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Che cosa può fermare il rally?

Pubblicato 21.07.2023, 08:28

"Life in plastic is fantastic" (Aqua)


Trimestrali
Statunitensi al centro. Finiti i report del settore bancario tocca al tech. E si scatenano le prese di beneficio nonostante risultati in crescita. A Tesla (NASDAQ:TSLA) non sono infatti bastati i $25 miliardi di ricavi (+47% su base annua e sopra le stime), l’annuncio di investimenti nella guida autonoma ($1 miliardo di capex), per convincere gli analisti che hanno venduto il titolo. Dopotutto anche Elon Musk ha dichiarato che sono tempi “turbolenti”. Debole pure Netflix (NASDAQ:NFLX) (-8%) che nonostante il boom dei nuovi utenti, e la stretta sulle password, ha registrato un calo dei ricavi, e il mancato accordo con il sindacato dei lavoratori delle spettacolo. Non va però dimenticato che da inizio anno i titoli tech a maggiore capitalizzazione sono saliti in media del 50%, e in alcuni casi stazionano sui massimi storici. Sul piano valutativo però siamo ancora sotto le medie storiche, con l’AI che può impattare sui profitti futuri come ha comunicato Microsoft (NASDAQ:MSFT) che vedere un +25% sui risultati al 2025 grazie all’integrazione della nuova tecnologia nei propri prodotti. La stagione degli utili trimestrali sta iniziando a crescere in Europa, con l’annuncio del conglomerato industriale svedese-svizzero ABB e dal produttore svedese di elettrodomestici Electrolux.



Cosa può fermare il rally?


Wall Street ha messo a segno la più lunga serie di rialzi da 4 anni, toccando i massimi da 15 mesi. L’unica minaccia sul rally resta l’inflazione che mostra segnali di cedimento, sulla spinta della recessione in Usa, ma potrebbe tornare a ruggire in autunno quando assisteremo a una “difficile comparazione” con l’anno precedente e potrebbe riaccendersi la guerra del gas. Nel frattempo è in corso quella della farina, dopo che la Russia non ha rinnovato l’accordo sulla libera circolazione delle navi per il trasporto del grano dal porto di Odessa che ha fatto subito salire i prezzi del pane in Europa. Volatilità che non impatta sull’inflaizone “core” ma pur sempre un elemento di disturbo sulle decisioni della Bce che la prossima settimana alzerà il costo del denaro si spera per l’ultima volta. In questo contesto Matteo Ramenghi di Ubs sostiene che in Usa i multipli siano elevati, ovvero 20 volte i profitti attesi, scontando un taglio dei tassi già nel 2024 e l’aumento della produttività grazie all’AI, consigliando quindi di essere cauti sul mercato nella prospettiva di una correzione. Fuori dagli Usa invece non ci sono eccessi. Un assist per Piazza Affari che nonostante abbia avvicinato la soglia di 29mila punti, sui massimi da fine 2008, resta pur sempre del 40% al di sotto dei massimi storici.

Barbie al cinema

L’universo rosa di Barbie è arrivato ieri al cinema. Con tanto di panino celebrativo, ovviamente in salsa rosa, da parte di Burger King. Secondo il sito specializzato Dead Line il film, costato circa $150 milioni (escluso il marketing), si prevedere incasserà tra $90 e $140 milioni nel primo fine settimana di programmazione in Usa e Canada, e $165 milioni nel resto del mondo. Anche Mattel ($7 miliardi di capitalizzazione, +25% da inizio anno), proprietaria del marchio vede rosa, secondo il Ceo Ynon Kreitz si tratta dal momento più importante per uno dei giochi più iconici della storia. Una notizia che farà bene a tutta l’industria cinematografica quotata che vanta diverse società anche in Piazza Affari, ed in particolare sul listino Euronext (EPA:ENX) Growth Milan, dedicato alle Pmi ad alto potenziale di crescita. Tra queste Notorious Pictures, la più esposta al trend delle sale cinematografiche che si stanno pian piano riempendo dopo la pandemia, e ha concluso l’esercizio 2022 con ricavi e marginalità su livelli record da 10 anni. Il titolo in Borsa non tratta però ancora sui massimi dello stesso periodo e pari a €2,93 toccati nell’ottobre del 2018. Una differenza spiegabile in parte con l’aumento dell’indebitamento, pari a €20,9 milioni a fine 2022, su cui ha impattato il cambiamento di principi contabili rispetto all’esercizio 2018.

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