Ricevi uno sconto del 40%
👀 👁 🧿 Tutti gli occhi sono puntati su Biogen, in rialzo del +4,56% dopo la pubblicazione degli utili.
La nostra AI l'ha scelta nel marzo 2024. Quali saranno i prossimi titoli in rialzo?
Trova subito azioni

Europa: tassi +125 bp in due meeting = recessione. Sui mercati seguire Buffett

Pubblicato 30.09.2022, 06:05
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Ieri i prezzi al consumo della Germania sono saliti del 10% contro una stima del 9,4%. A trainare la crescita ancora una volta i prezzi dell’energia, saliti del 43,9% YoY. I mercati non l’hanno presa molto bene e infatti subito dopo il dato hanno accelerato al ribasso. Gli investitori si chiedono perché gli interventi della BCE sui tassi non hanno l’effetto sperato. Le ragioni sono principalmente tre. La prima è che gli effetti della politica monetaria richiedono circa 6-9 mesi per essere pienamente visibili. La seconda è che metà circa dell’inflazione è dovuta ad un aumento dei costi, non controllabili dalla BCE. La terza è l’inflazione importata per via della debolezza dell’euro nei confronti del dollaro.
 
Ci aspettiamo quindi che nel meeting del 27 ottobre prossimo la BCE aumenterà i tassi di 75 bp e il 15 dicembre di 50 bp. E’ probabile che qualcosa si capirà meglio il 5 ottobre, a seguito del meeting di politica monetaria del Governing Council. Già comunque nell’ultimo meeting dell’8 settembre la Lagarde ha ribadito che l’entità degli aumenti sarà decisa sulla base dei dati, aggiungendo che la BCE non ha idea di quale possa essere il tasso neutrale, ovvero quello in grado di assicurare una crescita stabile del PIL a piena capacità.
 
Se guardiamo ai numeri, le stime del PIL della BCE prevedono una crescita del 3,1% nel 2022 (2,8% la stima precedente), dello 0,9% nel 2023 (dal 2,1%) e dell’1,9% nel 2024 (dal 2,1%). Per contro, l’inflazione media attesa è stata rivista al rialzo: 8,1% (dal 6,8%) nel 2022, 5,5% (dal 3,5%) nel 2023 e 2,3% (dal 2,1%) nel 2024. Quello che si trovano di fronte i mercati è una tuttavia banca centrale che continua a diminuire le stime di crescita economica e aumentare quelle dell’inflazione.
 
Chiaramente questo genera una serie di incertezze e di domande negli investitori: la BCE non è più capace di fare le stime? Quanto si ridurranno gli utili delle imprese? che cosa succederà al tasso cambio? etc. La Lagarde ha provato a rassicurare i mercati sostenendo che una recessione è prevedibile nel 2023 solo con il completo stop alla fornitura di gas Russo (anche l’inflazione era temporanea) che ora giocoforza si è verificato (leggi sabotaggio delle pipeline Nord Stream). L’incertezza aumenta il premio per il rischio richiesto che può trovare soddisfazione solo a rendimenti più elevati. In altre parole, i prezzi dei titoli scendono fintanto che il rendimento richiesto non sia commisurato al maggiore rischio.
 
Riteniamo che nel 2023 l’Europa scivolerà verso la recessione e anche piuttosto pesante, quale effetto dell’agire congiunto dell’aumento dei tassi e della flessione dei consumi dovuta al minore reddito reale disponibile “mangiato” dall’inflazione, che non accenna a diminuire. Il motivo è, se vogliamo, semplice. Il Consiglio Direttivo è il primo che non crede che l’inflazione si ridurrà intorno al 2% prima del 2024 e quindi continuerà a far crescere i tassi portando il sistema in recessione. A quel punto, e potremmo essere alla fine del 2024, l’inflazione sarà più bassa di oggi ma al costo di una recessione.
 
