Quando Teva Pharmaceutical Industries (NYSE:TEVA) pubblicherà i risultati del primo trimestre il 3 maggio, non aspettatevi i fuochi d’artificio. Kare Schultz, l’Amministratore Delegato al timone del produttore di farmaci generici e specialistici dal novembre scorso, è stato molto sincero in merito alle cupe prospettive di crescita a breve termine della compagnia. La sua strategia di ridurre le aspettative degli investitori mentre lavora ad una massiccia campagna di riduzione delle spese, finora, ha giocato a suo favore.
- Pubblicherà i risultati giovedì 3 maggio prima dell’apertura
- Previsioni sulle entrate: 16,89 miliardi di dollari, utili per azione: 2,31 dollari
Le azioni di Teva sono schizzate di oltre il 50% finora sotto il nuovo regime, attirando l’interesse del principale investitore di successo di mondiale, Warren Buffett, la cui Berkshire Hathaway Inc. (NYSE:BRKa) ha aperto una nuova posizione del valore di circa 365 milioni di dollari in Teva, diventando il decimo principale azionista. Tuttavia l’euforia iniziale potrebbe svanire presto se Schultz non dovesse riuscire a dimostrare al mercato che il suo piano di ristrutturazione, che prevede il taglio di quasi il 25% della forza lavoro della compagnia, sta procedendo come da programma.
Una discesa scivolosa, dei problemi complessi
Le azioni di Teva si trovano in una discesa scivolosa da tre anni, con l’acquisizione da 41 miliardi di dollari della divisione di generici di Allergan (NYSE:AGN) da parte della compagnia che non è riuscita a migliorare le vendite. L’accordo è andato male nel periodo in cui la compagnia ha perso il monopolio del Copaxone, il farmaco per la sclerosi multipla che ad un certo punto aveva generato la metà dei profitti di Teva.
A febbraio, Teva ha reso noto che non sarebbe stata in grado di far pagare quanto previsto per i nuovi farmaci per via dell’aumento delle pressioni sui prezzi negli Stati Uniti. Le vendite quest’anno potrebbero scendere anche del 18% a 18,3 miliardi di dollari, un miliardo in meno rispetto alle stime degli analisti.
Un altro dettaglio chiave da osservare nel report degli utili di Teva è quanto gli sforzi compiuti da Schultz per gestire il debito della casa farmaceutica stanno avendo successo. Teva ha più di 17 miliardi di dollari di debiti da saldare nei prossimi cinque anni. In una recente vendita di bond a 10 anni da 4,5 miliardi di dollari, la compagnia è riuscita a posticipare le sue scadenze. Tuttavia, ha dovuto far pagare i tassi di interesse ai detentori di titoli “spazzatura”.
È chiaro che non esiste una soluzione rapida ai complessi problemi di Teva, soprattutto in un periodo in cui il settore farmaceutico statunitense sta subendo dei drastici cambiamenti, che vanno dall’approvazione accelerata da parte della Food and Drug Administration (FDA) di medicine concorrenti alle norme governative che limitano i prezzi dei farmaci.
Morale della favola
Un’eventuale sorpresa positiva sul fronte degli utili dovrebbe essere sufficiente a scatenare una forte impennata del titolo di Teva, ora che gli investitori hanno quasi del tutto escluso qualunque speranza di ripresa nel 2018. Questo scenario, tuttavia, pone ancora più pressione su Schultz affinché mostri presto dei risultati.