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L'inizio del nuovo trimestre sembra aver cambiato le carte in tavola nel mercato valutario. Il rally dei rendimenti obbligazionari che aveva messo il turbo al dollaro sembra aver esaurito il carburante (per ora), ridando vita all'euro e allo yen.
Nonostante dati economici statunitensi costantemente positivi, gli investitori sembrano non essere più così certi dell'eventuale aumento tassi della FED entro la fine del 2022. Non solo, la domanda estera di obbligazioni USA sembra essere in costante crescita, difatti anche gli investitori europei e nipponici sono alla ricerca di rendimenti al di là dei propri confini. Questi fattori stanno spingendo i rendimenti al ribasso, provocando chiaramente un deprezzamento del biglietto verde.
I principali beneficiari dell'acquisto di titoli di stato sono le valute con il rendimento più basso, vale a dire l'euro e lo yen. Dal momento che sono stati colpiti duramente quando i rendimenti obbligazionari crescevano esacerbando i differenziali dei tassi, è normale in questo momento vederli riprendere fiato.
Nel complesso, però, potrebbe trattarsi di una semplice battuta d'arresta di un trend che ha dominato il primo trimestre dell'anno, non un'inversione di tendenza. Le proiezioni economiche per l'America e la Gran Bretagna rimangono infinitamente più brillanti dell'Europa e del Giappone, nel caso di USA/Europa c'è anche una netta differenza nella spesa per la ripresa. Tutto, per intenderci, lascia presagire ulteriori apprezzamenti del Dollaro.
La ragione principale per cui le prospettive dell'euro sembrano cupe è che l'Europa difficilmente rimarrà al passo con la vaccinazione. Vero è che la Commissione Europea ha definito un ambizioso piano per raggiungere la cosiddetta "immunità di gregge" entro la fine di giugno, ma al momento sembra una chimera.
È difficile essere ottimisti sull'euro: indietro nella campagna di vaccinazione, indietro negli stimoli fiscali. La sola salvezza per l'euro è sperare che la maggior parte delle cattive notizie sia già stata scontata e che i benefici da una ripresa eccezionale degli Stati Uniti possano riverberarsi anche dall'altra parte dell'Atlantico.
Per quanto riguarda la giornata odierna tutti gli occhi saranno puntati sui verbali dell'ultima riunione del FOMC, il cui rilascio è atteso alle ore 20. Esiste una chiara discordanza tra la Fed e i mercati riguardo a quando i tassi di interesse saranno nuovamente aumentati, mercati che comunque la si guardi indicano un aumento dei tassi molto prima rispetto a quanto dichiarato dalla FED.