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DailyFX Morning Adviser, solita RBA ed attese su Euro

Pubblicato 04.11.2014, 09:58
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
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Davide Marone, 4 novembre 2014

E’ dunque iniziata la settimana delle banche centrali: questa notte è toccato alla Reserve Bank of Australia che, come da attese, non ha comunicato alcuna variazione sul fronte dei tassi di interesse. Consueti dunque i punti toccati nello statement pubblicato dall’istituto centrale: periodo di stabilità per quello che riguarda appunto i tassi di interessi e soprattutto reiterazione sulla questione per la quale il dollaro australiano resta sopravvalutato rispetto ai fondamentali vista anche la rovinosa caduta del prezzo delle materie prime. Controversa la reazione del dollaro australiano nei confronti del dollaro americano: il cambio AUD/USD infatti è dapprima sceso sulla release negative in merito alla bilancia commerciale – alla quale faceva da contraltare quella positiva sulle Vendite al Dettaglio – per poi riapprezzarsi proprio sulle comunicazioni della RBA. Retest dunque perfetto sui punti di minimo dell’anno a 0,8645 e successive risalite perfino sopra le prime resistenze tecniche poste in area 0,87 per quello che, come vedremo nella sezione dei livelli tecnici, resta un quadro comunque ribassista nel suo complesso. Dunque RBA prima tra le banche centrali che si riuniranno questa settimana, precedente dunque agli incontri di giovedì di Bank of England a di Banca Centrale Europea. Su quest’ultimo fronte avremo modo di argomentare fino alla giornata di giovedì ma qualche considerazione può già essere intrapresa; il tema di fondo, infatti, resta quella che è la perdurante divergenza di politiche monetarie che, laddove negli ultimi anni si è risolta con indebolimento del dollaro americano e rafforzamento dell’euro, potrebbe dunque vedere i ruoli ribaltarsi. I fallimenti dell’Eurozona da tanti punti di vista, a cominciare da quello del mancato raggiungimento dei target di inflazione, continuano ad essere una vera e propria spada di Damocle per Francoforte dal quale, dal nostro punto di vista e non solo evidentemente, si vagheggia con sempre maggiore verosimiglianza sulla concreta possibilità di un Quantitative Easing effettivo che preveda dunque la possibilità per la BCE di acquistare i titoli di stato dei paesi dell’area. Il recente ed eclatante esempio della Bank of Japan che, dopo le massicce manovre tra il 2012 e il 2013, ha non più tardi di 4 giorni fa comunicato un inasprimento di quelle politiche monetarie è un altro caso scuola per Draghi & company. L’orizzonte temporale non appare tuttavia prossimo considerando che a malapena sono note le tecnicalità con cui la BCE procederà agli acquisti di ABS, figurarsi l’implementazione di un piano di acquisti di bond governativi. Ancora dunque pesante il quadro tecnico per l’eurodollaro che potrebbe, da qui a giovedì, vivere una fase di prolungata lateralità. Perdura invece l’indebolimento dello yen che potrebbe tuttavia, salvo leciti rimbalzi tecnici, proseguire in scenario multiday. Borse invece ancora fondamentalmente sostenute le quali però sui grafici giornalieri mostrano la possibilità di nuovi ribassi da un punto di vista ciclico; ribassi che, comunque, prendendo ad esame il benchmark globale S&P500 dovrà necessariamente passare dal ritorno almeno sotto la soglia dei 2mila punti per testare le aree poste tra 1.986 prima e 1.973 poi. Perciò ancora cautela ed ancora impostazione long di breve, con la flessibilità di potersi girare in vendita laddove simili segnali dovessero palesarsi.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: nuovi minimi dunque per il cambio arrivato in area 1,2440, non lontano dal supporto importante di 1,2390. Dal grafico a 4 ore ben si evidenzia ora l’area di 1,2540 come resistenza e dunque in grado di portare ai primi respingimenti del prezzo verso 1,25 e l’area del pivot daily a 1,2470. Questo dunque lo scenario più plausibile in ottica intraday, come dimostra la figura di correzione ben visibile su grafico orario. Affondi sotto quei punti tecnici ci farebbero rivedere i minimi con verosimili ulteriori break al ribasso, quadro però ad ora da considerare secondario vista la possibile scarsa volatilità che potrebbe accompagnare il cambio fino al prossimo giovedì. Difficile invece poter contemplare scenari rialzisti se non sulla tenuta di area 1,2510 per superamenti al di là di 1,2545 e target contenuti a 1,2585.

1

USD/JPY: ancora fortissimo l’indebolimento di yen visto anche ieri con le salite del prezzo che si sono spinte oltre la soglia di 114, non lontane da target a 114,60 che solo pochi giorni fa apparivano utopici. Il migliore grafico appare ora quell’orario dove si evidenziano con buona precisione le aree di supporto a cominciare da 113,35 dal quale potrebbero partire nuovi movimenti al rialzo in direzione dunque di area 114,15 e con la possibilità di lavorare a stop contenuti anche appena sotto 113. Se infatti il grafico dovesse “girarsi” saremmo pronti ad andare in reverse verso il livello di 112,45.

2

GBP/USD: dopo la tecnicalità ottima mostrata dal cable nel recente passato, si palesa ora più confusione per quello che riguarda un orizzonte temporale intraday. Il giornaliero ha confermato il pattern di divergenza inversa ribassista prezzo/stocastico, mentre il 4 ore evidenzia delle ottime resistenze in area 1,60 in grado di permettere vendite riguardando a 1,5950, per estensioni verso l’area di 1,59 in caso di buona volatilità al ribasso sulla news delle 10.30 (PMI del Settore Edile in Gran Bretagna). Posizioni long da contemplare sopra area 1,6020 per contenuti obiettivi a 1,6055.

3

AUD/USD: già dunque ben spiegata la recente dinamica del cambio nella sezione introduttiva. Le conferme al ribasso anche da grafico giornaliero si sono palesate in questi giorni. La grande correzione vista nelle ultime settimane rispetto all’ampio trend ribassista potrebbe dunque essersi risolta verso il basso ed i pullback in area 0,8750/20 potrebbero darne ulteriore conferma. Questa infatti l’area di interesse per ulteriori estensioni al ribasso e ripartenze delle vendite per obiettivi nuovamente a 0,8685 prima e sui minimi poi. Possibile in questo senso il palesarsi di divergenza inversa ribassista su grafico orario. Ritorni sopra 0,8750 sarebbero invece indicativi di reingressi nella fase precedente verso 0,8785.

4

Ger30 (DAX): come accennato in apertura, su grafico giornaliero possono evincersi nuovi segnali ribassisti da recepire ad ora con molta cautela. I time frame intraday, a cominciare dal 4 ore, suggeriscono forti aree di supporto a partire da 9.225 fino a 9.160 per ritorni sui massimi a 9.345. Il cedimento del primo dei livelli citati potrebbe permettere l’implementazione di repentini short in direzione del secondo, per poi contemplare riacquisti che fino al famoso supporto di 9.055 restano assolutamente da contemplare.

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XAU/USD (Oro): quadro tecnico ancora molto pesante per il metallo giallo. Il 4 ore ci evidenzia un box di congestione con la possibilità di lavorare in stop entry sulle fiammate di volatilità che, in caso discesista, condurrebbero il prezzo verso area 1.130 dollari l’oncia. Contestualmente strappi al rialzo sopra area 1.173 potrebbero portare a buoni acquisti in direzione 1.182. Da lì la possibilità poi di rivedere nuove vendite.

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