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Carnival, acque difficili ancora per due anni. Ma il titolo vola

Pubblicato 15.03.2021, 21:26

La società leader mondiale delle crociere non tornerà ai livelli pre-crisi prima del 2023. Lo ha detto il Ceo Arnold Donald in un’intervista al Financial Times. Gli investitori scommettono sul vaccino e in un mese le quotazioni sono salite del 41%. A fine novembre il gruppo aveva 9,5 miliardi di liquidità con cui fare fronte a uscite mensili per 600 milioni di dollari.

Nell’ultima settimana l’azione Carnival (LON:CCL) è salita a Wall Street del 12%.

Negli Stati Uniti la campagna di vaccinazione contro il Covid va avanti al ritmo di tre milioni di dosi iniettate al giorno e il presidente Biden assicura che il primo maggio tutti i cittadini americani avranno ricevuto almeno la prima dose.  Con l’immunità di gregge a portata di mano, a Wall Street gli investitori stanno acquistando a piene mani i titoli dei settori più massacrati dalla pandemia, in primis viaggi e turismo. Carnival, il principale operatore al mondo di crociere, è salita in un mese da 22 a 29 dollari con un rialzo del 41%. Solamente la settimana scorsa ha guadagnato il 12%.

Il rialzo non si concede pause, anche perché l’obiettivo da raggiungere, ovvero i livelli di quotazione di prima della pandemia, sono ancora lontani. Nel gennaio dell’anno scorso l’azione Carnival quotava circa 50 dollari, prima di effettuare una drammatica caduta verticale che l’ha portata a toccare un minimo di 7 dollari il 30 marzo 2020.

In questa fortissima corsa all’acquisto la voce della prudenza è quella del Ceo della società, Arnold Donald. Intervistato dal Financial Times di domenica 14 marzo, Donald ha detto che l’industria delle crociere non tornerà ai livelli pre-Covid prima del 2023.

Nella crisi la flotta è stata ridotta: messe a riposo 19 navi su un totale di 107.

Lo sforzo della compagnia in questo momento, autorità permettendo, è di rimettere le navi in navigazione entro la fine dell’anno, ma durante la crisi la società ha ridotto le dimensioni della flotta mettendo a riposo 19 delle sue 107 navi, per cui il ritorno ai ricavi del 2019 non potrà essere molto veloce.

Nel 2019 Carnival aveva realizzato ricavi per 20,8 miliardi di dollari e un utile di 3 miliardi. Il terribile 2020 si è chiuso con una perdita di 10 miliardi su ricavi di soli 5,5 miliardi. Gli analisti sostanzialmente condividono la visione del Ceo Donald, poiché la media delle previsioni indica che soltanto nel 2023 le entrate del gruppo crocieristico supereranno i 20 miliardi: per il 2021 sono stimati solo 4 miliardi di ricavi e nel 2022 non più di 17 miliardi.

Anche il ritorno alla piena operatività di tutta la flotta entro quest’anno non è un obiettivo facile da raggiungere. “Dipende da molte variabili, perché per ogni destinazione dovremo destreggiarci con le diverse regolamentazioni”, ha detto Donald.

Attualmente non tutta la flotta è ferma. Alcune, poche, navi hanno ripreso a fare crociere in Europa e in Asia nella modalità non-stop: si parte e si ritorna allo stesso porto senza fare scali. La difficoltà maggiore di fare ripartire una flotta di un centinaio di navi da crociera è rimettere insieme gli equipaggi: si tratta di fare tornare al lavoro 90mila persone che risiedono nei Paesi più disparati del mondo, ognuno con le sue regole per quanto riguarda le autorizzazioni a viaggiare e gli obblighi di quarantena. E’ un processo che può durare anche 45 giorni.

La maggior parte dei viaggiatori sono clienti fedeli che fanno una crociera ogni due anni.

Ma la ripresa delle operazioni è necessaria per ridare ossigeno finanziario a un bilancio quanto mai stressato. Negli ultimi 12 mesi Carnival è stata in piedi chiedendo soldi agli azionisti e alle banche per un totale di 23,5 miliardi di dollari. Parlando con il Financial Times il Ceo Donald non ha escluso nuovi aumenti di capitale, anche se ha assicurato che al momento la società ha risorse sufficienti per arrivare fino al 2022, anche senza incassare un solo dollaro. A fine novembre aveva 9,5 miliardi di liquidità con cui fare fronte a uscite mensili per 600 milioni di dollari.

Una parte della liquidità disponibile, circa 2,2 miliardi di dollari, sono depositi versati dai clienti per le prossime crociere. Uno dei punti di forza di Carnival è il gran numero di clienti ricorrenti, che in media ogni due anni si concedono una vacanza sulle sue navi.

Per quanto riguarda le autorizzazioni, tutto dipende dai singoli Paesi. La Gran Bretagna ha annunciato che al 17 maggio le crociere potranno ripartire dai suoi porti, ma negli Stati Uniti, il mercato principale, non è stata presa ancora nessuna decisione. Così come sono ancora da fissare le regole sanitarie con cui si dovranno svolgere i viaggi, ovvero se potranno partire tutti i clienti purché con tampone negativo, o solo le persone vaccinate. 

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