Il 2021 ci ha riservato, se vogliamo, delle sorprese. Mi spiego meglio…
Ogni anno si pensa che “questa volta il mercato crolla”, e puntualmente ogni anno il bull market continua (vedi grafico S&P 500 sotto).
Ricordo infatti che marzo 2020, NON è stato un bear market, ma UNA CORREZIONE breve (dovuta al Covid) dentro il Bull market che dura ormai da oltre 10 anni, perciò il trend ha semplicemente ripreso la sua corsa non appena smaltito il panico pandemia.
Questo, certo, non significa che non ci siano dei rischi importanti da considerare (inflazione, tapering e rialzo tassi delle banche centrali, valutazioni elevate di tutte le asset class).
Ma NON investire, soprattutto quando il costo della vita sta aumentando ogni anno sempre di più, non è corretto. Per difenderci da eventuali fasi negative, personalmente faccio affidamento a ciò che da sempre aiuta gli investitori, che nella sua banalità mi ha sempre permesso di mettere a frutto il mio capitale, ovvero TEMPO, DIVERSIFICAZIONE, RIDUZIONE COSTI, RIBILANCIAMENTI FREQUENTI.
I miei primi acquisti del 2022
Tenendo sempre a mente questo, i miei primi acquisti del 2022 andranno a privilegiare sempre l’asset class azionaria, ma cercando per quanto possibile di attenermi ai principi sopra, in particolare:
- Giappone (cambio aperto, quindi senza copertura in quanto intendo espormi marginalmente allo Yen)
- Azionario Value
- Azionario Globale
- Small Cap
- Azionario settore Finanza
Non ho ovviamente la sfera di cristallo (magari), ma ritengo che per la fase economica e monetaria che ci troviamo da qui in avanti, con il giusto TEMPO e con i pesi intelligenti in un portafoglio più ampio, queste asset class consentano di beneficiare di ciò che da qui in avanti potremmo trovarci come situazione generale.
Per quanto riguarda il peso delle macro asset class a livello generale, preferisco comunque mantenere una % di liquidità storicamente più alta del solito (25%) per approfittare di eventuali cali di mercato.
Il resto è ripartito in maggioranza su azionario, ma anche un 30% sulla parte Bond, che tuttavia è estremamente diversificata, acquistata tempo fa, e soprattutto con duration non superiore a 7 anni.
I fattori di incertezza sono tanti, su tutte la situazione persistente del Covid.
I rendimenti attesi dell’azionario, purtroppo, sono a livelli bassi a causa delle valutazioni elevate, ragion per cui è sempre meglio mantenere la prudenza, questo però non significa avere paura.
I cali fanno parte della natura intrinseca dei mercati. Dobbiamo renderci conto che statisticamente ogni anno il mercato corregge ad un certo punto di almeno di un 5%, e con meno frequenza assistiamo a cali peggiori, che tuttavia capitano.
I possibili fattori di stress del 2022
- Inflazione
- Rialzo tassi Fed
- Prolungamento Situazione Covid
Concludo l’analisi con i soliti suggerimenti, ovvero che un portafoglio semplice, noioso, costruito con intelligenza, riesce a fare molto meglio di tante gestioni costose e complicate.
Quest’anno un “classico permanent portfolio” (vedi ARTICOLO precedente), costruito con 25% azionario globale, 25% oro, 25% obbligazionario globale aggregate, 25% monetario, ha performato il 6.81% con un Drawdown del 2.11%.
Confrontatelo con le gestioni “moderate/prudenti/bilanciate” di qualunque tipo, e capirete perché Buffett dice che “Investire è semplice, ma non è facile”.
Buon 2022!
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di assets, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore"