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Giornata di banchieri centrali

Pubblicato 24.02.2015, 09:19
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24 February 2015

Davide Marone, Market Analyst DailyFX

Morning Adviser

Giornata di banchieri centrali

Davide Marone, 24 febbraio 2015

Le banche centrali hanno fin da sempre determinato i movimenti dei prezzi dei mercati finanziari in quanto custodi della leva più importante, quella cioè dei tassi di interesse. Non vi è dubbio però che con l’inizio e l’acuirsi della crisi finanziaria del 2008, con gli effetti e le conseguenze di portata storica che si sono prodotti, il loro ruolo abbia trasceso quelle che erano le azioni ad esse comunemente attribuite per sfociare nella “non-convenzionalità” delle manovre che oramai le contraddistingue. Un esempio su tutti naturalmente: i Quantitative Easing. Va perciò da sé che i prezzi in questi anni abbiano seguite dinamiche molto distanti dai fondamentali, rincorrendo l’evolversi di una situazione a tassi zero ma soprattutto di inondazione di liquidità nel sistema. A tal proposito l’esempio più macroscopico è senza dubbio quello degli Stati Uniti, ai quali si sono accodati Bank of Japan e Bank of England su tutti, seguite poi dalla Banca Centrale Europea. Questi ultimi attori recitano naturalmente un ruolo fondamentale anche nella disclosure delle loro azioni, la quale si estrinseca in dichiarazioni ufficiali e meno attraverso un wording che in gergo si definisce dovish e hawkish a seconda dei casi. In tal senso oggi è una giornata significativa in quanto saranno proprio i banchieri centrali, fuori dai classici e programmati appuntamenti successivi ai meeting di politica monetaria, ancora una volta al centro della scena. Già Kuroda, Governatore della BoJ, questa notte ha reiterato che il calo del prezzo delle materie prime energetiche produrrà un effetto positivo legato al rilancio dei consumi e quindi della domanda interna, non nascondendosi dietro al fatto che i tassi di interesse potranno risalire in futuro a fronte della credibilità dell’azione fiscale del governo. Ricordiamo che non più tardi di due settimane fa le dichiarazioni erano state direzionate nel senso di escludere nuove misure di liquidità portando allora a potenti rafforzamenti dello yen che naturalmente non sono stati “definitivi”; yen che dunque resta ancora relativamente debole, come da correlazione con un Nikkei che ha superato quota 18.600 punti e più in generale un azionario che traina al rialzo senza apparente soluzione di continuità. Rammentiamo infatti, che pur con beneficio di inventario, l’unica correlazione che si dimostra stabile e robusta alla prova del tempo è fino ad ora quella positiva tra il cambio USDJPY e Nikkei e più in generale i principali listini azionari globali. Qui entra in gioco l’altro player di rilevo e cioè la Federal Reserve che vedrà oggi il Governatore Yellen rilasciare la “Semiannual Monetary Policy Testimony” davanti al Congresso. Le ultime Minute della Fed hanno mostrato come la linea che di gran lunga prevale è quella che propende per un mantenimento degli attuali tassi di interesse ancora per alcuni mesi in attesa di segnali significativi soprattutto sul fronte inflattivo. E’ verosimile perciò che continuerà a preservare la “flessibilità” dell’azione di politica monetaria andando perciò a prospettare un rialzo per il quale è però necessaria essere “patient”; è ragionevole perciò non attendersi alcun tipo di novità sostanziale ma va detto che la volatilità di breve potrà nuovamente premiare acquisti di dollaro, intrappolato da giorni in una fase congestiva che proprio nella giornata di oggi potrebbe essere interrotta a favore dunque della violazione dei maggiori livelli tecnici. Assumendo il nostro benchmark, il Dollar Index di FXCM, notiamo infatti come il box di congestione che contiene il prezzo evidenzia chiaramente la resistenza a 11.815 punti ed il supporto in area 11.755 punti. Queste dunque le due zone chiave che potranno essere determinanti nel guidare le logiche del mercato valutario che continuano, già dalla settimana scorsa, ad essere piuttosto decorrelate. Sul fronte euro si attendono infatti sviluppi per quanto riguarda la presentazione da parte della Grecia di un programma di riforme tale da consentire il prolungamento dei prestiti della Troika per i prossimi 4 mesi, mentre da calendario si attenderà il dato sull’inflazione alle ore 11 e lo speech di Mario Draghi previsto per questo pomeriggio alle 15, Draghi il quale potrebbe evidentemente fare chiari cenni alla situazione greca e proprio al dato sull’Inflazione. Anche in tal caso raccomandiamo attenzione alla volatilità di breve, tanto più in una situazione tecnica dell’Eurodollaro che continua ad essere tutt’altro che chiara se si escludono le buone conferme sul fronte del trend primario ribassista. A tal proposito passiamo ai livelli tecnici.

