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Ex reginette di Piazza Affari ancora in grosse difficoltà.

Pubblicato 04.10.2018, 12:00
Aggiornato 09.07.2023, 12:32


Ecco una lista di alcuni titoli che un tempo hanno fatto registrare ottime perfomance mentre negli ultimi 6/12 mesi sono entrati in un profondo trend discendente mostrando le loro grosse difficoltà nel risalire la china.

  1. EL.EN.

Il titolo negli ultimi 6 mesi ha ceduto il 33% (+300% dal debutto) portandosi da 35 euro ad area 20.20 euro. El.En. è stato protagonista di un costante rialzo dal 2012 (2.30 euro) fino ai massimi storici fatti registrare nel mese di maggio 2017 (34.38 euro), facendo così registrare una delle migliori performance dell’intero listino di Piazza Affari.

E’ fondamentale che le quotazioni tengano quota 20.0 euro per evitare ulteriori scivoloni anche fino a quota 18.30 euro in prima battuta. Il supporto di medio/lungo periodo è posizionato a 18.0 euro. La prospettiva ribassista potrà cadere solo con un corposo rimbalzo ed il superamento di 24.00 euro (in chiusura) che introdurrebbe al probabile allungo in area 28.50 euro in prima battuta.

La società ritiene che la situazione generale sui mercati di riferimento è complessivamente favorevole ed in grado di offrire interessanti spunti di crescita per le numerose attività del Gruppo. Nel confronto con i risultati dell’esercizio 2017, che hanno segnato il record storico per fatturato ed EBIT del Gruppo, va segnalato che l’andamento dei cambi, con l’Euro che nel corso del 2017 si è andato progressivamente rinforzando rispetto alle principali valute, sottopone il primo trimestre del 2018 a un confronto più sfavorevole di quello che sarà il confronto per l’intero esercizio 2018. L’effetto cambi negativo sul fatturato, nel primo trimestre 2018, è pari a circa il 3,8% ed ha registrato un impatto anche sui margini di contribuzione delle vendite, soprattutto per le vendite in dollari negli USA e in Yen in Giappone.

Prevedibile evoluzione dell’attività per l’esercizio in corso
I risultati del primo trimestre evidenziano una buona crescita del fatturato in entrambi i settori di riferimento ed un leggero calo di redditività. I mercati di sbocco si mantengono favorevoli ed anche il mercato dei cambi si presenta meno penalizzante che in passato. Alla luce di tale contesto e contando sulla bontà e forza dei propri prodotti il Gruppo conferma gli obiettivi di crescita annuali del volume di affari e del risultato operativo del 10% per entrambi.

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2. BIESSE:
Prosegue il movimento discendente di Biesse che lo scorso 21 marzo toccò quota 53.75 euro, mentre al momento viaggia intorno ai 30.70 euro. Il titolo in 6 mesi ha ceduto il 35% (-20% in 12 mesi; +250% dal debutto). I corsi continuano pericolosamente ad attestarsi al di sotto 31.00 euro. Nelle prossime sedute le quotazioni potrebbero spingersi anche fino in area 29.30 euro ed ulteriori segnali preoccupanti verranno generati con la violazione di 28.30 euro in chiusura. Se ciò dovesse accadere il quadro grafico di medio/lungo periodo peggiorerà ulteriormente e a quel punto sarà difficile evitare un ritorno dei corsi a 27.54 e 26.68 euro in prima battuta. Affinché ciò non avvenga, il titolo dovrà riportarsi oltre quota 34.0 euro per poi accumulare forza su questa soglia e sferrare l’attacco a 34.92 euro (prima resistenza) e spingersi successivamente fino in area 38.0 euro.

Il gruppo sostiene (in merito ai risultati semestrali) che anche al termine del primo semestre 2018, Biesse conferma l’andamento positivo in termini di crescita del fatturato (+ 7,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), sia di ingresso ordini (+3,6% rispetto al 30 giugno 2017). Il backlog di Gruppo risulta ad un +10,8% pari a circa € 236 milioni (€ 212,9 nel pari periodo del 2017), confermando le buone previsioni economiche di breve periodo, tenendo conto che sono previste importanti fiere nei prossimi mesi.

