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Covid e Petrolio protagoniste della seduta di ieri

Pubblicato 22.11.2022, 09:50
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Prima seduta della settimana in contrazione sui mercati finanziari. Non sono infatti bastate le notizie positive sul fronte del livello di inflazione alla produzione in Germania o alcuni commenti più dovish da parte dei funzionari della Fed a far mutare l’umore degli investitori, decisamente gravato dai nuovi casi di Covid in Cina. 

Pechino che infatti vede aumentare il numero di decessi così come dei contagi in diverse città, mettendo ora alla prova i limiti della strategia Zero Covid. Ieri si sono infatti registrati oltre 27mila casi, il valore più alto riportato. Nella metropoli meridionale di Guangzhou, lunedì le autorità hanno imposto un blocco di cinque giorni a Baiyun, il distretto più popoloso della città con 3,7 milioni di abitanti e sede di uno degli aeroporti internazionali più trafficati del Paese. A Pechino, lunedì le scuole di diversi distretti sono passate alle lezioni online. A Chaoyang, il distretto più colpito e sede di molte aziende e ambasciate internazionali, il governo distrettuale ha esortato i residenti a restare a casa durante il fine settimana.
Casi Covid Cina


Preoccupazioni cinesi che si riflettono a livello globale, soprattutto accentuando il rischio di rallentamento economico nel mercato petrolifero. Con la Cina che rappresenta il principale acquirente di petrolio e con la scadenza russa del 5 dicembre ormai prossima i prezzi del greggio hanno subito una decisa contrazione, scendendo in prossimità dei $75 al barile, per poi riguadagnare terreno. Effetto Cina che tuttavia accentua la spaccatura tra Washington e Riad, con quest’ultima che smentisce la possibilità di aumenti della produzione, ieri circolata in giornata. Anzi la risposta è stata che l’Arabia Saudita starebbe persino valutando ulteriori tagli della produzione per bilanciare domanda e offerta, qualora fosse necessario. Palla che ora passa alla Casa Bianca e alle sue SPR (Riserve Strategiche di Petrolio), le quali necessitano di nuove riforniture ponendo l’Arabia Saudita in posizione di forza.

Temporaneo supporto al sentiment azionario è ieri pervenuto dal presidente della Fed di San Francisco Mary Daly, la quale ha messo in guardia contro un'eccessiva stretta monetaria. Commento di sentiment opposto è invece pervenuto dalla presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester, la quale ha affermato di voler vedere l'inflazione scendere in modo sostenibile prima di sostenere una pausa. Osservando la performance settoriale statunitense, si nota una discrepanza piuttosto ampia tra ciclici e difensivi. I beni di consumo di base guidano l'universo difensivo al rialzo, mentre i beni di consumo voluttuari guidano i ciclici al ribasso. Interessante, tuttavia, osservare come il rapporto tra beni di consumo discrezionale (misurato dall’ETF XLY) e quelli di prima necessità (XLP) sia sceso in prossimità dei nuovi minimi di inizio anno, ma soprattutto come la correlazione del rapporto con lo S&P 500 a 30 giorni sia passata da positiva a negativa e perfino su valori massimi da inizio anno. Nuove divergenze che pongono ora l’attenzione degli investitori su questo rally natalizio.

Rapporto XLY/XLP e correlazione con lo S&P 500


Non hanno aiutato inoltre i nuovi timori americani di scioperi ferroviari, dopo il rifiuto all’accordo proposto dalla Casa Bianca da parte di uno dei maggiori sindacati. Nelle ultime settimane, sette dei 12 sindacati delle ferrovie hanno approvato l'accordo, mentre tre hanno rigettato l’offerta. I lavoratori delle ferrovie sarebbero autorizzati a scioperare a partire dalla mezzanotte del 5 dicembre (il settore rappresenta il 40% del trasporto merci negli Stati Uniti). Tuttavia, il Congresso ha il potere di intervenire con la legislazione per impedire uno sciopero.

Con il bitcoin che scambia su nuovi minimi da inizio anno, in Italia, ieri sera il nuovo Governo Meloni ha varato la nuova manovra 2023 da 35 miliardi di euro, sulla quale spunta persino una “tassa Bitcoin”, sulle plusvalenze da criptoattività.

Di buone speranze la lettura di ieri sul livello di inflazione alla produzione in Germania, scesa al 34,5% in ottobre. Il forte calo è stato dovuto all'energia e ai beni intermedi si è attenuato, tuttavia, dinamica meno positiva per i prezzi alla produzione dei beni di consumo, i quali sono ancora in aumento. A livello complessivo, tuttavia, si assiste ad una decisa contrazione dei prezzi a monte, con l’augurio di minori future pressioni a valle nei consumi.

Inflazione alla produzione (verde) e al consumo (arancione) in Germania


Giornata odierna che vede i mercati asiatici per lo più in rialzo questa mattina e lo stesso vale per i futures europei e statunitensi. La giornata sarà tranquilla in termini di dati economici, con le pubblicazioni dei dati flash sulla la fiducia dei consumatori dell'area dell'euro attesa nel pomeriggio e nella notte la Reserve Bank of New Zealand (RBNZ) dovrebbe optare per un aumento di 75 pb, sebbene resti ancora incertezza con u gli operatori divisi tra un aumento di 50 e 75 pb. Sul fronte dei discorsi sono oggi attesi quelli di Holzmann e Rehn per la BCE, mentre in America sono in scena quelli di Mester, Bullard e George per la Fed.


Gabriel Debach
eToro Italian Market Analyst
 
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