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Deflazione svizzera inferiore alle attese, oro richiesto

Pubblicato 10.02.2015, 13:53
Aggiornato 07.03.2022, 11:10

Forex News and Events

In Svizzera, a gennaio i prezzi al consumo sono scesi dello 0,4% su base mensile, più lentamente del -0,6% m/m previsto, dopo che la propensione al consumo degli svizzeri, grazie anche ai forti sconti applicati, ha contribuito a frenare le pressioni deflazionistiche in scia alla rimozione inaspettata del cambio minimo per l’EUR/CHF dello scorso 15 gennaio. Chi opera sul CHF non ha reagito granché alla pubblicazione dell’IPC. L’EUR/CHF continua a essere scambiato a singhiozzo sopra 1,05, mentre l’USD/CHF testa le offerte prima della media mobile a 200 giorni, perché continuano a dominare i flussi verso i rifugi sicuri per effetto dei timori di un’uscita della Grecia. Stando a un rapporto della Zecca Reale britannica, la richiesta di monete greche e la domanda cinese di oro fisico conferiscono supporto ai prezzi dell’oro, la coppia XAU/USD tende di nuovo verso la media mobile a 200 giorni.

La propensione al consumo degli svizzeri frena le pressioni deflazionistiche dopo la libera oscillazione dell’EUR/CHF

A gennaio, i prezzi al consumo svizzeri hanno subito un rallentamento su base mensile più lento del previsto, pari allo 0,4% (rispetto al -0,6% previsto e al -0,2% precedente), dopo che, il 15 gennaio, la BNS ha rimosso inaspettatamente la base minima per l’EUR/CHF. Si prevedeva una deflazione più marcata, perché i negozi svizzeri hanno applicato forti sconti (superiori al 20%) sui prodotti d’importazione per evitare che i consumatori spendessero all’estero dopo la rimozione del cambio minimo. Sicuramente le pressioni deflazionistiche in Svizzera saranno in primo piano anche nei prossimi mesi, sostenute anche dal calo significativo dei prezzi del petrolio e dalle pressioni negative di medio/lungo termine sull’euro. Per quanto riguarda le forze interne, tuttavia, al momento la propensione dei consumatori non risulta danneggiata dalla rimozione della soglia minima di cambio per l’EUR/CHF. Al contrario, poiché al mercato del lavoro serve più tempo per adattarsi, i prezzi fortemente scontati creano un’interessante, per quanto passeggera, ascesa del potere d’acquisto degli svizzeri. Ecco perché prevediamo che, nel breve termine, il miglioramento della propensione al consumo frenerà il rallentamento dei prezzi legato all’EUR e al petrolio, perché le famiglie svizzere cercheranno di trarre profitto dall’aumento transitorio del loro potere d’acquisto.

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I consumatori svizzeri sanno bene che questo stato di cose sarà passeggero, in primo luogo perché c’è il sospetto che la BNS stia intervenendo per regolare il valore del franco, soprattutto visto che i timori di un’uscita della Grecia fanno aumentare la domanda di rifugi sicuri a livello globale. In secondo luogo, perché l’impatto della decisione presa il 15 gennaio sulla bilancia commerciale e delle partite correnti svizzere non potrà che far svalutare il franco, viste le pressioni generate da un calo della domanda di merci e servizi svizzeri, che hanno perso un importante vantaggio competitivo sulle piattaforme internazionali. La situazione macroeconomica svizzera dovrebbe tendere a un riequilibrio a partire dal secondo trimestre del 2015. Solo allora le pressioni deflazionistiche dovrebbero pesare di più, man mano che i salari si adatteranno alla libera oscillazione dell’EUR/CHF.