Nella comparazione con i risultati del 2017, il secondo trimestre dell’anno in corso presenta quindi una buona performance in termini di crescita del fatturato (€ 193,7 milioni, + 14,1% rispetto al secondo trimestre 2017), che, in linea con le attese presenti a budget, evidenziano un’accelerazione nelle performance di crescita dei ricavi. Per quanto riguarda la marginalità l’EBITDA si attesta a quota € 23,7 milioni, l’EBIT è pari a circa € 16,2 milioni (rispettivamente + 23,8% e + 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Occorre tenere in considerazione che nel secondo trimestre si concentrano i maggiori costi per fiera. Per quanto riguarda la perfomance di periodo, al termine del primo semestre 2018, il Gruppo Biesse consuntiva ricavi pari a € 356.008 mila, evidenziando un aumento del 7,5%. In base a stime, nel secondo trimestre la crescita sarebbe proseguita a un ritmo appena inferiore a quello del periodo precedente.

Il valore aggiunto del primo semestre 2018 è pari a € 150.261 mila, registrando quindi un incremento del 8,1% rispetto al dato dell’anno precedente. Il margine operativo lordo (EBITDA) del primo semestre 2018 è pari a € 43.499 mila, in aumento di € 2.727 mila (+6,7%) rispetto al pari periodo del 2017. Si evidenzia anche il miglioramento nello stesso periodo del risultato operativo (EBIT) per € 521 mila (€ 30.151 mila nel 2018 contro il dato di € 29.630 mila del pari periodo dell’anno precedente). Sul fronte patrimoniale – finanziario, il Capitale Circolante Netto operativo aumenta di circa € 16,4 milioni rispetto al dato di dicembre 2017. La variazione è dovuta sia all’aumento dei debiti commerciali (+ € 21,7 milioni) legato alla necessità di maggiori approvvigionamenti a supporto della produzione, sia alla dinamica dei magazzini (+ € 29,1 milioni), legata al positivo andamento dell’ingresso ordini e alla conseguente necessità di far fronte alle consegne previste nei prossimi mesi del 2018, e all’incremento dei crediti commerciali (circa € 9,1 milioni).

Pur rimanendo le prospettive di breve termine dell’economia mondiale sostanzialmente favorevoli, si deve evidenziare qualche segnale di “turbolenza” in alcuni mercati frutto prevalentemente di incertezze politiche, è infatti indubbio che ad esempio, la cosiddetta “Guerra dei dazi” intrapresa dall’Amministrazione Americana guidata dal Presidente Trump stia creando incertezza in mercati come quello cinese, e più in generale del Sud est asiatico, oggi alla finestra in attesa di comprenderne il reale impatto in termini di portata. Come anche in Europa le tematiche relative agli effetti degli accordi in tema di Brexit, piuttosto che, in Italia, le incertezze politiche seguite al cambio del Governo dopo le elezioni che pongono dubbi sul mantenimento di strategie a supporto del tessuto industriale intraprese dalla precedente amministrazione di centro sinistra. Non vanno infine dimenticati anche i fattori di politica macro-eonomica come, l’andamento dei tassi di cambio tra Euro e le altre principali valute estere, come anche il preannunciato innalzamento dei tassi d’interesse previsto per il 2019 a seguito della fine delle Politiche monetarie espansive della BCE sul riacquisti del debito sovrano.

3. SOGEFI:
Pessima prestazione quella di Sogefi (decimo peggior titolo dell’intero listino degli ultimi 6 mesi) che in 12 mesi cede addirittura il 63%; nel maggio del 2017 il titolo era addirittura a quota 5.40 euro, azzerando così il lungo rally del 2016/2017. Nelel ultime settimane abbiamo assistito solo a false partenze; il quadro grafico è ancora molto incerto e finchè i corsi continueranno a stazionare al di sotto di 2,0 euro i corsi rischieranno di vedere nuovi affondi. Prestare la massima attenzione sul titolo che nel brevissimo termine potrebbe riportarsi a quota 1.85 euro per poi testare il primo sostegno a 1.77 euro in prima battuta. Attendere reali segnali di forza che giungeranno solo oltre 2,40 euro e con significativo aumento di volumi; fino ad allora (ed in particolar modo al di sotto di 2.20 euro) la volatilità ne farà da padrona. Monitorare anche le medie mobili esponenziali, fino ad ora non è stato raggiunto nemmeno il primo passo verso un’inversione di tendenza.

