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DailyFX Morning Adviser, sorpresa BoJ e yen a picco

Pubblicato 31.10.2014, 09:27
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Davide Marone, 31 ottobre 2014

Appena terminata dunque l’era del Quantitative Easing della Federal Reserve, torna protagonista un’altra grande banca centrale con un annuncio che era piuttosto inatteso. Lo stesso istituto centrale che era stato protagonista delle scene tra la fine del 2012 e la prima metà del 2013 attraverso il suo programma di allenamento quantitativo e qualitativo, la Bank of Japan, ha di fatto poche ore fa comunicato che agirà nuovamente accelerando l’espansione della base monetaria di ulteriori 10-20 mila miliardi di yen, triplicando gli acquisti di ETF e trust immobiliari e di fatto estenderà la duration media delle obbligazioni che detiene in portafoglio. Timing dunque eccezionale per la banca centrale nipponica, all’indomani della fine del QE a stelle e strisce e dei timori pubblicamente esternati circa l’efficacia delle politiche monetarie espansionistiche della Boj di concerto con la linea economica in materia di provvedimenti fiscali del Governo Abe, la cui popolarità ora vacilla fortemente. Le paure riguardavano evidentemente il potenziale fallimento nel raggiungimento del famoso target di inflazione al 2%, come peraltro hanno dimostrato in maniera eloquente le ultime release. Naturalmente una decisione così drastica, tale quasi da poter essere definita QQE2, non è stata presa all’unanimità ma con una spaccatura netta all’interno del Board con appena un voto in più a favore: 5 a 4. La reazione dei prezzi è stata naturalmente fragorosa: il Nikkei è salito di quasi mille punti, raggiungendo e superando i massimi recenti e testando livelli di addirittura 7 anni fa, mentre lo yen è letteralmente crollato indistintamente contro tutte le divise su livelli tecnici di rilevanza storica se si considera quanto a ritroso occorra andare per identificare dei precedenti. L’idea che, così come avvenuto a cavallo tra 2012 e 2013, tali movimenti possano andare ad estendersi e portare dunque ad ulteriori deprezzamenti della valuta giapponese, resta ora molto plausibile tanto più in un contesto in cui i dollari americani vengono drenati dal mercato e acquisiscono maggiore valore relativo; così come. BCE a parte, le altre maggiori banche centrali attuano politiche monetarie di “wait and see” volte naturalmente a procedere a strette monetarie quando i fondamentali saranno attestatisi su livelli accettabili. In riferimento proprio alla dismissione del QE Fed ieri scrivevamo: “le reazioni del mercato sono state molto precise sul fronte valutario, come da attese, ma più controverse per quello che riguarda l’azionario. Il dollaro americano è stato comprato in maniera importante ed univoca contro tutte le altre valute, mentre le Borse dopo iniziali vendite, si sono attestate sui supporti senza violare i quadri tecnici rialzisti di base. In entrambi i casi non siamo stupiti; il biglietto verde era ed è in attuale posizione di forza e il timing per il suo nuovo apprezzamento appare ottimale verso quelle che potrebbero essere verosimili estensioni già a partire da oggi. Le Borse ci hanno dimostrato che, a fronte di progressive dismissioni della liquidità in circolo in questi mesi, potevano e possono rimanere sostenute: l’iniziale reazione di sell off di ieri sera era dunque giustificata, ma altrettanto lo è stata la tenuta e la possibilità dunque ora di stimare possibili salute a rottura delle prime resistenze tecniche già evidenziabili nei massimi di ieri. Da manuale anche l’oro perfettamente allineato alla dinamica dollaro centrica. “ Il dollaro dunque, dopo corposi ritracciamenti, è tornato a spingere e le Borse dopo la grande erraticità di ieri, sono nuovamente salite con il caso eclatante dello S&P500 che ha messo a segno nuovi massimi di tutti i tempi. Ma veniamo al punto tecnico.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: “La candela daily ad ampio range e con chiusura vicino ai minimi è di per sé un buon segnale al ribasso per quelle che ora sono estensioni che guardano a 1,2586 prima e area 1,25 poi. Potremmo però dapprima ad assistere a lievi correzioni in grado di interessare area 1,2625 prima del raggiungimento del supporto citato e di verosimili estensioni anche verso i minimi dell’anno, come già descritto.” Questo quanto riportato ieri e l’eurodollaro si è confermato da manuale: ampi ritracciamenti finanche a 1,2625 e nuove vendite che ora ripropongono l’obiettivo dei minimi a 1,2550 per estensioni verso 1,25. Ancora una volta, saremo molto attendisti su eventuali long da non implementare prima di 1,2625 verso area 1,2660.