Quello che potrebbe far cambiare idea alla BCE sui tassi, è una flessione dell’inflazione maggiore delle attese visibile nei prossimi mesi. Flessione che potrebbe avvenire solo con una forte contrazione dei consumi e degli investimenti e per questa via del PIL. Quindi appunto recessione. Esisterebbe (usiamo il condizionale non a caso) un’altra possibilità, ed è quella che vede il prezzo del gas ritornare entro gennaio prossimo al disotto di 50/60 euro al MWh e/o che venga reso operativo il disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello dell’energia elettrica. Ma con i venti che tirano…
 
Se la banca centrale ha le armi spuntate contro un’inflazione da costi, spetta ai governi agire. E’ quindi sempre più pressante l’esigenza di una forte coesione politica tra gli stati membri che riporti sotto controllo il prezzo del gas e a cascata dell’energia elettrica. Ma nonostante le dichiarazioni di intenti, i governi europei hanno posizioni ancora molto distanti. Vedremo se il meeting del 15 – 16 ottobre porterà consiglio oppure ancora una volta vinceranno le posizioni di parte.
 
Se non riportiamo il prezzo dell’energia sotto controllo, l’inflazione non è destinata a scendere in modo significativo e quindi la politica monetaria è destinata a rimanere restrittiva schiacciando la ripresa del PIL. Detto in altre parole, più tempo si aspetta a ridurre il costo dell’energia più lunga e profonda sarà la recessione, che potrebbe trasformarsi in depressione.
 
Non cambia la nostra strategia, che prevede innanzitutto la verifica di alcune condizioni prima di comprare (vedi W. Buffett). Queste sono: i manager devono aver gestito razionalmente i soldi degli azionisti, l’impresa e i managers devono aver realmente aumentato nel tempo i guadagni degli azionisti, al momento dell’acquisto il prezzo deve essere almeno inferiore del 25% al valore intrinseco, i manager devono essere in grado di convertire le vendite in profitti, l’impresa deve evitare l’eccesso di debito, e deve mantenere nel tempo un ROE superiore a quello medio del proprio settore.

Annuncio di terzi. Non è un'offerta o una raccomandazione di Investing.com. Consultare l'informativa qui o rimuovere gli annunci .

Ultimi commenti

non sono controllabili dalla BCE infatti per controllarli pensano a tenerci in casa e a staccare la luce alle 19... le mirabolanti idee dell'Europa che si suicida.
perfetto
🤣😂😀
Installa le nostre app
Avviso esplicito sui rischi: Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
Prima di decidere di fare trading con strumenti finanziari o criptovalute, è bene essere informati su rischi e costi associati al trading sui mercati finanziari, considerare attentamente i propri obiettivi di investimento, il livello di esperienza e la propensione al rischio e chiedere consigli agli esperti se necessario.
Fusion Media vi ricorda che i dati contenuti su questo sito web non sono necessariamente in tempo reale né accurati. I dati e i prezzi presenti sul sito web non sono necessariamente forniti da un mercato o da una piazza, ma possono essere forniti dai market maker; di conseguenza, i prezzi potrebbero non essere accurati ed essere differenti rispetto al prezzo reale su un dato mercato, il che significa che i prezzi sono indicativi e non adatti a scopi di trading. Fusion Media e qualunque fornitore dei dati contenuti su questo sito web non si assumono la responsabilità di eventuali perdite o danni dovuti al vostro trading né al fare affidamento sulle informazioni contenute all’interno del sito.
È vietato usare, conservare, riprodurre, mostrare, modificare, trasmettere o distribuire i dati contenuti su questo sito web senza l’esplicito consenso scritto emesso da Fusion Media e/o dal fornitore di dati. I diritti di proprietà intellettuale sono riservati da parte dei fornitori e/o dalle piazze che forniscono i dati contenuti su questo sito web.
Fusion Media può ricevere compensi da pubblicitari che compaiono sul sito web, in base alla vostra interazione con gli annunci pubblicitari o con i pubblicitari stessi.
La versione inglese di questa convenzione è da considerarsi quella ufficiale e preponderante nel caso di eventuali discrepanze rispetto a quella redatta in italiano.
© 2007-2024 - Fusion Media Limited. tutti i Diritti Riservati.