Il 4 aprile, Elon Musk ha rivelato di possedere oltre il 9% di Twitter (NYSE:TWTR). La notizia che l’amministratore delegato di Tesla (NASDAQ:TSLA) è ora un azionista di maggioranza ha fatto schizzare il titolo del social del 27% sulla giornata, e di un altro 2% nella seduta seguente.
Sebbene l’entusiasmo iniziale sia poi scemato (TWTR è crollato del 9% nelle tre sedute successive), chiaramente i tori ritengono ancora che la partecipazione di Musk sia una cosa positiva.
E potrebbero avere ragione. Dopo anni di dati finanziari deludenti e mediocre performance del titolo, Twitter aveva proprio bisogno di una scossa. La domanda è se la partecipazione di Musk avrà un impatto oltre alla spinta a breve termine del titolo.
Per rispondere, gli investitori devono porsi un’altra domanda: cosa vuole Musk dal suo investimento su Twitter? Ci sono molte possibili risposte:
Risposta 1. Profitto
Almeno in parte, l’investimento di Musk su Twitter è stato motivato dal desiderio di fare soldi.
Sappiamo che è così per via del modo in cui Musk ha accumulato questa partecipazione. In base al modulo 13D presentato alla U.S. Securities and Exchange Commission, Musk ha cominciato a comprare azioni TWTR il 31 gennaio. Oltre due mesi prima di svelare gli acquisti tramite il modulo SEC (e persino il modulo stesso è arrivato tardi).
Se a Musk non fosse importato il prezzo pagato per Twitter, avrebbe potuto benissimo annunciare le proprie intenzioni, o almeno lanciare qualche indizio, molto tempo prima. Ha scelto di non farlo, preferendo invece accumulare la sua partecipazione (ad un prezzo inferiore) prima che il mercato sapesse del suo piano.
Risposta 2. Divertimento
Musk ha scelto Twitter almeno in parte perché gli piace Twitter. Gli piace così tanto da aver dovuto pagare una multa da 20 milioni di dollari per un tweet dicendo che ne era “valsa la pena”. L’amministratore delegato che, da una parte, contribuisce a combattere i cambiamenti climatici costruendo auto elettriche, dall’altra spesso si comporta come un comune “troll” sui social.
Risposta 3. Sistemare Twitter
Musk ha anche fatto dei commenti seri sul suo nuovo investimento. Dopo aver inizialmente annunciato che si sarebbe unito al consiglio d’amministrazione della società, ha twittato che spera di apportare “importanti miglioramenti a Twitter”.
La scorsa settimana, ha più volte fatto riferimento ad un desideratissimo pulsante “modifica”, creando un sondaggio per valutare il sentimento.
Ha anche offerto consigli per Twitter Blue, il servizio su abbonamento del social.
Ma ieri Twitter ha annunciato che Musk ha “rifiutato l’offerta di unirsi al board della compagnia social”. In una nota pubblicata sulla piattaforma questa mattina, l’amministratore delegato Parag Agrawal ha dichiarato che “la società ha tenuto molte discussioni con Musk, ma non è stato spiegato il motivo della decisione del CEO di Tesla”.
Risposta 4. Politiche e potere
Malgrado il suo improvviso dietrofront riguardo al board, è chiaro che Musk crede che una delle più grosse debolezze di TWTR sia la sua politica di moderazione dei contenuti. Musk ha più volte criticato la piattaforma, definendola contro la libertà di parola.
Pare probabile che Musk, quando ha preso in considerazione l’idea di entrare nel board, avesse in mente di battersi per una maggiore libertà di parola sulla piattaforma. In effetti, i dipendenti di Twitter avevano espresso apprensione. E l’investimento di Musk ha alimentato le speculazioni che il risultato finale possa essere un ritorno dell’ex presidente Donald Trump sulla piattaforma, da cui era stato rimosso il 6 gennaio 2021.
Cosa significa tutto questo per il titolo Twitter
Senza dubbio, tutti questi motivi (e tanti altri) sono alla base dell’investimento di Musk. Ma ognuna di queste ragioni ha il potenziale di creare esiti diversi per il titolo Twitter da qui in avanti.
Come abbiamo detto, si tratta di una società che aveva bisogno di un cambiamento, almeno dal punto di vista degli azionisti. Alla chiusura di 39,31 dollari della seduta prima dell’annuncio di Musk, il titolo TWTR era scambiato al di sotto della chiusura del suo primo giorno nel 2013. (Al prezzo di chiusura di venerdì di 46,23 dollari, è circa il 18% al di sopra di quel livello adesso).
Il coinvolgimento di Musk, considerata la dimensione importante della sua partecipazione, anche se non fa parte del consiglio di amministrazione, ha quantomeno il potenziale di sistemare alcuni dei problemi, come migliorare utilizzo, crescita e redditività. Ma quanto durerà davvero il suo coinvolgimento?
Il titolo Twitter per lui è solo un’altra versione del Dogecoin, una criptovaluta con cui sembrava giocherellare l’anno scorso? Se Musk intende apportare cambiamenti, il suo unico scopo, o persino principale obiettivo, è migliorare la redditività?
Nel tempo, sicuramente troveremo le risposte a tutte queste domande. E, indubbiamente, quelle risposte avranno un grosso effetto sulla direzione del titolo Twitter da qui in poi.