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DailyFX Morning Adviser,torna la liquidità

Pubblicato 27.05.2014, 08:54
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Davide Marone, 27 maggio 2014

INTRO

Dopo la chiusura di Londra e di New York di ieri in occasione rispettivamente di Bank Holiday e Memorial Day, i mercati tornano oggi a condizioni standard. Non che questo conduca di per sé a rivedere buona volatilità, ahinoi ancora assente eccellente negli ultimi giorni e strutturalmente da qualche anno per la verità.

Draghi e l’inflazione

L’assenza di market mover rilevanti permette di focalizzare la nostra attenzione sulle parole pronunciate ieri da Mario Draghi, le quali possono fornirci spunti di riflessione circa quelle che potranno poi essere le comunicazioni che proverranno da Francoforte l’attesissimo 5 Giugno in occasione del meeting della Banca Centrale Europea. Il tema centrale, manco a dirlo, è stato l’inflazione: troppo bassa e prolungata quella attuale al punto da rendere le aspettative sempre più ancorate al downside a tal punto da creare il contesto per quello che è stato definito un “asset buying plan”, un acquisto di titoli dunque. Il pericolo più grande infatti, ha ribadito Draghi, è quello che l’inflazione non torni al 2% e che si possa quindi innescare una pericolosa spirale di inflazione stagnante e di aspettative di inflazione al ribasso. Concetti dunque ribaditi a chiare lettere e che riportano in auge il tema del Quantitative Easing della BCE, espressione che era stata utilizzata dal banchiere centrale nel meeting di Aprile e che aveva sconcertato gli osservatori e gli operatori di mercato dal momento che nulla appariva più lontano in relazione alle possibili manovre di politica monetaria implementabili dalla BCE. Poi nel meeting di Maggio il tema non era stato neanche vagamente accennato, mentre queste parole sembrano in qualche modo presagire alla possibilità che questo scenario possa effettivamente prendere corpo. Dal punto di vista di impatto sulle variabili economiche, fermo restando l’assunto per il quale la politica monetaria riesce ad essere efficace nelle situazioni di squilibri momentanei e non per dirimere problematiche strutturali del quadro economico, il QE sarebbe senz’altro la risposta più credibile ed efficace all’interno del contesto europeo, oltre che il veicolo per generare veri e propri indebolimenti del valore dell’euro. La reazione pressoché inesistente del prezzo di ieri, verosimilmente prelude ad aspettative che in qualche modo sono scontate dal mercato che comunque si attende un qualche tipo di interventismo da Francoforte questa volta. E la sostanziale lateralità dell’eurodollaro di questi giorni ne può essere in qualche modo la risultante, prima di plausibili esplosioni di volatilità nel momento in cui decisioni di un certo tipo dovessero poi essere effettivamente comunicate.

Borse ai massimi

Mercati che sembrano invece continuare a vivere in maniera isolata sono quelli azionari. Il risultato dell’elezioni europee, laddove non ha avuto nessun impatto sul valore dell’euro, ha invece influito e non poco sui listini globali, con il Dax che ha aggiornato il massimo storico quasi a quota 9.990 punti, il FTSE MIB in grado di mettere a segno oltre 700 punti al rialzo ai quali hanno poi seguito i benchmark americani con l’S&P500 che ha aggiornato i massimi a 1.907 punti. Continuano dunque, e su questo ci siamo più volte sbilanciati, le condizioni tali per cui le Borse rimangano sostenute anche se oggi è lecito attendersi, dopo possibili nuovi tentativi al rialzo in rivisitazione e superamento dei punti di massimo, possibili buone prese di profitto in grado di farci rivedere i supporti di breve. Liquidità e tassi inesistenti non possono che essere ancora l’habitat naturale per i rialzi di Borsa, i quali vanno sempre naturalmente monitorati dal momento che man mano sono sempre meno sostenuti dai volumi. Tema questo che dovremo seguire con grande attenzione nei prossimi giorni e settimane.

