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DailyFX Morning Adviser

Pubblicato 11.03.2015, 09:37
Aggiornato 11.09.2019, 13:55
EUR/USD
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11 March 2015

Matteo Paganini, Chief Analyst DailyFX

Morning Adviser

Nuovi minimi per l’euro

Matteo Paganini, 11 marzo 2015

Se fate click sulla freccia che riporta alla pagina internet visitata in precedenza, ossia quella che contiene l’elenco dei nostri articoli mattutini, noterete come gli ultimi quattro titoli si riferiscano ad un ping pong tra America ed Europa, con Draghi non in grado di muovere i mercati in maniera significativa a causa dell’ancoraggio delle aspettative degli investitori circa il QE (che sarà perpetuato ad oltranza in caso di mancato raggiungimento dell’obbiettivo di inflazione al 2%) e del quale si stanno “soltanto” attendendo gli effetti, da valutare a fronte di dati americani, che hanno mostrato un buon trend, con la disoccupazione in discesa e la creazione di nuovi posti di lavoro costante, dati in grado di muovere in maniera importante i mercati. Il dollaro sopra tutti ha continuato le proprie salite mentre le borse americane hanno tentato degli storni abbastanza significativi, a nostro parere ancora ascrivibili a prese di profitto, andando a mostrare come alcune aspettative da parte degli investitori vedano la possibilità di procedere con rialzi di tassi effettivamente con l’inizio dell’estate. Qualora tali aspettative dovessero estendersi alla maggior parte degli investitori, il cambio di sentiment generale, che attualmente, a nostro parere, rimane rialzista, potrebbe shiftare totalmente a favore di discese strutturali che al momento non ci sembrano giustificate. Di fronte ad un quadro del genere, il dollaro continua a segnare nuovi massimi mentre l’euro nuovi minimi, non solo contro il biglietto verde ma anche contro la sterlina, lo yen, il canadese, il neozelandese e l’australiano (quest’ultimo risulta lievemente in ritardo rispetto agli altri), a testimonianza di come i flussi di vendita riguardino in generale la moneta unica europea la quale ha corso tanto (abbiamo messo in guardia ieri su possibili prese di profitto, non ancora pronte dal punto di vista temporale ma che potrebbero essere riconosciute tramite l’analisi del sentiment puro di mercato, si legga cortesemente l’articolo nel caso in cui si voglia approfondire il concetto) ed è rientrata di diritto tra le divise che hanno svalutato, si è proprio il caso di dirlo, contro il dollaro americano (e nel caso dell’euro non solo). Intanto Carney, governatore della BoE “acquistato” dalla Bank of Canada dà una lezione a Trichet (ex presidente della BCE che alzava i tassi di interesse per contenere aumenti di inflazione dovuti ad innalzamenti dei prezzi dell’energia, noi se ricordate invece di aumenti di tagli chiedevamo a gran voce dei tagli consistenti, avvenuti in seguito se andate a rivedervi la storia dei tassi di eurolandia) spiegando come non occorra, o meglio, sia “foolish”, tentare di combattere il calo dell’inflazione tramite ulteriori stimoli monetari, un’inflazione che probabilmente rimarrà a zero per tutto l’anno e che è dovuta al calo dei prezzi del petrolio. Quattro quinti del gap tra i livelli attuali di inflazione ed il target del 2% sono dovuti a ciò, secondo il governatore, che ha mischiato dunque nuovamente le carte, comunicando al mercato come nel momento in cui dovessero radicarsi aspettative di medio periodo di bassa inflazione si potrebbe procedere con ulteriori misure di stimolo, specificando come verosimilmente si agirà su un taglio di tassi piuttosto che su un aumento del QE (il QE a suo parere è più efficace di fronte a mercati in condizioni peggiori rispetto a quelle definite “normali, riferendosi alle attuali”), una misura opposta rispetto a quella che potrebbe prevedere dei graduali rialzi di tassi, strategia da perseguire per riportare l’inflazione al 2% nel giro di un paio d’anni, se le attese di medio periodo sull’inflazione dovessero non sprofondare. Tutto e niente insomma, adesso con alta probabilità comanderanno i dati macro, in pubblicazione già da oggi alle ore 10.30.