EUR/USD

Da grafico giornaliero sono giunti in questi giorni, nonostante l’assenza di vera direzionalità, ancora buoni segnali ribassisti con le aree di resistenza a partire da 1,1440 che hanno dimostrato grande affidabilità. Il 4 ore al contrario è decisamente più confuso e riflette l’erraticità intragiornaliera del cambio. Ci troviamo di fronte infatti a livelli tecnici non precisi e ad inesistenti indicazioni da parte delle medie mobili e dell’oscillatore stocastico. Area 1,1355 è ad ora quella più rilevante in senso di resistenza e che quindi potrebbe portare a timide ripartenze al ribasso, ad ora anticipate dal secondo punto di attenzione e cioè quello rappresentato dal pivot daily a 1,1340 con obiettivi che comunque restano molto contenuti in direzione 1,13/1,1290. Senza la presenza di un evento propulsore di volatilità al ribasso, riterremo infatti quelle zone di supporto ideali per ricomprare il cambio, così come ci porremo in eventuale ottica di acquisto sopra 1,1380 per rivedere 1,1430/40.

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EUR/USD – grafico H1

USD/JPY

Il daily, in questo caso, non fornisce indicazioni importanti se non una timida sequenza di minimi crescenti che al momento non si può ritenere significativa soprattutto in luogo di nuovi massimi che non esistono. Perdura dunque questa fase di lateralità che potrebbe essere interrotta a fronte di strappi sopra 119,40 in direzione 119,85. Ad ora lo scenario rialzista resta perciò preferibile. Attenderemo invece delle conferme di tenuta di 119,40 con ritorni sotto 119,25 per vendere con contenuti obiettivi a 119 e 118,80.

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USDJPY – grafico H1

GBP/USD

Dicevamo che nei giorni scorsi che da daily sussistevano segnali long, in controtendenza con il perdurare della dinamica dollaro centrica in acquisto. Ancora restiamo di questo avviso e l’azione del prezzo di ieri ne è una discreta conferma. E’ ben evidente ora il supporto a 1,5430 tale da pensare a ripartenze verso 1,5485 che potrebbe essere violato in direzione 1,5540 se dovesse più in generale la volatilità del mercato andasse ad incrementarsi durante la giornata. Significativo in senso bullish il grafico orario che proprio a 1,5430 mostra una tipica area di confluenza grafica di ripartenza; riterremo perciò questo livello quello che dovrà cedere per vendite in direzione 1,54 in primis e 1,5370 in secondo luogo.

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GpbUsd – grafico H1

AUD/USD

Il daily ha mostrato tutta la sua tecnicalità nell’evidenziare la ripartenza del prezzo nell’area precisa di resistenza in concomitanza con il passaggio della media mobile esponenziale a 21 periodi in area 0,7855. Da ieri le vendite sono iniziate ed hanno condotto ad ottime discese, confermate peraltro questa notte sotto 0,7780. Da manuale il grafico orario che ha mostrato un tipico movimento correttivo tra il pomeriggio di ieri e questa notte, per poi in area di media 21 mostrare vendite di assoluto rilievo. Ora si presenta una situazione di nuova potenziale correzione rialzista, con la possibilità di sviluppo di una divergenza rialzista prezzo/stocastico in grado di consentire ritorni in area 0,7790 dalla quale ragioneremo ancora in vendita per nuovi minimi verso 0,7750.

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AUDUSD – grafico H1

Ger30 (Dax)

“Resta ancora a riferimento l’area di supporto tra 10.900 e 10.920 per ripartenze verso i massimi che già hanno toccato area 11mila punti. Poco altro dunque da aggiungere.” Questo scrivevamo addirittura una settimana fa, per l’ottima chiarezza del grafico dell’indice tedesco. Non possiamo perciò che limitarci a paventare la possibilità di timidi tentativi di discesa verso il supporto a 11.075, dal quale resta prioritario ragionare in ottica di acquisto con l’obiettivo dei massimi a 11.150 punti al quale segue la soglia degli 11.200. Ottimo in tal senso il grafico orario che ben ci presenta delle aree di confluenza grafica proprio là dove abbiamo citato il supporto che, se invece dovesse cedere, potrebbe mostrarci discreti movimenti al ribasso in direzione 11mila punti.

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Ger30 – grafico H1

XAU/USD (Oro)

Parlavamo nei giorni scorsi di segnali short in multiday che si sono poi manifestati, con non poche interruzioni rialziste però. Il 4 ore resta ancora un ottimo grafico, che ci permette cioè di leggere le buone aree di ripartenza al ribasso come 1.205 verso 1.1197 che, ove cedesse, ci ricondurrebbe in direzione die minimi relativi a 1.188. Sullo stesso 4 ore non si può ritenere definitivamente invalidato il pattern di divergenza regolare rialzista, che riceverà però conferme solo al superamento del livello di 1.205/6 verso area 1.220.

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XAUUSD – grafico H4

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