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Come influiscono i rendimenti USA su valute dei mercati emergenti/G10?

Pubblicato 09.09.2014, 13:35
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

Forex News and Events

A una settimana dalla riunione di politica monetaria della Fed, l’USD viene richiesto in modo diffuso. Gli acquisti aggressivi di USD sono stati innescati da uno studio pubblicato dalla Fed di San Francisco, secondo cui gli investitori prevedono un periodo di tassi bassi più lungo rispetto a quanto stimato dalla stessa Fed. I commenti aggressivi hanno fatto invertire la debolezza dell’USD, generata dal dato NFP. L’indice DXY ha compiuto un rally fino a 84,500 per la prima volta da più di un anno, i rendimenti dei decennali USA sono saliti al 2,50%. Poiché si stanno affermando i falchi dell’USD, è probabile che la forza dell’USD SARà l’elemento che definirà la settimana. In quest’ultima settimana la curva dei rendimenti del Tesoro USA è diventata più ripida, a conferma della svolta aggressiva del mercato. Ciò nonostante, il sentiment rialzista dovrebbe subire pressioni già la prossima settimana, perché la Fed molto probabilmente manterrà la sua visione prudente, vista la fiacchezza del mercato del lavoro e delle retribuzioni negli USA. I mercati continuano a mettere in conto un primo aumento del tasso della Fed entro il secondo trimestre del 2015. I banchieri della Fed si riuniranno il 16-17 settembre.

Valute dei mercati emergenti più sensibili ai buoni del Tesoro USA

Le speculazioni su un possibile aumento dei tassi anticipato da parte della Fed genera alcuni riposizionamenti nel portafoglio di chi opera in carry-trade. Con l’apprezzamento dell’USD accelerano le vendite delle valute dei mercati emergenti. Lo scorso anno (settembre 2013-settembre 2014), le coppie più “beta-sensibili” in negativo rispetto ai rendimenti dei decennali del Tesoro USA sono state il real brasiliano (BRL), la lira turca (TRY), il rand sudafricano (ZAR), la rupia indonesiana (IDR) e il peso messicano (MXN). Le valute dei paesi emergenti asiatici fanno invece registrare una beta-sensibilità positiva nei confronti dei titoli UST. Forse ciò è dovuto al fatto che la ripresa USA è fondamentalmente positiva per l’Asia emergente, visto che un aumento della domanda USA stimolerà la crescita e porterà a un’accelerazione della ripresa in Asia. Perché altrove non è così?

Fra le coppie più beta-sensibili in negativo, ci concentriamo su real brasiliano e lira turca. Queste valute fanno già parte delle Fragili Cinque (insieme a INR, ZAR e IDR). Di solito la ragione della fragilità viene spiegata con il consistente deficit delle partite correnti e le elevate pressioni inflazionistiche. I paesi con un elevato deficit delle partite correnti non sono in grado di trarre massimo vantaggio dalla ripresa economica all’estero e quindi l’apprezzamento delle loro valute è limitato. In tempi di buona propensione per le operazioni in carry-trade, queste valute venivano richieste per l’elevato differenziale fra i tassi d’interesse. Sono però anche in prima linea quando iniziano le liquidazioni di posizioni di carry-trade, nel momento in cui c’è un’inversione dei flussi di capitale internazionali.

Anche se le sfide macroeconomiche e i rendimenti piuttosto elevati sono simili, negli ultimi mesi le politiche della banca centrale brasiliana (BCB) e della banca centrale turca (BCT) sono state divergenti. Mentre il Brasile ha aumentato il tasso Selic per più di un anno per prepararsi alla normalizzazione della Fed, la banca centrale turca ha tagliato varie volte i tassi per stimolare la crescita (nonostante l’accelerazione dell’inflazione). I rimedi diversi per problemi simili generano delle buone opportunità per gli operatori che utilizzano i fondamentali. La divergenza delle politiche monetarie nei paesi emergenti forse porterà a prestazioni diverse sui mercati valutari. Nel contesto della normalizzazione della Fed e della fuga di capitali dai mercati emergenti, il vantaggio dei tassi favorisce il BRL rispetto alla TRY. A questo punto, però, il potenziale convenzionale della BCB sembra limitato, visto che l’inflazione ha appena superato la fascia obiettivo della BCB (4,5% con un’oscillazione del +/-2%), ma alla fine il paese lo scorso trimestre è entrato in recessione. In Turchia, l’inflazione è quasi doppia rispetto all’obiettivo della BCT (5,0%), ma i politici sono ancora convinti che tassi d’interesse più elevati non siano la soluzione per far abbassare l’inflazione. Il futuro rimane incerto e le domande senza risposta generano volatilità elevata sul forex per i prezzi di TRY e BRL.