L’oro rimbalza dalla media mobile a 50 giorni

La domanda di rifugi sicuri in oro conferisce supporto alla coppia XAU/USD, dopo le vendite innescate dal rally dell’USD in scia al dato NFP di venerdì. Il 6 febbraio, la coppia XAU/USD è scesa aggressivamente sotto la media mobile a 200 giorni per la prima volta da quanto la BNS ha rimosso a sorpresa il cambio minimo per l’EUR/CHF e poi ha continuato a scendere fino a toccare la media mobile a 50 giorni. Anche se il momentum ribassista indica che lo XAU/USD può correggere al ribasso in modo più marcato verso 1.200/1.220 USD (38,2%/50% di Fibonacci sul rally da novembre 2014 a gennaio 2015), si stanno formando forze opposte atte a contrastare le vendite di oro. Non solo i timori legati alla Grecia, ma anche la domanda di monete in oro greche (stando al rapporto della Zecca Reale britannica) e quella di oro fisico dalla Cina prima delle festività del Capodanno Lunare rappresentano forti fattori in controtendenza sul mercato aureo. Da metà gennaio, da quando cioè la BNS ha rimosso inaspettatamente il cambio minimo per l’EUR/CHF, le consistenze in oro degli ETF sono salite da 1.595 a 1.678 tonnellate. La coppia XAU/USD sale a 1.245 USD, leggermente sotto la media mobile a 200 giorni (1.251,24 USD). Anche le consistenti opzioni call standard in scadenza questa settimana dovrebbero contribuire alla ripresa, se lo XAU/USD riuscirà a superare quota 1.250 USD.

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The Risk Today

Luc Luyet

EURUSD L’EUR/USD ha finora testato con successo il supporto a 1,1262. Tuttavia, il debole rimbalzo attuale suggerisce persistenti pressioni di vendita. Resistenze orarie possono essere trovate a 1,1431 (minimo intragiornaliero) e a 1,1534. Un altro supporto si trova a 1,1098. In una prospettiva di lungo termine, il triangolo simmetrico favorisce un’ulteriore debolezza verso la parità. Di conseguenza, si prevede che la recente resistenza sia temporanea. Una resistenza si trova a 1,1679 (massimo 21/01/2015), mentre una resistenza chiave si trova a 1,1871 (massimo 12/01/2015). Supporti chiave si trovano a 1,1000 (supporto psicologico) e a 1,0765 (minimo 03/09/2003).

GBPUSD La coppia GBP/USD ha infranto la resistenza chiave a 1,5274 (massimo 06/01/2015). Sebbene la linea di tendenza permanga finora intatta, viene favorito un ulteriore punto di forza verso la resistenza a 1,5486. Supporti orari si attestano a 1,5201 (minimo 09/02/2015) e a 1,5139 (minimo 04/02/2015). Una resistenza oraria si attesta a 1,5352 (massimo 06/02/2015). A più lungo termine, la rottura della resistenza chiave a 1,5274 (massimo 06/01/2015) lascia intravedere un rinnovato interesse all'acquisto. È auspicabile un potenziale di rialzo dato dalle resistenze a 1,5620 (massimo 31/12/2014) e a 1,5826 (massimo 27/11/2014). Il supporto robusto a 1,4814 dovrebbe coprire i rischi al ribasso a medio termine.

USDJPY Fino ad ora l’USD/JPY non è riuscito a infrangere la resistenza chiave implicata dal canale discendente (attorno a 119,22). Una rottura al rialzo suggerisce una diminuzione delle pressioni di vendita a medio termine. Un supporto orario può essere trovato a 118,00 (minimo 04/02/2015). Favoriamo un’impostazione rialzista di lungo termine finché terrà il supporto chiave a 110,09 (massimo 01/10/2014). Sebbene sia probabilmente in corso un consolidamento a medio termine, non vi è alcun segnale che suggerisca la fine del trend rialzista di lungo termine. Un’importante resistenza si attesta a 124,14 (massimo 22/06/2007). Un supporto chiave si trova a 115,46 (minimo 17/11/2014).

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USDCHF L’USD/CHF si consolida al di sotto della resistenza a 0,9368 (minimo 15/10/2014, vedasi anche la media mobile a 200 giorni). Supporti orari si attestano a 0,9170 (minimo 30/01/2015) e a 0,8936 (minimo 27/01/2015). Un'altra resistenza si trova a 0,9554 (minimo 16/12/2014). Dopo la rimozione del floor EUR/CHF, si è formato un importante top a 1,0240. La rottura della resistenza implicata dal ritracciamento al 61,8% della vendita suggerisce uno spiccato interesse all'acquisto. Un'altra resistenza chiave si trova a 0,9554 (minimo 16/12/2014), mentre un supporto robusto può essere trovato a 0,8353 (minimo intragiornaliero).

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