EUR/USD

Gli scenari ribassisti di attacco hanno anche ieri portato al raggiungimento dei target ipotizzati, con estensioni che hanno addirittura superato gli ultimi livelli ipotizzati in 1.0720 per quanto riguarda la giornata di ieri. Rimaniamo molto concentrati per proteggerci da eventuali correzioni che potrebbero partire in caso di completamento di una divergenza rialzista tra prezzi e stocastico a 4 ore, con le quotazioni che, nel momento in cui dovessero superare le aree passanti per 1.0745, potrebbero tentare degli allunghi verso 1.0790 e 1.0825, dove si distribuiscono punti statici precedenti e dove passa la media a 21 a 4 ore. Scenario difensivo per chi volesse, nell’intraday, seguire potenziali evoluzioni orarie che potrebbero essere studiate prendendo come riferimento l’area di resistenza che si distribuisce tra 1.0720 e 1.0740, dove potrebbe essere possibile valutare eventuali acquisti di dollaro americano per ritorni verso i minimi della notte ed eventualmente, in caso di giro a ribasso dello stocastico e del mancato raggiungimento dell’area di ipervenduto in concomitanza di prezzi sui minimi, tentativi di estensione verso 1.0615 (valutabile anche in caso di estensione diretta sotto i minimi, operativamente il livello di 1.0655 sembra accettabile).

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EUR/USD – grafico H1

USD/JPY

La divergenza oraria ribassista, sulla quale si sarebbe potuto pensare a prese di profitto in concomitanza dei primi supporti analizzati ieri, si è realizzata completamente accompagnando le quotazioni fino sotto 121.00, prima di ripartire lievemente nella notte. Acquisti di yen che si sono verificati in concomitanza delle vendite cui abbiamo assistito sulle borse, che hanno riportato il cambio al cospetto di una situazione tecnica confusa, a differenza di quanto accaduto dall’apertura asiatica di domenica sera e che impongono, allo stato dell’arte attuale, pazienza nel valutare possibili setup operativi. L’idea è quella di seguire potenziali estensioni oltre area 121.65, dove potenzialmente seguire la formazione di una divergenza ribassista oraria ovvero di seguire eventuali approfondimenti sotto area 121.10, oltre la quale i prezzi potrebbero tentare il raggiungimento di area 120.60/75, dove eventualmente valutare il posizionamento dello stocastico orario che, se dovesse trovarsi in zona di ipervenduto e girato a rialzo, potrebbe suggerire delle possibili ripartenze del dollaro. Ribadiamo come i percentili di volatilità (che ieri hanno evitato di valutare delle rotture dirette a rialzo, in caso di superamento degli ultimi massimi) rimangano bassi e ragioneremo meglio sui livelli tecnici di attenzione all’interno del nostro Morning Meeting.

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USD/JPY – grafico H1

GBP/USD

Come ipotizzato il cable non ha mostrato movimenti particolari da poter essere sfruttati dal punto di vista operativo durante la giornata di ieri ed ora si trova all’interno di un triangolo di congestione che potrebbe lasciare spazio a rottura sia rialziste che ribassiste. Lo scenario tecnico principale rimane ribassista, per cui l’idea di ragionare su potenziali vendite in limit all’interno dell’area che si distribuisce tra 1.5080 e 1.51 figura, tenendo conto che in caso di rottura rialzista di area 1.5110 i prezzi possano tentare delle escursioni verso 1.5140 (con 1.5125 da possibile scoglio), non sembra malvagia (in caso di rotture rialziste valuteremmo potenziali estensioni verso 1.5190, non giustificabili a livello di probabilità di realizzazione del movimento ma sulle quali vale la pena provare a mantenere una parte di posizione). Nel momento in cui i prezzi dovessero avvicinarsi ad area 1.5050, con stocastico orario lontano dall’ipervenduto, potremmo assistere a tentativi di approfondimento verso 1.5030 ed i minimi.

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GBP/USD – grafico H1

AUD/USD

Perfette le aree di resistenza studiate ieri, raggiunte dai prezzi che poi hanno raggiunto tutti i target indicati. Ci troviamo ora di fronte a quotazioni sotto la media a 21 oraria, che insieme all’area che si distribuisce negli intorni di 0.7650 potrebbe essere valutata come potenziale area di vendita di australiano, tenendo conto che in caso di superamento a rialzo di area 0.7665, i prezzi potrebbero tentare delle estensioni verso 0.7685. Situazione tecnica non molto pulita e con poco R/R, a meno di attendere eventuali raggiungimenti di area 0.7680/95 (come ieri), sulla quale valutare eventuali segnali di frenata da valutare sugli stocastici.

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AUD/USD – grafico H1

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