La giornata di oggi

Dal punto di vista macro, sono circoscritti a questo pomeriggio gli eventi più significativi con la pubblicazione del dato sugli Ordinativi di Beni Durevoli negli Stati Uniti alle 14.30 e quello sulla Fiducia dei Consumatori USA alle 16. Da un punto di vista squisitamente tecnico le situazioni più interessanti operativamente si delineano, oltre che quella dell’Eurodollaro e dell’azionario, quella di AUD/USD che potrebbe ripartire al rialzo inaugurando di fatto una situazione di lateralità, e quella di USD/CAD che potrebbe confermato lo scenario di distribuzione di medio periodo analizzato alcune settimane fa per conseguenti discese importanti sotto 1,08.

QUADRO TECNICO

EUR/USD: come già accennato ieri, il daily mette in evidenza la cruciale area di supporto attorno a 1,3620 che è il punto di transito della media mobile a 200 periodi. Il superamento della resistenza statica a 1,3650, punto di confluenza con l’ottima media mobile esponenziale a 21 periodi del time frame a 4 ore, fa di quest’ultimo livello un supporto ora in grado di far ripartire il prezzo al rialzo se le discese della notte si confermassero quale correzione ben visibile sull’orario per rivedere area 1,3670 in primo luogo. 1,3690 il livello da monitorare immediatamente dopo. Ritorni sotto 1,3650, confermerebbero la potenziale divergenza inversa ribassista su 4 ore, con i primi target a 1,3635 (pivot daily) e i punti di minimo a 1,3615.

USD/JPY: Segnale equivoco quello visto ieri sul cambio che nei giorni scorsi aveva lanciato importanti warning al rialzo. Certo la scarsissima liquidità ha influito negativamente in questo senso per quello che è un quadro tecnico che nel breve fino a 101,85 resta rialzista con velleità di ripresa a 102,10 ed ambizione a 102,35. Buono il range di circa 25 pips che si andrebbe a cogliere sotto proprio 101,85 fino a 101,60. 101,35 naturalmente il livello successivo.

EurJpy: Il daily ha ben evidenziato nei giorni scorsi l’importanza di area 138,15 che rappresenta dunque un supporto cruciale. Il 4 ore continua a prefigurare un possibile scenario rialzista verso 139,40 dopo possibili test di 139,10. Dunque quello il primo target e 139,90 la resistenza statica ideale da raggiungere per movimenti di conferma della ripresa long. Verosimile rientro in range invece sotto 139,10 verso 138,80.

GBP/USD: le ampie correzioni viste le settimane scorse non hanno assolutamente intaccato il quadro daily del cambio ancora ben orientato al rialzo, con la conferma dell’area di supporto ora a 1,6835. Nel breve 1,6850 può fare da supporto per ripartenze in direzione 1,6875 per stop in pari e ricerca di estensioni in area 1,69. La tenuta di 75, potrebbe invece consentirci un ottimo risk/reward in vendita guardando al forte supporto a 1,6835.

AUD/USD: la figura a triangolo che seguivamo ieri ha dunque portato a rotture rialziste sopra l’ottima confluenza grafica tra supporto statico a 0,9250 e media mobile a 21 periodi su 4 ore. La tenuta di 0,9270 potrebbe suggerire vendite di breve in pullback di 0,9250 e successive ripartenze al rialzo verso target ideali a 0,9315. Ampio spazio invece sotto 0,9250 verso i punti di minimo in area 0,92.

Ger30 (DAX): come già detto, nuovi massimi per l’indice tedesco che potrebbe ora ritestare i punti di massimo a 9.900, prima di possibili ritracciamenti che hanno in area 9.850 il loro punto di approdo. Meno probabili appaiono storni tali da ricondurci in area 9.800, almeno per la giornata di oggi. Migliore dunque il primo livello sopracitato per riconsentire acquisti in direzione massimi.

XAU/USD (Oro): l’oro ormai mantiene la sua dinamica di congestione nervosa con però la “solita” affidabilità dei livelli tecnici. 1.286, 1.292, 1.296, 1.301, 1.306. Proprio il primo di questi potrebbe risostenere il prezzo dopo le buone discese di questa notte, con stop vicini e reverse in direzione 1.277 dollari l’oncia.

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