10.
In Brasile, l’USD/BRL è stato scambiato sopra quota 3,00 (raggiungendo 3,0216) per la prima volta dal 2004, in scia alla diffusa propensione per l’USD. Oggi sarà pubblicato il dato sull’inflazione di febbraio, prevista in rialzo al 7,56% dal precedente 7,14%. Il rialzo dell’inflazione fa rimanere vigili i falchi della BCB, anche se, in vista del dato NFP, dovrebbero proseguire le pressioni a vendere sul real. In prospettiva, anche se le tensioni politiche sono una questione di lungo termine, un raffreddamento temporaneo sarebbe l’occasione per lunghi tattici nelle operazioni di carry-trade (con uno spread piuttosto interessante, dopo l’ulteriore rialzo di 50 punti base deciso alla riunione di mercoledì).
Oltre ai dati sul lavoro negli USA (NFP, tasso di disoccupazione e partecipazione, retribuzioni di febbraio), gli operatori monitoreranno anche gli utili di esercizio e le riserve in valuta di febbraio della BNS; la produzione industriale m/m e a/a di gennaio in Germania e Spagna; il saldo di bilancio e la bilancia commerciale di gennaio in Francia; le transazioni immobiliari a/a di gennaio in Spagna; l’indice IPC m/m e a a/a di febbraio in Svizzera; il saldo di bilancio e i prezzi medi delle abitazioni di febbraio in Svezia; la produzione industriale e manifatturiera m/m e a/a di gennaio in Norvegia; l’IPP m/m e a/a di gennaio in Italia; investimenti fissi lordi t/t, spesa pubblica t/t, consumi delle famiglie t/t e PIL (preliminare) t/t e a/a riferiti al quarto trimestre nell’Eurozona; permessi di costruzione m/m e scambi internazionali di gennaio, produttività del lavoro t/t riferita al quarto trimestre in Canada; bilancia commerciale e credito al consumo di gennaio negli USA.
Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd