Il Presidente della Federal Reserve Jerome Powell sembra essere riuscito a camminare brillantemente sul filo del rasoio delle aspettative dei mercati con il suo discorso di Jackson Hole di venerdì, rassicurando chi desidera che la Fed cominci a ridurre lo stimolo monetario e placando, al contempo, chi non vuole vedere presto un aumento dei tassi.
Powell ha detto che la Fed darà il via al tapering dei suoi 120 miliardi di dollari di acquisti di asset mensili entro fine anno, e non, come qualcuno chiedeva, ad ottobre. Ed ha aggiunto:
“La tempistica e il ritmo della riduzione degli acquisti di asset non implica un segnale circa la tempistica dell’aumento dei tassi di interesse, per il quale abbiamo pensato ad un test differente e considerevolmente più stringente”.
Il presidente della Fed ha dedicato molto tempo a spiegare perché pensa che l’attuale dato sull’inflazione, relativamente alto ad oltre il 4% in base a come lo misura la Fed, sarà transitorio. Si è un po’ dilungato per spiegare quanto sia complessa l’idea di inflazione dei policymaker.
Gli investitori dei mercati azionari hanno considerato rialzista il suo discorso, e gli economisti hanno modificato le stime sul primo aumento dei tassi portandole all’inizio del 2023.
Powell potrebbe aver ragione nel dire che l’inflazione è transitoria e che l’economia ha bisogno di stimoli nell’incertezza per il COVID, ma non siamo abituati a sentire ottimismo da parte di un presidente della Fed. Se è impegnato a guidare la carica in battaglia, probabilmente non può guardarci le spalle.
Un’abile mossa prima delle nuove nomine della Fed
Ma la sua ottima performance da equilibrista potrebbe aver spinto oltre il traguardo la sua rinomina. Circolano voci che lo staff della Casa Bianca che si occupa delle decisioni nel governo Biden sia arrivato ad un compromesso: nominare Powell ad un secondo mandato come presidente della Fed e il governatore Lael Brainard, l’unico Democratico nel consiglio, come vice-presidente per la supervisione, al posto del Repubblicano Randal Quarles, il cui mandato scade ad ottobre.
Ciò farà felici quelli che pensano che Powell stia facendo un buon lavoro e assicurerà continuità e stabilità nella politica monetaria in questi tempi ancora difficili. La nomina di Brainard a supervisore comporterà l’arrivo di un noto falco regolatore in questo ruolo e placherà i progressisti, che considerano la negligenza di Powell nel limitare le banche il suo maggior difetto.
Brainard, che prima sperava di essere segretario al Tesoro e poi presidente della Fed, presumibilmente continuerà a fare il bravo soldato e si accontenterà di questo ruolo inferiore.
La Casa Bianca potrà quindi riempire il seggio vacante nel consiglio con un progressista comprovato, e farà un ulteriore passo in questa direzione trovando un degno successore al vice Presidente Richard Clarida, altro nominato Repubblicano il cui mandato terminerà a gennaio.
Dunque ci sarà un consiglio formato da sette membri di cui tre progressisti ed un malleabile presidente in debito col governo per averlo confermato. Resta da vedere se questo cambio di enfasi porterà ad una politica monetaria solida o ad una buona regolamentazione bancaria.
Summers avverte che l’inflazione potrebbe non essere transitoria
Larry Summers, l’ex segretario al Tesoro che aveva sperato, anche lui, di diventare presidente della Fed, è intervenuto nuovamente in un articolo sul Washington Post per mettere in guardia dai pericoli di questi acquisti di asset, paragonando le decisioni di mese in mese per confermarli alla visione sul breve termine che ha causato le debacle militari in Vietnam ed Afghanistan.
Secondo Summers, le ragioni della reintroduzione del quantitative easing all’inizio della pandemia non sono più valide e gli acquisti di asset stanno accorciando le scadenze dei debiti governativi in un modo che non ha senso. È contrario anche al rigonfiamento dei prezzi degli asset, perché favorisce i ricchi e crea delle bolle.
E ancora una volta l’economista di Harvard avverte che l’inflazione potrebbe non essere transitoria, mentre aumentano le prove che gli incrementi di prezzo sul mercato del lavoro e immobiliare potrebbero essere sostenuti, e che persino i problemi delle filiere minacciano di durare più del previsto.
Forse Summers sta solo dicendo, come la volpe, che l’uva è acerba, ma è importante ricordare che lui è un economista, mentre Powell no.