Con la situazione Brexit ormai risolta, l'accordo di stimolo degli Stati Uniti approvato e il lancio globale del vaccino, i mercati finanziari stanno per concludere un anno incredibilmente caotico ma con toni sorprendentemente ottimisti.
L'S&P 500 è salito del 15% nel 2020, mentre il dollaro USA non riesce a riprendersi in quanto considerato tutt'ora valuta rifugio. È surreale, ma a quanto pare anche una pandemia letale e una feroce recessione non possono competere con tassi di interesse bassissimi abbinati a spese governative elevatissime.
I mercati sono abbastanza tranquilli a causa delle festività, difatti la liquidità scarseggia rendendo difficile decifrare se gli investitori stanno reagendo ai nuovi sviluppi o se le ultime mosse sono semplicemente un riflesso dei flussi di fine anno.
Tra le situazione da tenere d'occhio c'è la seguente: ieri il Senato degli Stati Uniti ha bloccato il tentativo di aumentare i pagamenti diretti agli americani a $ 2000 (dai $ 600 nel pacchetto di aiuti originario). La camera controllata dai repubblicani ha presentato la propria proposta mirata all'aumentato i controlli sull'elargizione, ma visto i nuovi vincoli allegati i democratici non lo voteranno.
L'altro elemento da non sottovalutare è che la prossima settimana ci sarà un'elezione cruciale nello stato della Georgia: determinerà quale partito controllerà il Senato. Ciò che colpisce è che, anche se il Senato ha bloccato la proposta sull'assegno, il dollaro è comunque sceso a nuovi minimi pluriennali mentre i mercati azionari sono rimasti a ridosso dei massimi assoluti. E' l'opposto di ciò che ci si potrebbe attendere e la domanda è la seguente: è un riflesso della bassa liquidità presente o il mercato pensa che questa mossa repubblicana potrebbe ritorcersi contro e consegnare il Senato ai Democratici su un piatto d'argento?
I Democratici hanno chiesto a lungo pacchetti di aiuti più consistenti, quindi gli investitori potrebbero ragionare sul fatto che o i repubblicani chineranno la testa (approvando l'assegno da $ 2000) o l'eventuale rifiuto potrebbe aiutare i democratici a emergere vittoriosi in Georgia. Insomma, una situazione vantaggiosa in entrambe le circostanze alla fin dei conti.
Politica a parte, non c'è molto altro da dire sul fronte dati macro economici. Se ne riparlerà la prossima settimana.