Lo studio dell'indice Comit globale, il paniere con la vita piu' lunga tra quelli rappresentativi della Borsa Valori di Milano (base di riferimento uguale a 100 al 31/12/1972) permette di giungere alla conclusione che per la borsa domestica si sta avvicinando un momento cruciale. La variazione percentuale a 52 settimane e' alla chiusura di venerdi' 11 aprile positiva per il 33%, il migliore risultato dall'inizio del 2010, ovvero e' dal marzo 2010 che l'indice non riusciva a mettere a segno una variazione sui 12 mesi pari o superiore a quella attuale. Il risultato dello stesso calcolo per le corazzate Dax e S&P500 evidenzia rispettivamente un rialzo a 12 mesi del 20% e del 14% circa, ovvero decisamente inferiore al nostro. La valutazione sarebbe decisamente diversa se si prendesse in considerazione un periodo piu' ampio, sui 4 anni ad esempio il rialzo dello S&P500 e' stato del 52%, quello del Dax del 51%, quello del Comit dello 0%. Il Comit con la corsa forsennata dell'ultimo anno non ha fatto altro che tornare a vedere i livelli di quattro anni fa, per la borsa Usa e per quella tedesca invece l'ultimo quadriennio e' stato caratterizzato da una crescita continua. Sia il Dax sia lo S&P500 hanno fatto segnare recentemente nuovi massimi storici, nel caso del Comit invece il picco del 2007, a 2150 punti circa, praticamente allineato con quello del 2000, e' decisamente lontano, l'indice dovrebbe infatti crescere ancora dell'80% circa dai valori attuali per poter tornare su quei valori. La situazione presente dipinge quindi una borsa domestica in ripresa ma ancora molto distante dai migliori della classe, che hanno iniziato a scontare la fine della crisi derivante dalle difficolta' dei subprime gia' a partire dal lontano 2009 e non solo nel 2012 come accaduto per Milano (con buona pace delle forze politiche susseguitesi al governo in Italia nell'ultimo triennio che hanno continuato a giustificare i propri insuccessi sostenendo che la difficolta' globale ha impedito di ottenere risultati migliori sul fronte del risanamento). Ora Dax e S&P500 stanno tirando il fiato dopo un quadriennio di forte crescita, la Fed del resto ha lasciato chiaramente intendere di non volere continuare ad ossigenare l'economia ora che questa sembra in grado di mantenersi in piedi da sola, ed e' probabile che nei prossimi mesi possano andare incontro ad una fase di ripiegamento correttivo, quindi scommettere sul mercato azionario italiano significherebbe scommettere sul fatto che la borsa italiana sia in grado di svincolarsi dall'influenza che le altre maggiori piazze finanziarie tradizionalmente hanno sempre esercitato su di essa e proseguire sulla via dell'uptrend in autonomia. Una eventualita' di questo tipo non e' ovviamente da escludere a priori, ma necessitera' di concreti cambiamenti del sistema Italia che sappiano rimettere rapidamente in moto l'economia e non solo di proclami per manifestarsi. Per intanto il grafico e' arrivato ad un punto cruciale: i massimi dell'ottava terminata il 4 aprile, a 1207 punti circa, sono sostanzialmente allineati con quelli dell'ottobre 2009 e con il lato superiore del gap ribassista del 10 ottobre, a 1213 punti. A 1225 poi i prezzi hanno avvicinato il 38,2% di ritracciamento del ribasso dal top di maggio 2007, una percentuale rilevante della successione di Fibonacci che dovra' essere superata perche' l'indice abbia la possibilita' di puntare al livello che segue nella scala dei ritracciamenti, il 50%, posto a 1400 punti. Senza la rottura di 1225 quindi puntare sulla proseguimento della stagione dei rialzi per Piazza Affari appare decisamente rischioso, oltre quei livelli invece l'improbabile potrebbe diventare probabile. E se invece la rottura di quota 1225 non dovesse manifestarsi? Dal momento che i prezzi hanno disegnato dai minimi di inizio 2009 una fase laterale il cui lato alto e' stato recentemente toccato la cosa piu' probabile che potrebbe accadere e' il ritorno verso la base di questo trading range, ovvero in direzione dei minimi del 2012 a 692 punti. Certo, prima di arrivare in quell'area (un ribasso del 40% dai prezzi attuali) l'indice incontrera' sulla propria strada molti supporti che potrebbero arrestarne il ribasso, come la media mobile a 20 settimane, coincidente in area 1090 con la trend line che sale dai minimi dello scorso giugno, tuttavia resterebbe pericoloso cercare livelli di acquisto nel corso della discesa se non forse proprio a ridosso del supporto appena citato (ma con uno stop subito al di sotto di esso). I piu' prudenti dovrebbero quindi sfruttare i livelli raggiunti nelle ultime sedute, che del resto sono dei massimi pluriennali, per alleggerire le posizioni al rialzo in essere ed attendere la rottura di quota 1225 almeno prima di tornare compratori.