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Draghi spinge chi dissente dal QE a farsi da parte

Pubblicato 05.12.2014, 15:53
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Forex News and Events

Alla riunione del 4 dicembre, la BCE ha mantenuto lo status quo. Chi aveva previsto l’annuncio di un QE è rimasto deluso. Essenzialmente è questo ad aver generato il rally dell’EUR durante l’intervento di Draghi di ieri. Vale comunque la pena di segnalare che il comunicato è stato molto accomodante, anche se non abbastanza da soddisfare l’appetito degli orsi dell’EUR. Mario Draghi non ha evitato di parlare di un potenziale QE, e si è impegnato a procedere a nuovi stimoli entro il primo trimestre del 2015 in caso di necessità. Inoltre, la BCE sta già espandendo il suo bilancio attraverso le TLTRO, e gli acquisti di obbligazioni garantite e di ABS. Da quando la BCE ha annunciato gli acquisti di debito privato a ottobre, sono stati aggiunti al bilancio bond garantiti per un valore pari a 17,801 miliardi di euro e ABS per 368 milioni di euro. A dicembre ci sarà la seconda tornata di operazioni TLTRO. Vista la delusione considerevole di settembre (prestiti per 82,60 miliardi di euro), non prevediamo che l’intervento di dicembre possa segnare una svolta. La stima sul PIL del terzo trimestre, pubblicata stamattina, ha rispettato le attese; nel terzo trimestre, gli investimenti fissi lordi si sono contratti più rapidamente, a un ritmo dello 0,3% (rispetto al -0,2% previsto), la spesa pubblica e i consumi delle famiglie sono lievemente migliorati. Per quanto la conferenza stampa della BCE sia stata leggermente meno accomodante del previsto, tutti i segnali puntano al lancio di un programma di acquisto di bond statali. Il commento franco di Draghi sul fatto che non avrà bisogno di una decisione unanime per attivare la politica è stato un messaggio esplicito ai dissenzienti del QE e rimuove l’ostacolo principale per passare all’azione. Ecco perché continuiamo a prevedere l’annuncio di un QE entro il primo trimestre del prossimo anno.

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L’EUR/USD si è ripreso dal nuovo minimo di 2 anni, a quota 1,2280, risalendo a 1,2456 dopo l’intervento di Draghi, anche se il calo dello spread fra i rendimenti dei decennali di Spagna e Germania racconta una storia più veritiera. La mancata chiusura dell’EUR/USD sopra 1,2435/50 (pivot MACD / media mobile a 21 giorni) nella giornata della BCE conferma il sentiment negativo attorno all’EUR/USD. La coppia deve affrontare un’altra sfida prima della campanella di chiusura settimanale, ovvero i dati sul lavoro negli USA. I mercati dei future continuano a operare molto vicino al valore teorico (base valutaria incrociata vicino allo zero), quindi possiamo dire con sicurezza che gli operatori monitorano scrupolosamente le divergenze nelle politiche delle banche centrali. Qualsiasi sorpresa positiva dagli USA dovrebbe quindi cancellare l’entusiasmo rialzista di ieri per l’EUR/USD e ripristinare un tono ribassista per la prossima settimana. Sotto 1,2400 le scommesse per le opzioni sono nettamente negative, sopra questo livello si mescolano.

Natale anticipato per la BNS

Fra chi ha gioito per l’esito dell’ultima riunione di quest’anno della BCE c’è indubbiamente la Banca Nazionale Svizzera (BNS). Poiché la BCE non ha annunciato un vero e proprio QE, è stata evitata un’immediata debolezza dell’EUR, con un conseguente rinvio delle pressioni sulla soglia dell’EUR/CHF. Ciò nonostante, guardando il movimento sul prezzo di oggi, il sollievo non durerà a lungo. I dati pubblicati oggi dalla BNS indicano che l’intervento sul forex di novembre è stato inferiore alle attese. Le riserve in valuta straniera della BNS sono aumentate da 460,4 a 462,4 miliardi di franchi (rispetto ai 465,5 mld previsti), un minimo non clamoroso se pensiamo alle forti pressioni sulla soglia a 1,20 prima del referendum svizzero sull’oro. Fortunatamente, la credibilità della BNS rimane intatta dopo il “no” al referendum del 30 novembre, fatto che induce gli speculatori ad andare lunghi sull’EUR/CHF, nella speranza di intercettare un rapido intervento sul forex sotto quota 1,2020. IL prezzo pagato dalla BNS per difendere la “base minima” è dunque basso, la correlazione fra l’EUR/USD e l’EUR/CHF è tornata a essere negativa (-10%). Anche se il QE della BCE costringerà la BNS a difendere la base minima a un prezzo molto più elevato a partire dal prossimo trimestre, per il momento la BNS si gode questo Natale anticipato.

