La sterlina è stata trascinata già dal cambiamento della retorica della BoE e dal riprezzamento della tempistica del ciclo di restringimento.
Da febbraio, i dati economici deboli hanno messo fine alle speculazioni di un rialzo del tasso, tutt’altro che sicuro, a maggio.
A nostro avviso, però, è preoccupante che le aspettative sulla strategia di politica monetaria siano diventate miopi e dipendenti dai dati.
I dati disomogenei di oggi sul mercato occupazionale – crescita delle retribuzioni settimanali al netto di bonus pari al 2,9%, media delle retribuzioni settimanali più debole, al 2,6% - susciteranno un dibattito.
Dai dati sembra che solo ora s’inizi a rispondere alla fase di debolezza.
Visto il brusco declino della sterlina, sospettiamo che notizie positive avranno un impatto maggiore sui prezzi rispetto a dati eventualmente negativi.
Inoltre, segnali di inflazione innescheranno molto probabilmente aspettative di tassi d’interesse più alti, rispetto a una crescita fiacca.
Come ampiamente previsto, alla recente riunione di politica monetaria il Comitato per la politica monetaria (CPM) ha lasciato invariato il tasso di riferimento allo 0,5%, con 7 voti a favore e 2 contrari.
La BoE ha riconosciuto la recente debolezza (in linea con il più generale rallentamento globale) dei dati riferiti a crescita e inflazione (l’impatto sul forex è in calo), ma non si esclude un rialzo ad agosto.
Noi interpretiamo il commento del CPM come un’espressione di preoccupazione sulla forza dell’economia, pertanto l’asticella per i futuri rialzi del tasso è alta.
Ma i toni da colomba si riflettono in modo esagerato sui prezzi.
Non appena vi sarà un marginale rimbalzo di recupero, i mercati ricaricheranno rapidamente i lunghi in GBP (l’indice tedesco ZEW sulle condizioni attuali è salito a 87,4 punti).
Nel lungo termine, molto dipenderà dalla Brexit e dalla piega che prenderanno i negoziati sul libero scambio.
Il nostro scenario di base prevede un esito amichevole per UE e Regno Unito.
Siamo posizionati per un’oscillazione positiva della GBP ipervenduta, o sulla scia di novità positive dalla Brexit, o sul recupero dei dati interni.