A marzo del corrente anno si scriveva che il Future ( CFD ) emisssione di carbonio avrebbe avuto una estensione rialzista dei prezzi con il raggiungimento dell’area 30 dollari. Il mercato premiò quella visione, con il raggiungimento del target il 24 luglio.
Tuttavia, i prezzi, da quella data, hanno subito un arretramento in modo graduale fino agli attuali 25,55 dollari.
Le cause
Sempre a marzo si scommetteva su un rimando della famosa Brexit. Ad oggi si può dire che nulla si è concluso. Molte aziende, con sede nel Regno Unito hanno operazioni in corso in Europa e si trovano in difficoltà. L’incertezza, influirà ancora sul mercato inglese per qualche tempo. I prezzi, potranno subire bruschi cambiamenti direzionali, anche se di base la strada sembra segnata da futuri rialzi.
La bagarre a Londra continua, e ha disatteso gli operatori di poter vedere prezzi ben più elevati.
L’altra causa è la Cina.Le emissione di CO2 nel Paese asiatico raggiungeranno il picco nel 2022, in anticipo rispetto al programma predisposto dal governo asiatico.
Le emissioni cinesi di gas a effetto serra che riscaldano il clima, dovrebbero raggiungere il picco entro il 2022 anche senza l'introduzione di politiche rigide.National Development and Reform Commission (NDRC), il principale organo di pianificazione cinese, ha confermato “ fiducia" nella capacità di Pechino di portare le emissioni al picco entro il 2022.
Le emissioni sono aumentate fino al 4% nella prima metà di quest'anno, trainate dall'aumento del consumo di carbone, acciaio e cemento.
Nei mesi scorsi il modello di analisi adottato indicava la forte possibilità di vedere valori nettamente doppi, addirittuta a fino a 60 dollari, oggi la view, di chi scrive, è decisamente più cauta, vedendo una correzione verso quota 22,50/20,50 nel medio termine mentre la resistenza in area 30 dollari si è rivelata ostile per ora.
Gli analisti delle maggiori case d’affari rimangono ancora molto positivi con previsione shock nel breve termine.