1

USD/JPY: “Ottimo il canale rialzista che ha accompagnato il prezzo in questi giorni con le confluenze grafiche di supporto perfettamente visibili a partire da un time frame a 4 ore. L’attenzione perciò ora va posta a possibili correzioni di breve in area 108,90 per eventuali ripartenze appunto verso 109,25, oltre il quale poter lavorare anche in stop entry in direzione 109,55 in primo luogo e 110 in secondo.” Questo ieri. Oltre le più rosee aspettative dunque il movimento rialzista del cambio che potrebbe perfino estendere a 111,90, prima di correzioni più significative, con ulteriore target a 112,60 in scenario multiday. Ben poco altro da dire in presenza di una dinamica tecnica così eclatante.

2

GBP/USD: come riportato ieri, era ed è da sottolineare la buona precisione tecnica del cable che sul daily aveva messo a segno un massimo di breve sul giornaliero in area media mobile esponenziale a 21 periodi, con contestuale superamento dei supporti a 1,6015 e chance dunque di discesa fino a 1,5950 in primo luogo. “Ancora una volta vanno contemplate correzioni, in area 1,5995 e 1,6015 in questo caso che, se avvenissero, ci fornirebbero l’opportunità di entrare in vendita con RR ottimale verso il primo dei livelli di approdo individuato. Ipotizzabili evidentemente estensioni alla ricerca dei minimi in area 1,59.” La citazione di ieri è doverosa per confermarne la tecnicalità. Come nel caso dell’eurodollaro l’area della media 21 sul grafico orario è stata cruciale per permettere risalite di prezzo verso i minimi con rotture verosimili in direzione 1,5915 e 1,5875. Non contempleremo acquisti se non al superamento di area 1,6020 per 1,6050.

3

AUD/USD: australiano ancora una volta di non di facile interpretazione il cambio: se prima della Fed era salito in maniera significativa fino a ritestare area 0,89 - livello al quale il prezzo sufficientemente ricaricato ci ha fatto poi apprezzare gli storni significativi – ieri ha ripetuto una simile dinamica con ampi acquisti fino a 0,8850 per ripartire poi fortemente al ribasso. Ancora quindi non chiara la fase tecnica del cambio per quanto l’idea della re-distribuzione per futuri storni appaia quella più sensata. Discese sotto 0,8790 potrebbero condurre il prezzo a ritestare i minimi di ieri e l’area di confluenza grafica a 0,8750. 0,8715 il primo livello in caso di superamento al ribasso. Pochi comunque gli spunti rialzisti per i quali conviene attendere conferme successive ai primi swing rialzisti dell’oscillatore stocastico su grafico orario.

4

Ger30 (DAX): come accennato in apertura, molto controverso il movimento dei listini che ieri hanno inizialmente stornato in maniera significativa per poi risalire fino alle aperture veementi di questa mattina, in un quadro generale rialzista che comunque appariva il più plausibile. Raggiunti quindi i target a 9.180 e 9.225, l’obiettivo imminente resta il 9.345 prima di poter assistere ad eventuali divergenze ribassiste prezzo/stocastico su H4 e H1 in favore dunque dei supporti appena citati. Eventuali rotture al rialzo della resistenza citata potrebbero comunque essere foriere di ulteriori acquisti in direzione 9.480 punti.

5

XAU/USD (Oro): “La lettura da grafico daily di martedì non ci ha smentito e ottimi sono stati gli approdi sui punti di target che ora guardano a 1.203 come successivo punto di attenzione. Contemplabili ancora una volta lievi correzioni a 1.208 per nuove vendite altrimenti vagliabili sotto i minimi per area 1.195 dollari l’oncia.” Oro tecnicamente ineccepibile dunque e perfino precisamene ben decorrelato con Borse e dollaro. Nuovi minimi da 4 anni verso il primo target a 1.160. Difficile ricercare spunti di correzione del movimento al ribasso che potranno essere vagliati su time frame di brevissimo con l’ausilio, come ieri ha dimostrato ottimamente il 15minuti, della media mobile esponenziale a 21 periodi.

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