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The Risk Today

Luc Luyet

EUR/USD L’EUR/USD ha registrato un rimbalzo dopo aver segnato nuovi minimi significativi. Resistenze orarie per una mossa in controtendenza a breve termine possono essere individuate a 1,2456 (vedasi anche la linea di tendenza discendente) e a 1,2532 (massimo 26/11/2014). Supporti orari si attestano a 1,2361 (minimo intragiornaliero) e a 1,2280. In una prospettiva di lungo termine, da maggio 2014, l’EUR/USD si trova in un trend discendente. La violazione della forte area di supporto fra 1,2755 (minimo 09/07/2013) e 1,2662 (minimo 13/11/2012) ha spianato la strada a un declino verso il forte supporto a 1,2043 (minimo 24/07/2012). Una resistenza chiave giace a 1,2600 (massimo 19/11/2014).

GBP/USD La coppia GBP/USD continua a muoversi lateralmente nell'intervallo orizzontale definito dal supporto a 1,5593 e dalla resistenza a 1,5826 (si osservi altresì il canale discendente). Il recente susseguirsi di alti bassi suggerisce un debole interesse all'acquisto. Una resistenza oraria è si attesta a 1,5726 (massimo 04/12/2014). A più lungo termine, la rottura del supporto a 1,5855 (minimo 12/11/2013) conferma una tendenza ribassista di fondo. Un rischio al ribasso conservatore è dato da un test del supporto a 1,5423 (minimo 14/08/2013). Un altro supporto è disponibile a 1,5102 (minimo 02/08/2013). Una resistenza chiave si trova a 1,5945 (massimo 11/11/2014).

USD/JPY L’USD/JPY continua la forte ascesa e sfida attualmente la resistenza psicologica a 120,00. Un importante resistenza si trova a 124,14 (massimo 22/06/2007). Supporti orari sono offerti a 119,13 (minimo 03/12/2014) e a livello di línea di tendenza ascendente a breve termine (attorno a 118,81). Favoriamo un’impostazione rialzista di lungo termine finché terrà il supporto chiave a 110,09 (massimo 01/10/2014). Data la soglia psicologica a 120,00 (vedasi altresì il 61,8% del ritracciamento sul calo dal 1998 al 2011), l’importante resistenza a 124,14 (massimo 22/06/2007) e l'aumento iperesposto, le probabilità di osservare una fase di consolidamento a medio termine sono elevate. Tuttavia, non vi è alcun segno che suggerisca la fine del trend rialzista di lungo termine.

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USD/CHF Ieri l’USD/CHF ha registrato una brusca discesa. Tuttavia, la più ripida linea di tendenza ascendente continua a favorire una polarizzazione rialzista di breve durata. Supporti orari possono essere trovati a 0,9649 (minimo 04/12/2014) e a 0,9595 (minimo 26/11/2014). Una resistenza chiave si trova a 0,9839. Da una prospettiva di più lungo termine, la struttura tecnica favorisce un ritracciamento completo dell’ampia fase correttiva iniziata a luglio 2012. Una robusta area di resistenza si trova tra 0,9972 (massimo 24/07/2012) e 1,0067 (massimo 01/12/2010). Un supporto chiave si trova a 0,9351 (minimo 19/11/2014).

Ultimi commenti

Non credo che il rally sulle parole di Draghi sia dovuto ai delusi che si sono messi ad acquistare l'Euro, ma piuttosto alla speranza che il QE non sotterri definitivamente la speranza di migliorare i fondamentali traballanti dell'economia europea.
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