Il confronto tra la moneta unica ed il dollaro americano, EUR/USD, resta alquanto stazionaria a cavallo del livello statico a 1,3617. E’ dal un bel po’ di giorni che le sedute restano scandite da un susseguirsi di movimenti rialzisti e ribassisti senza che nessuna delle due forze in campo riesca ad avere una la prevalenza sull’altra. L’unico dato certo con una lettura più chiara delle due valute sotto analisi è rappresentato dall’incide “benchmark” per eccellenza, ovvero dal Dollar Index, che misura l’andamento del biglietto verde nei confronti di un paniere di valute; nell’ultima lettura l’indice ha recuperato tutte le perdite accumulate nel sedute pregressa, spingendosi sino in area 80,45, molto probabilmente l’indice potrebbe salire ulteriormente nei prossimi giorni almeno fino ai massimi settimanali ad 80,45, oltre i quali si aprirebbe lo spazio per un ritorno verso i massimi da inizio mese a 80,95. Dal punto di vista tecnico – grafico siamo sempre all’interno di una fase di accumulazione – consolidamento, che come è noto precede l’inizio di un impulso rialzista; tale movimento potrebbe raggiungere uno dei livelli di Fibonacci, segnati in verde sul grafico e tracciati a partire dall’ultimo massimo raggiunto ad 1,4000. Molto probabilmente una volta raggiunto uno dei tre livelli, i prezzi potrebbero nuovamente virare in direzione del movimento ribassista iniziato dai top di periodo a 1,4000, massimo toccato nella prima settimana del mese scorso. Ovviamente, nel caso di un crollo dei prezzi più aggressivo con rottura della soglia a 1,3530, suggerisco di entrare a rottura definitiva di tale prezzo. In virtù dei possibili eventi macro ma soprattutto perché si cercherà nei prossimi mesi di abbassare quanto il più possibile il rapporto di cambio tra le due valute, soprattutto perché il vecchio continente non può permettersi di avere una cambio con il dollaro americano alto, la vision di fondo resta sempre ribassista.