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Dopo le parole di Draghi la coppia Eur/Usd reagisce apprezzandosi

Pubblicato 05.12.2014, 06:53
Aggiornato 09.07.2023, 12:32
EUR/USD
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Trend weekly ribassista dal 04.05.2014
Trend daily ribasissta dal 08.05.2014

Nell’ultima riunione dell’anno, la Bce ha comunicato di aver deciso di lasciare i tassi di interesse invariati allo 0,05%. La decisione era scontata. A settembre la BCE aveva tagliato i tassi di 10 punti base ad un nuovo minimo storico per la zona euro. Fermi anche i tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi rispettivamente allo 0,30% e al -0,20%. E se sul fronte dei tassi gli analisti erano concordi nell'escludere una nuova azione da parte della Bce, sul fronte delle misure straordinarie gli operatori rimangono spaccati, con un punto interrogativo sul lancio di un Quantitative Easing (QE) in salsa europea. Subito dopo, l’interesse degli operatori si è spostata sulla consueta conferenza stampa di Mario Draghi. Il chairman, ha ribadito che al momento “prende tempo” non annunciando nuove misure a sostegno dell’economia. Draghi ha ribadito che la BCE è pronta ad agire ancora se l'inflazione dovesse rimanere bassa troppo a lungo. I possibili nuovi interventi sono stati però rimandati al primo trimestre 2015, quando l'Eurotower avrà valutato gli effetti degli attuali stimoli. Draghi continua ad attendersi una moderata ripresa dell'economia, ha tuttavia ammesso che le condizioni sono ultimamente peggiorate. Lo staff della BCE ha tagliato le sue stime sulla crescita del Pil dell'Eurozona per il 2014 dallo 0,9% allo 0,8%, per il 2015 dall'1,6% all'1% e per il 2014 dall'1,9% all'1,5%. Secondo il numero uno dell'istituto di Francoforte il calo dei prezzi dell'energia avrebbe un effetto positivo sui redditi ma peserebbe sulle aspettative d'inflazione. Lo staff della BCE prevede ora che l'inflazione si attesterà allo 0,5% nel 2014 (da 0,6% di tre mesi fa), allo 0,7% nel 2015 (da 1,1%) e all'1,3% nel 2016 (da 1,4%). Draghi ha ancora una volta indicato che l'Eurotower non può fare tutto da sola e che il contributo della politica è decisivo. "Le riforme strutturali sono indispensabili e devono essere implementate più velocemente". Negli Stati Uniti, ieri è stata la volta delle nuove richieste di sussidi di disoccupazione. Nella settimana che si è chiusa il 29 novembre, le richieste sono scese a 297 mila unità dalle 314 mila della precedente rilevazione (dato rivisto da 313 mila unità). Le attese erano per un dato a 295 mila unità. Dal punto di vista valutario, la giornata è iniziata con la valuta europea in difficoltà; la debolezza ha spinto l’euro fino a minimi del 2012. Il rapporto di cambio EUR/USD, è sceso fino a raggiungere un minimo intraday a 1,2281, fermandosi ad un cinquantina di punti dal supporto a 1,2170, ultimo baluardo in grado di difendere un crollo verso 1,2000. Alle parole di Draghi, l’Euro ha reagito con un balzo, riportandosi dai minimi raggiunti nel corso della giornata fino ad attestarsi in prossimità dei massimi di giornata ad 1,2436, superando anche il massimo segnato nella giornata di mercoledì. Ricordiamo che domani avremo i Non Farm Pay Rolls americani, un altro importantissimo market mover il quale potrebbe accelerare il processo di apprezzamento iniziato ieri fino a testare nuovamente la fascia di prezzo rappresentata dalle due medie mobile esponenziali a 21 e 34 periodi, zona molto importante da tener sotto stretta osservazione nelle prossime sedute per eventuali nuovi ingressi in direzione del trend principale ribassista. Eur/Usd D

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