La valuta anglosassone è l’unica del mercato valutario che resiste all’avanzata del dollaro statunitense; la vera “super star” con performance da capo giro, supportata anche da indicazioni “bullish” provenienti dalle ultime notizie macro di ieri. Nel trimestre terminato il 31 maggio il tasso di disoccupazione britannico è sceso, in linea con le stime, dal 6,6 al 6,5%. Si tratta del dato minore dall’ottobre-dicembre del 2008. Il mese scorso i richiedenti il sussidio di disoccupazione sono scesi di 36,3 mila unità, un risultato migliore rispetto alle -27 mila unità stimate dagli analisti. Dati che si aggiungono a quelli dell’inflazione britannica che a giugno balza dall’1,5 all’1,9 per cento annuo. Molto probabilmente, il momento positivo dell’economia reale di Sua Maestà, dovrebbe portare una crescita economica reale da attestarsi sopra quota 3% sia nel 2014 che nel 2015, che insieme alla creazione di posti di lavoro e agli ordini alle imprese ai massimi da diversi anni, comporterebbero una sostanziale riduzione della capacità inutilizzata dell’economia britannica. Dal punto di vista tecnico – grafico, GBP/USD resta ancora sulla vetta dei massimi storici in un range ben delineato tra 1,7060 ed 1,7190, molto probabilmente anche nelle prossime sedute il cable potrebbe restare all’interno della fase di distribuzione – consolidamento, la quale come ben sappiamo si presenta subito dopo un evidente movimento di lungo periodo in una direzione ben precisa, nel nostro caso la fase si è presentata dopo un forte movimento rialzista; di solito queste fasi di congestione anticipano un nuovo impulso di direzione opposta a quello precedente, movimento per lo più “fisiologico” dovuto dal naturale movimento di qualsiasi strumenti valutario che si muove a swing; ma la momento l’azione del prezzo non ci fornisce ancora una chiara e nitida indicazione al ribasso, infatti se analizziamo l’ultima seduta daily notiamo che la candela ha un piccolo range limitato ad un trentina di punti ed è inside alla candela rialzista del giorno precedente; molto probabilmente anche oggi, in assenza di dati macro importanti che possono influenzare la sterlina, potremmo assistere ad un’ulteriore giornata inside con volatilità ridotta. Dal punto di vista intraday, la zona di confluenza, ovvero la zona dove è possibile entrare a mercato in caso di un chiaro è nitido segnale da price action, è tra i livelli 1,7095 ed 1,7135; ricordo che tali zona vengono individuate come punti di instabilità dei prezzi, ovvero dove imperversano le battaglie più cruente tra venditori e compratori. Mentre in un’ottica multiday, resta ancora valida l’onda di Wolfe bearish, da monitorare nelle prossime sedute con ingresso a mercato in vendita in caso di chiusura daily al di sotto della trend line che congiunge i massimi delle onde 1 e 3.