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Lo scorso 29 agosto, Sogefi, società di componentistica auto controllata dal Gruppo CIR, ha concluso un accordo definitivo in merito alle richieste di indennizzo (claims) avanzate da due clienti nei confronti della propria controllata Sogefi Air & Cooling S.A.S. (precedentemente Systèmes Moteurs S.A.S.) per la fornitura di un componente difettoso.

Tali richieste di indennizzo avevano dato luogo a diversi contenziosi, da un lato, con i due clienti e i subfornitori, e dall’altro, con la società da cui Sogefi ha acquisito Systèmes Moteurs (Dayco Europe S.r.l.). L’accordo prevede la chiusura di tutti i contenziosi pendenti, eliminando i significativi rischi connessi alla vicenda (di cui il mercato è stato opportunamente e regolarmente informato).

Inoltre, esso comporta un effetto positivo sul risultato di € 6,6 milioni prima delle imposte e di € 4,3 milioni al netto delle imposte, in virtù dei prudenziali accantonamenti effettuati negli esercizi precedenti, e nessun impatto sul free cash flow, tenuto conto degli esborsi già in precedenza realizzati.

Nel primo semestre 2018 Sogefi ha registrato una crescita superiore al mercato. La marginalità è aumentata nella Filtrazione e nell’Aria e raffreddamento, mentre è diminuita nelle Sospensioni a causa dell’aumento dei costi dell’acciaio. Il Free Cash Flow del primo semestre 2018 è risultato positivo per € 3,9 milioni rispetto a € 19,0 milioni dello stesso periodo del 2017. La contrazione è legata al decremento dell’EBITDA e al consumo di cassa derivante dallo start up del nuovo stabilimento in Marocco (circa € 9,0 milioni), che sarà operativo nel quarto trimestre 2018.

L’indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2018 era pari a € 259,6 milioni, in miglioramento di € 4,4 milioni rispetto al 31 dicembre 2017 (€ 264,0 milioni) e di € 20,8 milioni rispetto al 30 giugno 2017 (€ 280,4 milioni).

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Evoluzione prevedibile della gestione
Malgrado le attuali incertezze del mercato automobilistico globale, il gruppo mantiene la previsione di una crescita a cambi costanti moderatamente superiore al mercato grazie alle iniziative di crescita in Messico (per le Sospensioni) e in Marocco (per la Filtrazione). Il gruppo inoltre prevede sull’intero esercizio un risultato netto in linea con il 2017, nonostante gli incrementi del costo delle materie prime e l’effetto cambi negativo.

4.BANCA IFIS:
Il titolo bancario (-59% in 12 mesi) nelle ultime due sedute ha dato qualche piccolo segnale di risveglio ma è ancora troppo presto per cantar vittoria. La grossa volatilità del titolo agevola affondi anche a doppia cifra e l’attuale scenario politico italiano, spread e non solo, potrebbero ulteriormente spingere verso il basso le quotazioni. Sul fronte supporti è fondamentale che il titolo si mantenga al di sopra di a 19.21 euro, poichè la sua violazione implicherebbe affondi fino a 18.90 e 18.70 euro in prima battuta; quest ultimo livello dovrà impedire ai corsi di complicare ulteriormente il quadro grafico di lungo termine ed evitare un ritorno dei prezzi a 17.72 euro (sostegno altamente rischioso). In questa fase di forte ipervenduto sono da mettere in conto solo rimbalzi; il primo step è la riconquista di 23.15 euro (in chiusura), mentre soltanto sopra quota 29.0 euro (in chiusura) tornerebbe un quadro grafico di medio periodo interessante. E’ consigliabile impostare stoploss su questo titolo.

Lo scorso 13 settembre Banca IFIS (MI:IF) ha comunicato che l’agenzia Fitch Rating Inc. ha confermato il giudizio di rating a lungo termine (Long-term Issuer Default Rating, IDR) pari a ‘BB+’, outlook stable.
Bca Ifis ritiene che nei primi mesi dell’anno abbia lavorato con grande dinamismo in ogni segmento, facendo crescere i singoli business, dando il nostro supporto ad aziende che oggi sono in grado di lavorare con maggiore serenità e business model sostenibili. Bca Ifis ha sviluppato nuove alleanze per accelerare la crescita nel leasing, affiancandosi a partner di elevato standing. Sempre nel settore leasing, la spinta all’innovazione ha portato a sostituire la piattaforma tecnologica e migliorare e snellire tutti i processi operativi.

