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I prestiti ai consumatori stanno deteriorando la stabilità del sistema bancario

Pubblicato 15.09.2023, 11:03

Prima di iniziare, voglio cogliere l’occasione per ricordarvi che abbiamo parlato di molte grandi banche nei nostri articoli. Ma vi avverto: questa analisi non offre una prospettiva molto rosea per il futuro delle più grandi banche degli Stati Uniti.

Inoltre, se credete che i problemi delle banche siano stati risolti, mi dispiace informarvi che probabilmente avete visto solo la punta dell’iceberg. Nel nostro articolo, siamo riusciti ad identificare le esatte ragioni che hanno portato al fallimento della SVB ben prima che chiunque altro le prendesse in considerazione. E posso assicurarvi che non sono state risolte. Ora è solo questione di tempo.

Se state seguendo il nostro lavoro sulle banche, saprete che stiamo parlando delle questioni a cui Moody’s (NYSE:MCO) ha di recente fatto riferimento da 18 mesi. Abbiamo anche notato che Moody’s ed altre agenzie di rating e dipartimenti di ricerca delle banche di investimento, hanno perlopiù ignorato numerose importanti questioni venute fuori dai risultati del 1H23 delle banche statunitensi. Secondo noi, ciascuna di queste questioni è un grosso rischio per la stabilità delle banche e merita un articolo a sé. Questo è il primo di una serie di articoli e parleremo del credito al consumo.

I saldi delle carte di credito sono saliti del 16% YoY nel Q2 ed hanno superato i mille miliardi di dollari

In base all’ultimo report sull’indebitamento delle famiglie, pubblicato dalla Federal Reserve Bank di New York, i saldi delle carte di credito negli Stati Uniti sono aumentati del 16,2% YoY nel 2Q23 ed hanno raggiunto quota 1,03 mila miliardi di dollari. Inoltre, i saldi delle carte di credito hanno visto sette trimestri di crescita su base annua. Come mostra il grafico sotto, le carte di credito hanno registrato il maggiore aumento su base trimestrale in termini assoluti in tutti i tipi di prestiti ai privati.

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Fed NY

Un’altra osservazione interessante dal report della Fed di NY è che ci sono 70 milioni di conti di carte di credito in più aperti ora rispetto al 2019. Inoltre, circa il 69% degli americani aveva una carta di credito nel Q223, in salita dal 65% del dicembre 2019 e dal 59% del dicembre 2013.

La cosa più importante è che un simile enorme aumento dei portafogli di carte di credito sia avvenuto in un contesto di tassi in salita. Come mostra la tabella sotto, secondo la Fed, il tasso medio sulle carte di credito superava il 22% a maggio, ed era meno del 17% prima della pandemia.

Credit Card Plans

La Fed

Crediamo che i risparmi del periodo della pandemia stiano venendo meno, ma che i consumatori vogliono continuare a spendere più di quanto guadagnano. Di conseguenza, vediamo enormi tassi di crescita delle carte di credito. Ecco il grafico della Federal Reserve Bank di San Francisco che conferma la nostra idea.

Personal Savings Vs Pre Pandemic Trend

Fed di San Francisco

Nonostante i rischi significativi, le banche continuano ad approvare queste carte di credito con un tasso del 22%, perché hanno bisogno in qualche modo di integrare i loro margini in scia all’aumento dei costi di finanziamento.

La qualità del portafoglio di credito retail non assicurato sta peggiorando

Se guardiamo gli ultimi risultati di Capital One (NYSE:COF) o Discover Financial Services (NYSE:DFS), notiamo che i tassi di cancellazione e di insolvenza sono già pari o persino superiori ai livelli pre-pandemici.

Il tasso delle cancellazioni nette di crediti di Capital One era pari al 2,82% nel 2Q23, in salita rispetto all’1,18% del 2Q22 e al 2,48% del 2Q19. Quello di DFS era del 3,22% nel 2Q23, in salita rispetto all’1,80% del 2Q22 e invariato rispetto al 3,22% del 2Q19.

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Tassi di cancellazioni nette di crediti

Net Charge-off Rates

Il tasso di insolvenza per Capital One era del 3,36% nel 2Q23, in salita dal 2,54% del 2Q22 e dal 3,35% del 2Q19. Il tasso di insolvenza di DFS era del 2,56% nel 2Q23, in salita dall’1,63% del 2Q22, e dal 2,19% del 2Q19.

Tassi di insolvenza (oltre 30 giorni)

Delinquency rates

Alcuni esperti ed analisti dicono che i tassi di cancellazione e di insolvenza si stanno solo “normalizzando”, perché erano bassi durante la pandemia. Tuttavia, il contesto operativo pre-pandemico per le banche era totalmente differente rispetto a quello odierno. I tassi sono più alti oggi, mentre il mercato del lavoro è molto favorevole per i consumatori. Ovviamente, anche un lieve rallentamento del mercato del lavoro molto probabilmente avrà un significativo impatto negativo sui tassi di cancellazione e insolvenza delle carte di credito.

I prestiti auto e la ripresa dei rimborsi dei prestiti studenteschi sono altri problemi

Abbiamo parlato di importanti problemi nel segmento dei prestiti auto nei nostri articoli precedenti su Ally Financial (NYSE:ALLY) e Capital One. Se dovesse arrivare una forte recessione, avremo non solo un maggiore tonfo dei prezzi delle auto, soprattutto di quelle usate, ma anche un grande aumento della disoccupazione.

Un altro rischio, perlopiù ignorato al momento, è che i prestiti studenteschi federali ricominceranno a maturare interesse il 1° settembre e i pagamenti saranno dovuti a partire da ottobre.

Morale della favola

L’attuale aumento dei crediti al consumo probabilmente porrà maggiore pressione sul sistema bancario già debole nei prossimi anni. Questo è solo uno dei molti problemi che abbiamo identificato, e sui quali in pochi si stanno concentrando. Continueremo con altri articoli su altre questioni.

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In fin dei conti, parliamo di proteggere il denaro che abbiamo tanto faticato a guadagnare. È quindi vostro dovere effettuare una due diligence sulle banche che al momento hanno i vostri soldi.

Avete la responsabilità di assicurarvi che i vostri soldi si trovino negli istituti più sicuri. E, se vi state affidando alla FDIC, vi suggerisco di leggere i nostri articoli precedenti che rivelano perché una simile fiducia potrebbe non essere tanto prudente nei prossimi anni.

È il momento per voi di capire se le banche che hanno i vostri soldi sono davvero solide oppure no.

Ultimi commenti

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Finché il mondo del lavoro è in piena occupazione si va avanti così, almeno negli Usa che hanno moneta sovrana. I dolori sono nella colonia europea con moneta debito, in particolare i protettorati germanici del Mediterraneo.
Scoprire ora che l'economia degli USA è fondata sul debito al consumo è quanto meno curioso.
Forse non avete letto bene si parla di Stati Uniti la BCE non c'entra nulla, e poi i soldi ve li sta levando l'inflazione non la BCE.
chissà che crolli il Sistema
si sta preparando un bel botto.. tra S&P 500, banche e immobiliare... non fate mancare pop corn e birra a casa per godervi a pieno lo spettacolo..
La BCE con questo atteggiamento metterà in difficoltà la maggior parte della gente
in Italia le banche stanno togliendo i bancomat proprio perché l cittadini stanno usando molto di più le carte. non capisco dove sta il problema
Ringraziamo la BCE speriamo saltino sti strozzini che festeggiavano l’aumento dei tassi, adesso che non riescono più a riprendersi i soldi si preoccupano
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