Nell’ottava appena trascorsa, il cambio più tradato in assoluto del mercato valutario, EUR/USD, ha perso molto terreno, la major è passata da 1,3600 ad 1,3490, bottom raggiunto l’ultima volta agli inizi del mese di febbraio. Il deprezzamento della moneta unica è dovuto a diversi dati macro negativi in primis l’indice Zew che misura il sentiment della fiducia delle imprese tedesche, in calo di 27,1 punti rispetto ai 29,8 punti della precedente rilevazione. Dopo la pubblicazione dell’importante dato macro economico, tutte le piazze finanziarie europee hanno subito importanti perdite. Inoltre, l’ondata di avversione al rischio del vecchio continente è andata peggiorando a causa delle tensioni geopolitiche sia in per l’invasione nella striscia di Gaza da parte delle truppe israeliane e sia per l’abbattimento di un boeing di linea malese sul confine russo – ucraino, ovviamente a tali eventi bisogna aggiungere anche il default che ha colpito due settimana fa la banca portoghese Banco Espirito Santo, situazione che seppure risolta in parte con un cambio al vertice degli organi amministrativi della banca, tiene ancora l’Europa con il fiato sospeso. Molto probabilmente la fase di avversione al rischio della moneta unica, potrebbe continuare anche per la prossima ottava; ciò comporterebbe un ulteriore affondo ribassista nel breve – medio termine minando in maniera più decisiva l’importante livello psicologico a 1,3500. Sul grafico giornaliero, la coppia è riuscita ad avvicinarsi molto al supporto a 1,3470, corrispondente al target tecnico della flag di continuazione del movimento ribassista iniziato dai bottom ad 1,4000. Se ci spostiamo sul weekly chart, la situazione è ancora più semplice da analizzare, infatti dal grafico si evince che dagli ultimi top raggiunti dalla coppia ad 1,4000, è iniziata un nuovo movimento ribassista, con una prima discesa fino ad 1,3650, dopo abbiamo assistito ad una fase flat, dove per diverse settimane la coppia si è mossa tra 1,3650 fino a 1,3500. Se nelle prossime sedute, il prezzo riesce ad abbandonare definitivamente la zona flat, molto probabilmente avremo un affondo verso 1,3350. La bias del mercato è chiaramente ribassista, ma l’euro sembra voler vendere cara la pelle prima di iniziare a deprezzarsi con decisione verso i supporti di medio termine.