É stato acquisito il controllo di una nuova società, Credifarma, che verrà consolidata nel secondo semestre, per rafforzare la presenza nel credito alle farmacie. Nel primo semestre è stato poi annunciato l’acquisto di FBS, attiva nel supporto gestionale del credito deteriorato, e a febbraio è stata completata l’acquisizione dell’intero capitale di Cap.Ital.Fin, che ha permesso l’entrata nel business della cessione del quinto a supporto del settore Npl. A luglio, infine, Bca Ifis ha lanciato una nuova iniziativa nel settore delle assicurazioni: tutte queste attività svilupperanno benefici, anche in termini economici, a partire della seconda parte dell’anno.

Sul fronte NPL, nel solo mese di luglio sono stati formalizzati acquisti di portafogli di crediti deteriorati per circa 600 milioni di valore nominale. Nei prossimi mesi, forte attenzione verrà rivolta a offrire nuove soluzioni di ristrutturazione dei crediti Utp, con l’obiettivo di individuare le migliori soluzioni per ridare forza alle imprese del Paese.

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Il secondo trimestre ha visto le performance impattate da una serie di eventi singolarmente rilevanti e difficilmente replicabili nella stessa intensità. Tuttavia, alla luce dei positivi risultati della gestione ordinaria del semestre, per la seconda parte dell’anno si confermano le aspettative gestionali in tutti i business.

Evoluzione prevedibile della gestione
Il miglioramento delle aspettative per la crescita dell’economia di inizio 2018 sembra segnare il passo, ingenerando un elemento congiunturale avverso. Il calo delle esportazioni, risultato della contrazione della domanda estera netta in area 2%, è certificato dal lato dell’offerta come calo dell’agricoltura e aumento di industria e servizi. Nel complesso Istat segnala che il secondo trimestre 2018 rileverà una crescita del Pil che sarà inferiore ai sei trimestri precedenti e riproietta il tendenziale 2018 in calo dal precedente +1,4% all’attuale 1,1%. La decelerazione è comune per tutta l’area Euro. Ulteriori complessità deriveranno nella seconda parte del 2018 e soprattutto oltre, dalla percezione del mercato del progressivo venir meno, nel tempo, del supporto fornito alla liquidità del sistema finanziario dall’Eurosistema.

La capacità di contemperare una moderata e progressiva contrazione della liquidità accompagnata da un altrettanto moderato e progressivo incremento dei tassi di interesse, con la conferma di un percorso di sviluppo sostenibile, rappresenterà l’elemento differenziale per il successo dell’azione di uscita dalla crisi iniziata dieci anni fa In questo scenario, il Gruppo Banca IFIS nel secondo semestre dell’anno continuerà ad essere impegnato in una serie di azioni di integrazione e sviluppo aventi contenuto non ricorrente.

Completata la fusione per incorporazione di IFIS Leasing in Banca IFIS, sarà posta particolare enfasi al processo di integrazione e crescita dell’acquisita Cap.Ital.Fin, S.p.A. operatore presente nel settore della cessione del quinto. Inoltre, particolare attenzione sarà posta all’ideazione delle azioni di sviluppo nel settore delle farmacie a seguito del perfezionamento dell’acquisizione della maggioranza di Credifarma S.p.A., operatore che presta supporto finanziario al sistema della distribuzione retail del farmaco e dei prodotti collegati.

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Nel settore della gestione del credito deteriorato continuerà l’accelerazione dell’operatività della nuova costituita IFIS NPL S.p.A., cui è stata conferita l’intera attività dell’attuale settore NPL di Banca IFIS dopo aver ottenuto l’iscrizione all’elenco degli Intermediari Finanziari non bancari ex art. 106 TUB. Obiettivo di IFIS NPL é quello di continuare lo sviluppo del Gruppo Bancario nell’acquisizione e gestione del credito deteriorato anche ampliando la presenza a asset class oggi scarsamente o per nulla presidiate come pure di introdurre l’attività di servicing conto terzi oggi per nulla sviluppata, generando valore tramite la migliore gestione dei portafogli deteriorati e candidandosi a svolgere la funzione della Asset Management Company italiana privata ma di rilievo sistemico e aperta a collaborazioni ed integrazioni. In questo contesto nel corso del secondo semestre sarà perfezionata l’acquisizione di FBS S.p.A., intermediario finanziario ex art 106 TUB specializzato nella gestione per conto terzi di crediti deteriorati con sottostante immobiliare o corporate.

