Quando un evento globale come il coronavirus colpisce, sarebbe utile che i paesi cerchino di collaborare per mitigare l'impatto. Ecco, non è ciò che è successo tra le principali forze dell'OPEC+, giunte alla completa rottura delle relazioni. Con la Russia che non ha accettato il taglio di produzione di 1,5 milioni di barili al giorno proposto dall'OPEC, c'è stato un massiccio cambio di rotta da parte dell'Arabia Saudita. I prezzi di vendita del petrolio sono diminuiti e c'è stato un aumento della produzione, ma sembra essersi scatenata una guerra dei prezzi.
Il prezzo è sceso più o meno del 25%, sfondando al di sotto dei 30$ al barile. Gli asset rifugio hanno ovviamente ripreso vigore, prepotentemente, mentre tutto ciò che viene ritenuto ad alto rischio è stato distrutto. I rendimenti obbligazionari USA stanno precipitando (anche più di quanto ci si potesse aspettare) e sembra che i mercati non solo stiano prendendo in considerazione più riduzioni tassi da parte della Fed, ma ora anche un eventuale QE.
Il dollaro ovviamente ne ha risentito pesantemente contro quelle valute le cui banche centrali hanno poco spazio per tagliare (BoJ, BCE e BNS). Anche le valute legate alle materie prime sono state pesantemente colpite, con dei movimenti d'apertura che in alcuni casi hanno raggiunto picchi di volatilità enormi (sino a 1000 pips).
L'azionario sta letteralmente precipitando e l'oro ha tentato un nuovo attacco ai 1700 dollari. Nel frattempo, durante la notte, la bilancia commerciale cinese è crollata con un surplus di + $ 24,6 miliardi in entrata e un deficit commerciale effettivo di - $ 7,1 miliardi. Le esportazioni cinesi sono diminuite più del previsto ovvero -17,2% (-14% il dato atteso) e le importazioni cinesi sono diminuite molto meno del previsto al -4,0% (-15,0% il dato atteso). Poi c'è stato il PIL giapponese anch'esso in calo nel 4° trimestre, prima del Coronavirus quindi, ciò significa che le prospettive per l'economia globale hanno subito un duro colpo oggi.