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BoJ: segni di miglioramento, pronti a stimoli quantitativi

Pubblicato 14.02.2013, 08:58

Checchè ne dicano le autorità Europee ed i leader mondiali che si riuniranno al G7, quella che oramai dai media è stata definita “guerra valutaria” è già in atto e crediamo che potrà continuare per diverso tempo.

E questo ci è confermato, oltre che dalle parole arrivate da Rehn (commissario europeo per gli affari economici), che si è concentrato sulla forza della moneta unica, pur convenendo con Draghi che il tasso di cambio non dev’essere e non sarà un obiettivo politico, anche dallo statement pubblicato dalla BoJ, che questa notte ha mantenuto i tassi di interesse invariati.

Abbiamo già commentato nei giorni scorsi come il Giappone si sarebbe presentato in una situazione di forza al meeting del fine settimana del G20, in quanto l’istituto centrale Nipponico ha dimostrato di avere credibilità presso gli investitori, che non hanno tardato a seguire con i flussi di capitale le intenzioni di svalutazione dello yen palesate da dicembre in avanti.

Nelle ultime righe della BoJ si legge, senza mezzi termini, che l’obiettivo di inflazione rimane al 2% e che bisognerà cercare di raggiungerlo nel più breve tempo possibile, ricorrendo anche ad operazioni di allentamento quantitativo, vale a dire iniettando liquidità in maniera massiccia (chiaramente, monitorando attentamente qualsiasi eventuale rischio che dovesse mettere a repentaglio la crescita).

Secondo la BoJ infatti, la domanda e l’economia interna potrebbero gradualmente riprendere, ma questo scenario potrebbe peggiorare a causa dei due problemi che sono sotto gli occhi del mondo e che riguardano Europa e Stati Uniti.

La prima ha ancora a che fare con i problemi derivanti dai debiti sovrani, mentre i secondi si trovano di fronte ad un momento dove la ripresa sembra effettivamente esserci, ma con un momentum della stessa che va valutato attentamente.

Oltre a questo, aggiungiamo noi, il fatto che Draghi e company si siano tirati fuori, almeno a parole, da quella che sembrerebbe una svalutazione competitiva a livello mondiale, fa sì che a nostro parere il tasso di cambio principale (EurUsd) possa essere destinato a vivere nuovi momenti di salita (da valutare operativamente al superamento dei livelli tecnici più importanti, come sempre facciamo trading su quello che vediamo e non su quello che crediamo di sapere).


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Evitando infatti qualsiasi tipo di intervento sulla forza della moneta unica e di fronte a politiche monetarie espansive portate avanti dalle Big (Fed, che continuerà a ritmo di 58 mld al mese, BoJ che vedremo cosa andrà a fare e BoE, ferma comunque a 375 mld), le aspettative razionali degli investitori difficilmente andranno a scommettere contro l’euro, non almeno per il momento, e questo potrebbe portare a raggiungere situazioni di sbilancio dove i responsabili di ciò dovrebbero cominciare a pensare al detto che in guerra ed in amore, tutto è valido.

Un eventuale cambiamento di rotta da parte della BCE potrebbe avere effetti davvero pesanti sulle sorti della moneta unica, ma per il momento crediamo di stare parlando di fanta-economia, la realtà ci suggerisce, purtroppo, tutt’altro.

Oggi in mattinata verranno pubblicati diversi dati macroeconomici relativi all’area euro e questo potrebbe portare ad aumenti di volatilità, che non crediamo comunque in grado di rompere i livelli tecnici in grado di far partire movimenti direzionali (1.3250 e 1.3700).

Per questo, probabilmente, dovremo attendere settimana prossima, dopo che il G20 si sarà riunito, proprio per il fatto che, non essendo incluso nell’agenda ufficiale il tema valutario (si parlerà di crescita), ogni rumor o dichiarazione potrebbe portare a forti scossono di breve, che se dovessero far oltrepassare i livelli indicati, potrebbero essere propedeutici a partenze direzionali, che vedono, per il momento, l’euro favorito.

EUR/USD
Dopo il tentativo di rottura a rialzo di 1.3500, rientrato nel primo pomeriggio ed individuabile, anche se a fatica, da una lievissima divergenza ribassista oraria, l’EurUsd sta consolidando all’interno di 1.3425/60. Questi due livelli possono essere sfruttati per l’operatività intraday per cercare di cogliere potenziali accelerazioni verso 1.3400 o 1.3480, che rappresentano i livelli più importanti da considerare per oggi. Un loro superamento potrebbe portare al raggiungimento di 1.3520 o di 1.3365. Le situazioni di scompensi, segnalate dallo stocastico, potrebbero essere buone, per cui seguiamolo (10-6-3).

USD/JPY
Nessuna forte reazione da parte dello yen, in quanto gli investitori andavano a scontare abbastanza chiaramente le parole pronunciate stanotte dalla BoJ. Rimaniamo su rapporti di forza di dollaro, che non riesce a scendere sotto quota 92.00 e questa mattina, ci troviamo di fronte a tentativi di superamento dei massimi della notte posti a 93.80. Una loro rottura potrebbe portare a tentativi di sfondamento di quel 94.00, che rappresenta l’inizio dei livelli di resistenza (che si estendono fino a 94.50), mentre in caso di tenuta potremmo assistere a discese verso 93.15, che rappresenta il primo supporto, in grado di spingere le quotazioni fino a 92.80 se superato.

EUR/JPY
Restringimento di volatilità sull’EurJpy, con il mercato che sta congestionando tra 126.00 e 125.20 e che potrebbe raggiungere, rispettivamente, 126.45 e 124 ¾ in caso di superamento di essi. In caso di rottura a rialzo dell’eventuale target di 126.45, da considerare sopra 126.60, potremmo vedere il raggiungimento di 127.00, dove cominciano ad essere presenti diverse zone di resistenza (massimi precedenti orari). Dovessimo invece assistere ad accelerazioni ribassiste, oltre 124.50 potremmo vedere discese decise verso 123.70.

GBP/USD
Molto volatile la sterlina che, su ogni salita, offre buone opportunità di vendita. 1.5700 ha confermato di rappresentare un livello tecnico molto importante, con il passaggio di massimi precedenti orari e della media mobile a 100 periodi, ed ora 1.5495 rappresenta il livello di supporto principale. Data la vicinanza del prossimo livello tecnico di attenzione, in caso di superamento a ribasso di 1.5500 (1.5460 è il livello di cui parliamo), una rottura ribassista potrebbe risultare falsa fino a quando non sarà oltrepassato 1.5450, che potrebbe portare a figura. Per assistere a correzioni, che non dovrebbero spingersi oltre 1.5630 (livelli orari precedenti e media a 100), dobbiamo presumibilmente attendere il superamento di 1.5575.

AUD/USD
Continua la ripresa del dollaro australiano, dove stiamo assistendo ad un alleggerimento delle posizioni lunghe dei retail grazie alla possibilità di uscire in profitto da long aperte sui minimi. Risulta ancora in atto una divergenza ribassista oraria, che ha spinto i prezzi fino alla media mobile a 21 periodi e che se non dovesse tenere, insieme al livello di 1.0340, potrebbe portare ad approfondimenti verso 1.0320 ed in estensione fino a 1.0305. Se questi livelli dovessero tenere potrebbero fornire buone indicazioni dal punto di vista del risk reward per acquistare dollari australiani, tenendo conto che un superamento di 1.0290 potrebbe portare a rivedere i minimi di periodo. In caso di risalita diretta sopra 1.0360, possiamo attenderci la volontà di provare a segnare nuovi massimi.

Matteo Paganini
Senior DailyFX Analyst







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