Per chi ama il rischio, l’elevata volatilità su questi mercati potrebbe generare interessanti opportunità nel breve termine, ma i lunghi portano con sé forti rischi in vista del restringimento della Fed.

Breve nota sulle valute del G10 ad alto beta

Fra le valute del G10, le divise scandinave (contro USD) sono le coppie più beta-sensibili in negativo. L’AUD e l’NZD sono meno reattive, rispetto a NOK, SEK e DKK, mentre il CAD fa registrare la beta-sensibilità più bassa, nonostante la vicinanza geografica agli USA. Per gli operatori in cerca di posizioni con un differenziale dei tassi positivo nell’ambito del “restringimento della politica della Fed”, le valute ad alto beta / legate alle materie prima portano con sé un importante rischio al ribasso. Fra le valute che abbiamo citato sopra, sovrappesiamo i lunghi sull’NZD, perché le aspettative di uno o più rialzi del tasso della RBNZ nel primo trimestre del 2015 dovrebbero limitare le pressioni al ribasso.

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The Risk Today

EUR/USD Ieri l’EUR/USD ha registrato nuovi minimi, confermando così le persistenti pressioni di vendita. Si prevede un ulteriore calo verso il robusto supporto a 1,2755. Resistenze orarie possono essere trovate a 1,2988 (massimo 05/09/2014) e a 1,3110 (minimo 02/09/2014). A più lungo termine, l’EUR/USD è in una successione di massimi e minimi più bassi da maggio 2014. La violazione del supporto chiave a 1,3105 (minimo 06/09/2013) spiana la strada a un declino verso la forte zona di supporto compresa fra 1,2755 (minimo 09/07/2013) e 1,2662 (minimo 13/11/2012). Una resistenza chiave staziona a 1,3221 (massimo 28/08/2014).

GBP/USD La coppia GBP/USD continua il suo declino inarrestabile come si può osservare dal forte calo di ieri al di sotto del supporto chiave a 1,6220. Un altro sostegno si attesta a 1,6000 (soglia psicologica e ritracciamento al 50%). Resistenze orarie possono essere trovate a 1,6233 (massimo 08/09/2014) e a 1,6340 (massimo 05/09/2014). A più lungo termine i prezzi sono crollati dopo aver raggiunto massimi a 4 anni. La violazione del supporto chiave a 1,6220 conferma le pressioni di vendita persistenti e apre la strada a un ulteriore declino verso il forte supporto a 1,5855 (minimo 11/12/2013). Una resistenza chiave è attualmente pari a 1,6644.

USD/JPY L’USD/JPY ha violato la robusta resistenza a 105,44 (si osservi altresì il ritracciamento al 61,8% e la linea di tendenza discendente a lungo termine), aprendo la strada a un’ulteriore forza verso la resistenza principale a 110,66. Adesso supporti orari possono essere trovati a 105,71 (massimo 05/09/2014) e a 104,69 (minimo 05/09/2014). Viene favorita un’impostazione rialzista di lungo periodo finché reggerà il supporto chiave a 100,76 (minimo 04/02/2014). La violazione rialzista esterna alla fase di consolidamento tra 100,76 (minimo 04/02/2014) e 103,02 favorisce una ripresa del trend rialzista di fondo. Si osserva una forte resistenza a 110,66 (massimo 15/08/2008).

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USD/CHF USD / CHF continua a muoversi più in alto. Una resistenza si trova a 0,9404 (ritracciamento al 61,8%), mentre una resistenza chiave si trova a 0,9456. Supporti orari possono essere trovati a 0,9287 (minimo 05/09/2014) e a 0,9250 (resistenza precedente). In un’ottica di più lungo termine la struttura tecnica prevede la fine della grande fase correttiva iniziata a luglio 2012. La violazione della forte resistenza a 0,9250 (massimo 07/11/2013) spiana la strada a un movimento verso la prossima solida resistenza a 0,9456 (massimo 06/09/2013). Ora si osserva un supporto chiave a 0,9104 (minimo 22/08/2014).

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