L’integrazione di FBS si inquadra nel sopra cennato disegno strategico di Banca IFIS e contribuirà al completamento dell’offerta complessiva nel settore del credito deteriorato. Inoltre la Banca sarà attiva nell’offrire soluzioni di ristrutturazione del credito a istituti che oggi detengono posizioni di UTP disponendo di storiche competenze nella gestione ed erogazione del credito alle imprese e di forte e comprovato know-how nella gestione dei crediti deteriorati. Obiettivo sarà quello di individuare le migliori soluzioni per poter ridare forza alle imprese del Paese che oggi si trovano in tali situazioni ma che hanno presupposti gestionali e business model sostenibili.

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Ad oggi, nonostante gli incoraggianti segnali derivanti dalla crescita del PIL, non sembra immaginabile una solida e soprattutto sostenibile uscita dalle difficoltà degli anni recenti in assenza di nuovo credito bancario per l’economia reale. In questo contesto la capacità di assicurare supporto alle piccole e medie imprese, anche grazie al rafforzamento dei coefficienti patrimoniali e della liquidità, continua a rappresentare, per il Gruppo Banca IFIS un vantaggio competitivo che consente all’istituto di acquisire nuova clientela, come risulta anche a seguito del nuovo perimetro post acquisizione dell’ex Gruppo Interbanca e a seguito delle dello sviluppo e acquisizioni effettuate o in corso. Questo in uno scenario di mercato caratterizzato da una selettiva offerta di credito, dove le società non-prime BBB o lower dal 2012 al 2016 hanno visto una diminuzione complessiva dei finanziamenti di oltre 30 miliardi di euro.

La domanda di supporto finanziario è attesa in moderata crescita per tutte le forme tecniche, in linea con le dinamiche della produzione e con la auspicata ripresa della propensione al consumo, che potrebbe essere indotta anche dall’aumento dell’occupazione. Le aspettative sono per una interruzione nella discesa dei tassi di interesse e, in taluni casi, per una inversione dei trend ancorché di segno contenuto.

Sul fronte del funding le prospettive restano incerte. La disponibilità di risorse è elevata ma il loro costo è recentemente cresciuto in coerenza con l’incremento dei tassi di interesse sui titoli governativi. Il fatto potrebbe avere rilievo, qualora la tendenza fosse confermata, per tutto il comparto creditizio italiano perché si tratta da un lato di un evento non atteso; dall’altro di un evento a forte connotazione domestica in quanto i parametri di riferimento (Euribor, IRS) non hanno registrato movimenti.

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Sul fronte della raccolta all’ingrosso, tassi contenuti sul mercato del funding restano disponibili solo in caso di disponibilità di collaterale primario. Per quanto concerne il portafoglio titoli governativi non sono previsti interventi significativi. In continuità con le recenti evoluzioni e strategie che vedono la trasformazione digitale al centro del percorso di crescita della Banca, una particolare attenzione sarà posta agli investimenti in tecnologie e in risorse umane dedicate al supporto degli sviluppi. La Banca riconosce un ruolo essenziale al miglioramento tecnologico applicato sia ai processi, che vanno resi più efficienti possibile, sia alle relazioni con i propri clienti.

L’avvio di rendimax assicurazioni rappresenta una concreta evidenza di questo approccio che coniuga una forte connotazione digitale con una attenzione alle esigenze del cliente e con la decisa volontà della banca di ampliare la propria azione a nuovi settori. A breve sarà inoltre disponibile la console web di servizi, anche di pagamento, rivolta ai clienti del settore NPL per la quale, come per la piattaforma TiAnticipo, sono previste nuove release.

Saranno come sempre valutate con attenzione le opportunità di ulteriore crescita per linee esterne, in settori di interesse per la Banca, qualora ricorrano simultaneamente, oltre alla coerenza di prospettive strategiche, una elevata controllabilità dei rischi anche tenuto conto degli assetti manageriali, una buona integrabilità tecnologica e una particolare convenienza economica.

In considerazione di quanto sopra, è ragionevole prevedere per il Gruppo la continuazione dell’andamento positivo della redditività per la residua parte del 2018.

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